Milano Design Week

Salone del Mobile e Fuorisalone 2024


Cosa aspettarsi da questa Design Week

Prima che inizi, tracciamo una mappa di cosa vedere al Salone e Fuorisalone, prevedendo con il ritorno ad aprile un grande coinvolgimento della città.

Ci sono le indiscrezioni. Le anticipazioni. I “si dice” e gli ho saputo che…”. Ogni anno l’attesa del Salone del Mobile vive di un rito laico ma a suo modo liturgico fatto di previsioni e di supposizioni, di conferme ma anche – soprattutto – di sorprese. Cosa ci sorprenderà quest’anno? Cosa romperà i binari rassicuranti del prevedibile per condurci verso quelli meno confortevoli ma forse più interessanti dell’imprevisto?

Una domanda aleggia su tutto: il Salone 2023 offrirà qualche occasione di riflessione su un terreno urgentemente epocale come quello delineato dall’impatto dell’Intelligenza Artificiale sui modi di produzione, distribuzione e fruizione dei prodotti di design? Fra le aziende, gli operatori, i progettisti e i curatori ci sarà qualcuno che ha provato a immaginare possibili scenari futuri segnati dall’irruzione dell’AI nei territori ancora almeno in parte dominati da modi di produzione manifatturieri di stampo novecentesco? Qualcuno che ha tentato di ridefinire i rapporti fra macchinico e antropico sulla mappa delle nuove tecnologie? 

Euroluce. Corrado Levi, Edipo, Fabbrica Eos, 2003. Courtesy Fabbrica Eos

Vedremo. Cercheremo. Osserveremo. Intanto però è bene partire dalle certezze: il Salone 2023 promette un nuovo layout disposto su un unico livello espositivo per – si dice – semplificare, migliorare e valorizzare la fruizione e l’esperienza di visita. I più critici suggeriscono che il redesign sia dovuto al calo del numero degli espositori, ma a noi piace prendere per buona la versione ufficiale, quella che propone al visitatore un percorso ad anello, molto smart, con una migliore fruibilità, accoglienza e visibilità. Policentrico, pluridisciplinare e plurale, del resto, si annuncia anche Costellazioni, il progetto di Euroluce 2023 curato dal punto di vista artistico e scientifico da Beppe Finessi: presentato come una mostra diffusa, con opere di artisti del mondo dell’arte contemporanea, dell’architettura, del design e della fotografia, si avvale di un allestimento curato da Formafantasma che sviluppa un sistema espositivo modulare, leggero e riciclabile, pensato per valorizzare le opere esposte ma anche per dare spazio ai visitatori affinché possano fermarsi, osservare, conversare e anche riposarsi sulle sedute integrate nella struttura. 

Tortona Design Week 2023

L’attenzione al visitatore sembra essere una costante dell’edizione che sta per inaugurarsi: accolto, corteggiato, omaggiato, stupito, potrebbe essere davvero il protagonista assoluto. C’è chi – come riporta Stefano Mirti nelle sue “Letterine” – ironizza sulle strategie che qualcuno metterà in atto per lusingarlo, vezzeggiarlo e stupirlo, il visitatore: si farà di tutto, anche le cose più strane, anche le discoteche, pur di attrarre e fare “evento”. Non a caso il Salone 2023 sbarca su TikTok e promette un approccio comunicativo all’insegna dell’innovazione in vista del coinvolgimento – appunto – di un pubblico il più largo possibile. In tempi di social e di rivoluzione digitale è una scelta quasi obbligata.  

@domus Il 18 aprile apre le porte il Salone del Mobile di Milano. Ma voi lo sapete com’è nato? #salonedelmobile #designweek #milano ♬ suono originale - Domus Magazine

La cultura digitale sarà peraltro tra i protagonisti indiscussi della Design Week 2023: c’è grande attesa, ad esempio, per l’installazione progettata da Elena Salmistraro su un edificio iconico dello skyline milanese come la Torre Velasca: intervenendo con tecnologie digitali sul corpo fisico dell’architettura Salmistraro avvolgerà la Torre in un “abito” di filati intrecciati che innescano contaminazioni fra il luogo, la citta e le persone che la abitano. Né solo fisica né solo digitale, la Torre diventerà così phygital (crasi tra “physical” e “digital”) e libererà un inedito e rivoluzionario potenziale comunicativo.  

