Il meglio di Edit Napoli 2021

Alla sua terza edizione, la fiera di design partenopea è ormai un appuntamento d’obbligo in cui scoprire giovani talenti, piccole aziende e le meraviglie del centro di Napoli.

1. Il bestiario di Federico Pepe Per la prima volta Federico Pepe presenta un consistente corpus di opere interdisciplinari, tra arredo, grafica e arte, che mostrano la sua visione cangiante e fluida. Una sorta di “bestiario”, la cui l’apparente casualità è invece irregimentata da una disposizione ordinata e geometrica che fa emergere connessioni. Come quelle con il meraviglioso luogo che lo ospita, il Museo Civico Gaetano Filangeri, ricco di storia e opere d’arte, con cui si crea un inatteso dialogo. “Chest’è”, a cura di Federica Sala, fino al 30 gennaio 2022.

Foto Francesco Squeglia

1. Il bestiario di Federico Pepe

Foto Francesco Squeglia

1. Il bestiario di Federico Pepe

Foto Francesco Squeglia

2. La ceramica partenopea di Patricia Urquiola La tradizionale ceramica bianca partenopea è interpretata da Patricia Urquiola insieme agli studenti dell’Istituto Caselli - Real Fabbrica di Capodimonte. Hybrida è una complessa collezione di centrotavola che si ispira alla natura, creando creature fiabesche che si ibridano con la flora e il terreno portandoci in un eden incantato. Come quello del giardino didattico interno alla scuola, a cui sono devoluti i proventi dell’asta solidale di Christie’s, che ha battuto i prototipi. Tra gli acquirenti, il CT Roberto Mancini.

Foto Serena Eller

2. La ceramica partenopea di Patricia Urquiola

Foto Serena Eller

2. La ceramica partenopea di Patricia Urquiola

Foto Serena Eller

3. House of Today, tra Beirut e Napoli L’architetto e product designer libanese Stephanie Moussallem realizza quattro lampade da terra e da tavolo in collaborazione con alcuni artigiani napoletani, con l’obiettivo di mischiare tecniche e materiali differenti che rappresentano l’anima manifatturiera ancora diffusa nel centro storico cittadino. Vetri multicolore e complesse lavorazioni in legno disegnano un trait d’union tra Beirut e Napoli. “L’amore per la famiglia, la forte presenza di fede nella vita quotidiana, il disordine urbano contrapposto a una serenità naturale generano un’energia pulsante che può esistere solo in tale caos e contrazione”, spiega la designer. Shades of Naples è un progetto in collaborazione con la Fondazione Made in Cloister e House of Today, fino al 30 gennaio 2022.

Foto Francesco Squeglia

3. House of Today, tra Beirut e Napoli

Foto Francesco Squeglia

3. House of Today, tra Beirut e Napoli

Foto Francesco Squeglia

4. Eros nell’Archivio di Stato Lidewij Edelkoort e Charlotte Grün hanno curato, all’interno dell’evocativo Archivio di Stato di Napoli, una mostra dedicata alla biblioteca personale dell’artista e grafico olandese Anthon Beecke. Tipografo e street artist, Beecke ha lavorato, durante la sua carriera, sul tema del corpo e dell’erotismo, con cui ha creato un nuovo e provocatorio alfabeto espressivo. La mostra ha messo anche in evidenza il rapporto personale e professionale di oltre tre decenni tra Beecke ed Edelkoort (fino al 15 dicembre 2021).

Foto Francesco Squeglia

4. Eros nell’Archivio di Stato

Foto Francesco Squeglia

4. Eros nell’Archivio di Stato

Foto Francesco Squeglia

5. Daniel Kruger, reliquie laiche Amuleti incastonati in urne che richiamano gli ex-voto. Tra le opere dell’artista e orafo sud africano Daniel Kruger e le sale del Museo del Tesoro di San Gennaro si genera uno straordinario dialogo, che ci parla di fragilità e paura terrene e di tensione verso la dimensione spirituale, ultraterrena. La mostra personale è curata da Marco Bazzini per la Galleria Antonella Villanova di Firenze (fino al 30 gennaio 2022).

