Gli assoluti: 20 librerie di design imperdibili

Dalle librerie tradizionali alle più scultoree o a colonna: 20 progetti iconici selezionati da Domusweb.

Ufficio tecnico Lips Vago, libreria “Congresso”, Lips Vago, inizi anni ‘20 Esempio emblematico dell’applicazione rigorosa di un’unica tecnica costruttiva, quella della lamiera piegata, la libreria “Congresso” è un prodotto di origine strettamente industriale (depositi, archivi, magazzini) che, dagli anni ‘50, è entrato a pieno titolo tra i grandi status symbol intellettuali. 

Libreria componibile costituita da montanti e ripiani in lamiera di acciaio verniciata, oggi disponibile in due colori base, nero e bianco. Dimensioni: cm l.100 x p.38 x h.220

Charles and Ray Eames, “Storage Unit”, Herman Miller, 1950, Vitra dal 2004 Nati per ufficio, gli “Storage Unit” rappresentano oggi un’iconica risposta a chi considera la “libreria” un sistema non destinato ai soli libri, ma multifunzionale. Ai ripiani infatti vengono alternate piccoli contenitori ad ante e persino cassettini. La struttura in metallo si arricchisce di superfici (ad esempio la lamiera forata) e colori differenti (gli originali, ma anche quelli proposti dal recente ristyling cromatico di Hella Jongerius).

Struttura di metallo verniciato nero, pannelli laccati in vari colori o in lamiera forata, superfici lignee in multistrati impiallacciato betulla, piedini regolabili Dimensioni: cm l.120 x p.43 x h.148

Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti, sistema sovrapponibile “Cavalletto”, Frigerio, 1955, oggi Agapecasa Intendere il design alla stregua di una costruzione strutturale architettonica: questo il principio da cui muove “Cavalletto”. Incastrati come cunei, i singoli elementi, quasi delle panche, possono crescere in verticale, disegnando un fianco ricco e articolato.

Sistema componibile costituito da elementi verticali impilabili e ripiani; realizzato in multistrati di pioppo con finitura rovere naturale, bruno o scuro. È accessoriabile con elementi contenitori. Dimensioni: fianco cm p.30 x h.51; ripiano cm l.103 x p.40 x h.2; contenitori cm l.100 x p.40,2 x h.40

Franco Albini, libreria “LB7”, Poggi, 1956/1957, dal 2008 “835 Infinito” Cassina Senz’altro la più celebre, e una delle poche sopravvissute, di una tipologia assai diffusa alla fine degli anni ‘50.  Veniva intesa come un vero e proprio “separatore di spazi”, delimitando la sala da pranzo o lo studiolo rispetto al salone. L’elemento costitutivo del progetto è il puntone, regolabile, tra soffitto e pavimento (elemento che torna in molte architetture degli interni di Albini).

Libreria componibile costituita da mensole e montanti sagomati a fuso fissati a pressione fra pavimento e soffitto. Può essere dotata di un contenitore ad ante o a ribalta. Originariamente realizzata in noce, palissandro o teak, viene oggi prodotta nelle finiture frassino naturale, frassino tinto nero o noce canaletto. Dimensioni: montanti cm l.90 (modulo) x h.268-290 x p.25 (mensola)

Dieter Rams, “606 Universal Shelving System”, Vistœ, 1959, distribuzione è De Padova Un oggetto che rappresenta al meglio il minimal: essenziale (anche nel montaggio che si effettua senza attrezzi) ed eterna (mano a mano che spariscono dalla produzione gli straordinari oggetti disegnati da Rams per Braun, tocca all’Universal System ricordare uno dei maggiori designer del secolo XX).

Libreria con montanti in estruso di alluminio sagomati a E, piani e mensole ugualmente in alluminio, di esiguo spessore. Utilizzabile sospesa, fissata parzialmente a parete e nella versione da centro, è attrezzabile con cassettiere, tavoli integrati, aste portabiti, bacheche per riviste e speciali reggilibro. Dimensioni: sistema modulare a partire da l.67 cm; per le mensole sono previste quattro diverse profondità. Colori bianco, nero e argento

Gianfranco Frattini, libreria da centro “Albero”, 1959/61, oggi Poltrona Frau Inizialmente utilizzato in interni, di questo oggetto straordinario si erano perse per lungo tempo le tracce, finché, nel 2015, entra nella collezione “Icone” di Poltrona Frau. Tipologicamente “Albero” è una libreria da centro, estesa da pavimento a soffitto e per di più girevole.

Struttura portante in legno massello di noce Canaletto con speciale incastro a cremagliera; mensole impiallacciate in essenza. Puntali metallici, a soffitto e a terra. Dimensioni: diam. cm 84 x h.266-326

Pierre Paulin, libreria “Elysée”, 1968, oggi Magis Testimonianza di un momento storico di grande vitalità e ricerca e di un’occasione unica quale l’arredo degli appartamenti del presidente Pompidou all’Eliseo, questa libreria ragiona in termini di moduli, dilatandosi, per sovrapposizione e accosto, secondo uno schema a U rovesciate.