Design After Boundaries, della sturtup milanese Design Open Spaces

Ma quella fra physical e digital è solo una delle tante ibridazioni che segnano l’edizione di quest’anno. Tra le più interessanti e suggestive c’è senz’altro quella che alcuni marchi mettono in atto contaminando il design con la moda. È il caso di Bottega Veneta, che coinvolge un maestro come Gaetano Pesce nella produzione di due borse limited edition, My Dear Mountains e My Dear Prairies, che si rifanno figurativamente alla storia e ai ricordi personali dell’artista/designer, riecheggiando la sua prima vita in Italia, quando cresceva vicino alle montagne di Este, e la sua attuale vita in America, con un riferimento alle praterie del West. Ma per arrivare a scoprire le due borse il visitatore sarà chiamato a intraprendere un percorso esperienziale immersivo: un’installazione chiamata Vieni a Vedere che occuperà tutto lo showroom di Bottega Veneta in via Montenapoleone, una sorta di “grotta” in resina e tessuto, in cui entrerà un visitatore alla volta, attraversando la sagoma di una figura umana.  

Droog30. Design or Non-design?, Triennale Milano e Nieuwe Instituut. Foto Gianluca Di Ioia_ © Triennale Milano

Uno dei temi che sicuramente sarà al centro di molti progetti è quello che ruota attorno a parole-chiave come sostenibilità, qualità, circolarità, green, inclusione…: quali saranno le indicazioni prospettiche che il Salone sarà in grado di offrire?  In attesa di vedere e verificare sul campo, va senz’altro segnalata la mostra che la Triennale di Milano dedica al collettivo olandese Droog Design a trent’anni esatti dalla sua prima partecipazione al Fuori Salone nel 1993. Curata da Maria Cristina Didero e Richard Hutten, la mostra è stata progettata a partire da un crowdsourcing di opinioni, aneddoti e testimonianze raccolti sui social, secondo un processo democratico che si pone in sintonia con quella volontà di rendere il design accessibile a tutti che ha da sempre contrassegnato la visione di Droog: con i loro progetti diretti ed essenziali – il nome Droog significa “asciutto” in olandese – i giovani del collettivo, con una potente forza comunicativa, parlavano di sostenibilità già trent’anni fa, quando ancora non era un termine alla moda, e si facevano carico di tematiche politiche e sociali che il mondo del design avrebbe affrontato solo molti anni dopo.

Dutch Satellite 2023. C. Cherigie, Dawn to dusk, Sunset. Foto di Marcel Bednarz

Per verificare come si muove oggi la fertile e prestigiosa scuola olandese del design sarà interessante visitare il Dutch Satellite 2023 intitolato Matter. La parola esprime e condensa molti significati possibili: materia, ma anche sostanza, oggetto, fatto, questione, problema, argomento. I quattro giovani designer selezionati per il padiglione olandese di quest’anno (Claire Chérigié, Tim Couwenberg, Envisions, Albert Potgieter) hanno scelto di lavorare in team e di concentrarsi sulla ricerca di materiali innovativi e di soluzioni e prospettive alternative legate alla sostenibilità, l’inclusione sociale e l’educazione, a partire dalla rivisitazione di tecniche e materiali tradizionali. Vedremo se avranno raccolto la lezione di Droog Design o se avranno scelto di esplorare strade diverse. 

Interni, Design RE-Evolution, Amazon in collaborazione con Stefano Boeri Interiors, Università Statale di Milano.

Al tema del futuro sostenibile è dedicata anche la mostra-evento Interni Design Re-Evolution presso l’Università degli Studi di Milano, dove Sanlorenzo presenta La Macchina Impossibile, un’installazione di Piero Lissoni che interpreta l’incessante ricerca portata avanti dal cantiere verso soluzioni tecnologicamente innovative per ridurre l’impatto ambientale dello yachting: un’imponente scultura metallica posizionata al centro del cortile 700esco dell’Università e poggiata su una piattaforma retroilluminata si propone di illustrare la ricerca intrapresa da Sanlorenzo verso la nautica sostenibile e un futuro carbon neutral nelle imbarcazioni da diporto.

Interni, Design RE-Evolution. Cortile del’700, La Macchina impossibile, scultura metallica progettata da Piero Lissoni per Sanlorenzo, in collaborazione con Siemens Energy.

Ancora nella prospettiva della sostenibilità, molta curiosità genera anche la proposta di Tortona Rocks, che si rivolge ai visitatori del Fuorisalone con una domanda (How do you take care of tomorrow? Design instructions) volta ad aprire una riflessione su come ciascuno di noi sia parte attiva nel ridisegnare uno stile di vita più attento verso il nostro habitat, incentrato sull’essere umano e sui suoi bisogni in continua evoluzione. Prendersi cura del domani, e farlo oggi: a partire da questa prospettiva progettuale, Tortona Rocks porta al Fuorisalone una progettualità trasversale che permette di osservare il design da diverse angolazioni, riconfermandosi come una cornice espositiva dinamica e aperta. Tra gli highlights del programma 2023 ci sono Ikea con Assembling the Future Together, Archiproducts Milano con il progetto Terra e Paola Navone che presenta l’eclettica lotteria Take It or Leave It in cui mette in palio gratuitamente centinaia e centinaia di oggetti che la designer ha raccolto e collezionato nel corso degli anni, da antichi cucchiai di metallo indiani fino a pregiate porcellane tedesche.