Foto Francesco Squeglia

5. Daniel Kruger, reliquie laiche

Foto Francesco Squeglia

5. Daniel Kruger, reliquie laiche

Foto Bruno Bruchi

6. Finemateria e il poliuretano espanso Stefano Bassan e Gianluca Sigismondi, giovani fondatori dello studio Finemateria, presentano la loro ricerca sul poliuretano espanso, volta a ridurre il numero di materiali presenti in un comune divano imbottito, con conseguenti problemi di smaltimento. Prendono spunto dalle tecniche di produzione dei materassi, proponendo un sandwich a densità e spessori variabili con cui comporre una seduta monomaterica. Uno dei prototipi presenta una fodera termosensibile.

Foto Sereno Eller 

6. Finemateria e il poliuretano espanso

Foto Sereno Eller 

7. Eleit per degustare Napoli Piccolo brand napoletano di food design e artigianato locale, Eleit.it crea oggetti per la tavola multisensoriali dalla forte capacità narrativa e rituale, in collaborazione con chef affermati. È il caso di Famiglia Oliva, design Astrid Luglio con la sommelier e mastro oleario Mariella Caputo: una collezione di oggetti per la degustazione dell’olio, realizzata dagli stagnai di rua catalana a Napoli.

Courtesy Famiglia Oliva

7. Eleit per degustare Napoli

Courtesy Famiglia Oliva

7. Eleit per degustare Napoli

Courtesy Famiglia Oliva

8. House of ita e la Macedonia del Nord Arazzi contemporanei per esplorare lo sfaccettato universo femminile nella Macedonia del Nord. È la collezione Trasposizioni dell’artista tessile e designer Margarita Aleksievska Sclavi (House of Ita): collage che utilizzano come materia prima abiti tradizionali femminili slavo-macedoni di impronta bizantina. L’artista li decostruisce e li riassembla in un viaggio alla scoperta delle proprie radici, al confine tra Oriente e Occidente, dove l’emancipazione della donna passa attraverso la creatività.

Foto Paolo Abate

8. House of ita e la Macedonia del Nord

Foto Paolo Abate

8. House of ita e la Macedonia del Nord

Foto Paolo Abate

9. Margherita Rui, Alfabeto di lava Alfabeto è una collezione in cotto manuale e pietra lavica smaltati, disegnata da Margherita Rui per 950 ninefifty. 19 decori composti da linee che combaciano e trasformano le superfici in composizioni grafiche. “Quando ho disegnato Alfabeto volevo ricreare il ritmo delle forme e colori delle ceramiche di Caltagirone. Solo però astraendone le forme: da figurative a segniche, geometriche. Anche le tonalità sature ne sintetizzano i colori. Diventano segni di un alfabeto con cui scrivere storie”, afferma Rui.

Foto Mattia Balsamini

9. Margherita Rui, Alfabeto di lava

Foto Mattia Balsamini

9. Margherita Rui, Alfabeto di lava

Foto Mattia Balsamini

10. Monogramma studio con Cimento Monogramma Studio interpreta il materiale Cimento, un agglomerato composto al 90% di aggregati minerali mescolati a un legante cementizio. Facilmente lavorabile, si presta a creare texture a stampo. Nascono così i moduli tridimensionali di Frammenti con scaglie di fluorite, oppure i bassorilievi di Battigia, che evocano le increspature della sabbia, o ancora le superfici di Macramè che integrano inserti di cimose di scarto dei tessuti Rubelli, unendo industria, artigianato e upcycling.

10. Monogramma studio con Cimento

10. Monogramma studio con Cimento

Una fiera sul design d’autore. E una mostra mercato con una forte impronta curatoriale. Alla sua terza edizione Edit Napoli, diretto Emilia Petruccelli e curato da Domitilla Dardi, raccoglie circa 80 espositori tra designer autoproduttori ed emergenti under 30 e aziende di piccola serie, accomunati dal carattere artigianale e dalla ricerca tipologica, anche nel caso di processi produttivi industriali o seriali. Design territoriale, ovvero che trae la sua forza dalle artigianie e dalla cultura del territorio, e ricerca nei materiali tra low e high-tech all’insegna della circolarità ecologica sono il fil rouge che accompagna la selezione.

