“Invece di dare tre gradi di libertà, ne volevo sei, ma sempre con un movimento controbilanciato, completamente libero e solo il minimo di frizione per garantire la stabilità delle posizioni assunte. Così ho disegnato sei giunti a rotazione libera, che si muovono a 360 gradi; senza cavi, con connettori elettrici nascosti al loro interno, impiegando la tecnologia delle cerniere dei laptop computer che disegno da 25 anni”. Così Richard Sapper raccontava a Domus la sua Halley, progetto con cui tornava nel mondo delle lampade nel 2005, a trent’anni da un blockbuster come la Tizio.
Ancora una volta nella carriera del designer tedesco, un concentrato di tecnologia e di nuovi comportamenti per i quali progettare: la Halley – anche nel suo nome – era pensata come una cometa che descrive orbite, partiva dall’abbracciare la tecnologia LED allora agli inizi, e per questo integrava componenti come un vero e proprio radiatore per il raffreddamento dei 16 chip illuminanti.
Oggi Halley, prodotta da Stilnovo, celebra i suoi 20 anni: la tecnologia è evoluta, quindi si è potuta liberare del radiatore collocato nella “coda”, sostituendolo con un dimmer di prossimità che permette di accendere e regolare la luce avvicinando la mano; ma la molteplicità dei movimenti alla base del concept resta la stessa, ed è quella celebrata nella nuova campagna fotografica di Mattia Balsamini, curata dagli art director Russo Sgarbossa.
Cromie siderali, scie, contrasti che enfatizzano il dialogo di luce e oscurità raccontano un oggetto che è una piccola macchina spaziale, trasversale nel suo adattarsi a tutti gli spazi della vita umana, che siano abitativi o di lavoro, perché è dalla gestualità pura che nasce la sua forma.