Ikea, Assembling the Future Together. Padiglione Visconti

Sulla carta, un aspetto che pervade e collega molte delle proposte della Design Week 2023 è un evidente approccio materico ai temi della progettazione e dell’esposizione. Vediamo qualche caso. La pietra è protagonista, ad esempio, del progetto Beyond the Surface nel cuore del Brera Design District: un’installazione immersiva in equilibrio tra sogno e realtà progettata da Ellen Van Loon e Giulio Margheri dello Studio OMA per il brand olandese SolidNature, esperto nella lavorazione di pietre naturali. Attraverso un percorso espositivo articolato in sette diverse stanze – dalla Initiation Room ricoperta di lastre di onice translucido alla Confrontation Room popolata da enormi monoliti cubici di marmo, granito, onice e travertino appesi al soffitto – il progetto promette di immergere il visitatore in un paesaggio onirico che gli faccia scoprire le analogie fra la lavorazione della pietra e la realizzazione dei sogni, per approdare infine a un giardino popolato con pezzi di design scultoreo realizzato lavorando la pietra da designer come Sabine Marcelis e l’artista iraniana Bita Fayyazi.

NEMO Lighting, Ron Gilad + Nemo. BORGONUOVO19. Foto di Alberto Strada

All’acqua è dedicato invece di ECOTONO – metamorfosi dei confini, in programma al SaloneSatellite, che si interroga sul limite che divide e unisce acqua e terra, mare e costa, attraverso una galleria di oggetti sorprendenti disegnati dagli studenti dell’Isia di Faenza per riflettere e intervenire su un ecosistema prezioso e sempre più fragile, costantemente trasformato dalle progressive variazioni climatiche. Con Delightful progettato da Ron Gilad per Nemo Lighting la protagonista assoluta è invece la luce: l’artista e designer che vive fra Milano e Tel Aviv propone opere e installazioni inedite che coinvolgeranno i visitatori attorno alla domanda ‘di cosa parliamo quando parliamo di luce?’. Collocando le sue lampade in una dimensione ironica e provocatoria, Ron Gilad promette di provocare stupore e stimolare interazioni inattese. 

Allo stupore mira anche Alessandra Baldereschi che propone per Dilmos un’installazione collocata in un paesaggio immaginario e quasi fiabesco: una sequenza di specchi che riflettono porzioni di alberi, con al centro un tavolo ricoperto da una tovaglia. La staticità dello sfondo, con gli archi e il paesaggio, viene interrotta da un pettirosso di passaggio, che ad un tratto si avvicina alla tovaglia e afferra un lembo del panneggio, scoprendo una parte del tavolo. Tavolo e tovaglia sono in ottone spazzolato, sinuosamente modellato e curvato per simulare il movimento del tessuto, in un’atmosfera da fiaba disneyana. 

Senza Invito, Casa Circondariale San Vittore “E. Di Cataldo”

Per finire, due novità rilevanti dal punto di vista civile e sociale: da un lato, la design week entra per la prima volta nel carcere di San Vittore di Milano e lo fa Senza invito: questo il titolo di un’esposizione di opere di design realizzate dai detenuti a partire da scarti e rifiuti prodotti nel carcere stesso. Ideata da Davide Crippa, la mostra espone i risultati del laboratorio di Economia Circolare del carcere fondato da Ilaria Scauri e condotto da docenti di design dell’Università Iuav di Venezia e vuole invitare i visitatori a guardare oltre gli oggetti per vedere le persone che li hanno realizzati. In una direzione non molto dissimile va la scelta di Marva Griffin di dedicare la 24esima edizione del Salone Satellite alla formazione. Il tema di quest’anno è infatti Design Schools-Universities/Building the (im)possible. Process, Progress, Practice: l’intento è di sottolineare l’importante contributo che scuole e università hanno dato e continuano a dare alla formazione delle nuove generazioni di progettisti, accompagnando il processo che negli ultimi anni ha fatto del designer una professione di massa. 

Immagine di apertura: Future to Share, Bioglow Pure. Tortona Design Week 2023

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