Seminario. Foto Serena Eller

In questa terza edizione si consolida anche il rapporto i luoghi simbolo del centro di Napoli, connettendoli a importanti istituzioni e realtà internazionali della cultura del progetto. La sezione Edit Cult porta installazioni site-specific e mostre di design in luoghi incantevoli e al di fuori del circuito turistico, come la Fondazione Made in Cloister o il Museo Civico Gaetano Filangeri – il giurista e filosofo che ha intrattenuto una corrispondenza con Benjamin Franklin influenzandone la redazione della Dichiarazione d’Indipendenza. E tra design e luogo si instaura un inaspettato e reciproco scambio tra storia e contemporaneità.

Immagine di apertura: Sala del capitolo, foto Serena Eller

1. Il bestiario di Federico Pepe Foto Francesco Squeglia

Per la prima volta Federico Pepe presenta un consistente corpus di opere interdisciplinari, tra arredo, grafica e arte, che mostrano la sua visione cangiante e fluida. Una sorta di “bestiario”, la cui l’apparente casualità è invece irregimentata da una disposizione ordinata e geometrica che fa emergere connessioni. Come quelle con il meraviglioso luogo che lo ospita, il Museo Civico Gaetano Filangeri, ricco di storia e opere d’arte, con cui si crea un inatteso dialogo. “Chest’è”, a cura di Federica Sala, fino al 30 gennaio 2022.

1. Il bestiario di Federico Pepe Foto Francesco Squeglia

1. Il bestiario di Federico Pepe Foto Francesco Squeglia

2. La ceramica partenopea di Patricia Urquiola Foto Serena Eller

La tradizionale ceramica bianca partenopea è interpretata da Patricia Urquiola insieme agli studenti dell’Istituto Caselli - Real Fabbrica di Capodimonte. Hybrida è una complessa collezione di centrotavola che si ispira alla natura, creando creature fiabesche che si ibridano con la flora e il terreno portandoci in un eden incantato. Come quello del giardino didattico interno alla scuola, a cui sono devoluti i proventi dell’asta solidale di Christie’s, che ha battuto i prototipi. Tra gli acquirenti, il CT Roberto Mancini.

2. La ceramica partenopea di Patricia Urquiola Foto Serena Eller

2. La ceramica partenopea di Patricia Urquiola Foto Serena Eller

3. House of Today, tra Beirut e Napoli Foto Francesco Squeglia

L’architetto e product designer libanese Stephanie Moussallem realizza quattro lampade da terra e da tavolo in collaborazione con alcuni artigiani napoletani, con l’obiettivo di mischiare tecniche e materiali differenti che rappresentano l’anima manifatturiera ancora diffusa nel centro storico cittadino. Vetri multicolore e complesse lavorazioni in legno disegnano un trait d’union tra Beirut e Napoli. “L’amore per la famiglia, la forte presenza di fede nella vita quotidiana, il disordine urbano contrapposto a una serenità naturale generano un’energia pulsante che può esistere solo in tale caos e contrazione”, spiega la designer. Shades of Naples è un progetto in collaborazione con la Fondazione Made in Cloister e House of Today, fino al 30 gennaio 2022.

3. House of Today, tra Beirut e Napoli Foto Francesco Squeglia

3. House of Today, tra Beirut e Napoli Foto Francesco Squeglia

4. Eros nell’Archivio di Stato Foto Francesco Squeglia

Lidewij Edelkoort e Charlotte Grün hanno curato, all’interno dell’evocativo Archivio di Stato di Napoli, una mostra dedicata alla biblioteca personale dell’artista e grafico olandese Anthon Beecke. Tipografo e street artist, Beecke ha lavorato, durante la sua carriera, sul tema del corpo e dell’erotismo, con cui ha creato un nuovo e provocatorio alfabeto espressivo. La mostra ha messo anche in evidenza il rapporto personale e professionale di oltre tre decenni tra Beecke ed Edelkoort (fino al 15 dicembre 2021).

4. Eros nell’Archivio di Stato Foto Francesco Squeglia

4. Eros nell’Archivio di Stato Foto Francesco Squeglia

5. Daniel Kruger, reliquie laiche Foto Francesco Squeglia

Amuleti incastonati in urne che richiamano gli ex-voto. Tra le opere dell’artista e orafo sud africano Daniel Kruger e le sale del Museo del Tesoro di San Gennaro si genera uno straordinario dialogo, che ci parla di fragilità e paura terrene e di tensione verso la dimensione spirituale, ultraterrena. La mostra personale è curata da Marco Bazzini per la Galleria Antonella Villanova di Firenze (fino al 30 gennaio 2022).

5. Daniel Kruger, reliquie laiche Foto Francesco Squeglia

5. Daniel Kruger, reliquie laiche Foto Bruno Bruchi

6. Finemateria e il poliuretano espanso Foto Sereno Eller 

Stefano Bassan e Gianluca Sigismondi, giovani fondatori dello studio Finemateria, presentano la loro ricerca sul poliuretano espanso, volta a ridurre il numero di materiali presenti in un comune divano imbottito, con conseguenti problemi di smaltimento. Prendono spunto dalle tecniche di produzione dei materassi, proponendo un sandwich a densità e spessori variabili con cui comporre una seduta monomaterica. Uno dei prototipi presenta una fodera termosensibile.

6. Finemateria e il poliuretano espanso Foto Sereno Eller 

7. Eleit per degustare Napoli Courtesy Famiglia Oliva

Piccolo brand napoletano di food design e artigianato locale, Eleit.it crea oggetti per la tavola multisensoriali dalla forte capacità narrativa e rituale, in collaborazione con chef affermati. È il caso di Famiglia Oliva, design Astrid Luglio con la sommelier e mastro oleario Mariella Caputo: una collezione di oggetti per la degustazione dell’olio, realizzata dagli stagnai di rua catalana a Napoli.

7. Eleit per degustare Napoli Courtesy Famiglia Oliva

7. Eleit per degustare Napoli Courtesy Famiglia Oliva

8. House of ita e la Macedonia del Nord Foto Paolo Abate

Arazzi contemporanei per esplorare lo sfaccettato universo femminile nella Macedonia del Nord. È la collezione Trasposizioni dell’artista tessile e designer Margarita Aleksievska Sclavi (House of Ita): collage che utilizzano come materia prima abiti tradizionali femminili slavo-macedoni di impronta bizantina. L’artista li decostruisce e li riassembla in un viaggio alla scoperta delle proprie radici, al confine tra Oriente e Occidente, dove l’emancipazione della donna passa attraverso la creatività.

8. House of ita e la Macedonia del Nord Foto Paolo Abate

8. House of ita e la Macedonia del Nord Foto Paolo Abate

9. Margherita Rui, Alfabeto di lava Foto Mattia Balsamini

Alfabeto è una collezione in cotto manuale e pietra lavica smaltati, disegnata da Margherita Rui per 950 ninefifty. 19 decori composti da linee che combaciano e trasformano le superfici in composizioni grafiche. “Quando ho disegnato Alfabeto volevo ricreare il ritmo delle forme e colori delle ceramiche di Caltagirone. Solo però astraendone le forme: da figurative a segniche, geometriche. Anche le tonalità sature ne sintetizzano i colori. Diventano segni di un alfabeto con cui scrivere storie”, afferma Rui.

9. Margherita Rui, Alfabeto di lava Foto Mattia Balsamini

9. Margherita Rui, Alfabeto di lava Foto Mattia Balsamini

10. Monogramma studio con Cimento

Monogramma Studio interpreta il materiale Cimento, un agglomerato composto al 90% di aggregati minerali mescolati a un legante cementizio. Facilmente lavorabile, si presta a creare texture a stampo. Nascono così i moduli tridimensionali di Frammenti con scaglie di fluorite, oppure i bassorilievi di Battigia, che evocano le increspature della sabbia, o ancora le superfici di Macramè che integrano inserti di cimose di scarto dei tessuti Rubelli, unendo industria, artigianato e upcycling.

10. Monogramma studio con Cimento

10. Monogramma studio con Cimento