Libreria in multistrato di acero composta da vassoi, impilabili e accostabili Dimensione modulo cm l.60,5 x p.35 x h.39,5

Shiro Kuramata, libreria “Glass Shelves”, Mihoya, 1976, oggi Glas Italia Kuramata, sia pur scomparso prematuramente, rimane uno dei grandi maestri del design mondiale. In questa essenziale libreria raggiunge un’eleganza eccezionale semplicemente giocando sullo spessore delle lastre di cristallo, sul ritmo della ripetizione e naturalmente su una perfezionata tecnica di incollaggio.

Libreria interamente realizzata in cristallo trasparente da 12 mm termosaldato Dimensioni: cm l.165 x p.35 x h.196

Vico Magistretti, libreria “Nuvola Rossa”, Cassina, 1977 Uno oggetto che tutti conoscono e chiamano per nome! “Nuvola rossa” ha dato adito a infinite copie e rielaborazioni, che muovono comunque tutte dall’idea di una libreria come segno astratto creato incrociando montanti, piani e puntoni. La sua particolarissima ripiegabilità si collega probabilmente con i mobili della cosiddetta tradizione coloniale, che rapidamente dovevano essere spostati in un altro luogo, citati da Magistretti anche in altre occasioni progettuali.

Libreria pieghevole realizzata in faggio naturale o laccato. Dimensioni: cm l.100 x p.39,5 x h.192

Ettore Sottsass, libreria “Carlton”, Memphis, 1981 Uno degli oggetti più conosciuti del design mondiale, viene immediatamente associato alla nascita del movimento Memphis e quindi alla diffusione del post-modernismo. Propone l’idea di una libreria la cui forma prevarica sui libri in essa contenuti (usualmente infatti la si vede vuota!), per trasformarsi in una sorta di altare laico o di totem contemporaneo.

Struttura in MDF rivestito in  laminato plastico policromo di Abet Laminati. Dimensioni: cm l.190 x p.40 x h.195

Ron Arad, libreria “Bookworm”, Kartell, 1993/1995 È questo il più interessante esperimento di trasformazione della tradizionale libreria in un oggetto decorativo da parete, auto-espressivo al di là della presenza stessa dei libri. Senz’altro un’invenzione tipologica, senz’altro una testimonianza dell’epoca in cui è stata disegnata.

Realizzata inizialmente in acciaio armonico (1993), viene poi prodotta in PVC colorato in massa. Va fissata a parete mediante un kit di tasselli. È disponibile in tre diverse lunghezze e sono possibili svariate configurazioni. Dimensioni: cm l. 320-520-820 x p.20 x h.19

Bruno Rainaldi, libreria “Original Ptolomeo”, Opinion Ciatti, 2003 “PTolomeo” è la dimostrazione che è sempre possibile inventare una nuova tipologia: questa colonna che, una volta riempita di libri, nasconde la sua stessa struttura, ha rivoluzionato il mondo dell’arredo contemporaneo, ottenendo, nel 2004, un meritatissimo Compasso d’Oro.

Libreria self-standing dotata di base stabilizzante in acciaio inox o metallo laccato coordinato con i colori della struttura (nero, bianco, inox o corten), reggilibro a scomparsa anch’essi in metallo. È disponibile in tre differenti altezze per un contenimento rispettivo di circa 35, 70 e 95 volumi. Dimensioni: cm l.26 x p.26 x h.75; l.35 x p.35x h.160; l.35 x p.35 x h.215

Antonio Citterio, sistema “Infinity”, Flexform, 2004 “L’idea di Infinity – dice Antonio Citterio- era quella di annullare il contenitore per valorizzare il contenuto”. Ecco che la libreria si fa sistema e tende a formare vere e proprie biblioteche. L’adozione del colore su metallo -nero, crema, beige, ma anche rosso, verde kaki, grigio ombra- ha fatto scuola.

Sistema libreria/contenitore in metallo internamente e in metallo smaltato con polveri epossidiche esternamente. È costituito da moduli cubici sovrapponibili uniti tra loro da viti in acciaio invisibili. Accessori a forma di “cesta” in cuoio. Dimensioni: componibile. Misure standard: cm l.120 x p.40 x h.200; l.200 x p.40 x h.300

Jean Nouvel, libreria sospesa “Graduate”, Molteni, 2004 L’effetto cercato è quello della sospensione magica, ottenuto grazie all’inedito principio della sospensione dall’alto e al posizionamento completamente libero dei piani. La complessa definizione ingegneristica del pezzo è risolta senza alcuno “sforzo” apparente, anzi con un risultato di grande leggerezza.

Un’unica mensola superiore, ancorata a parete o soffitto, porta, per caduta, tiranti in acciaio e montanti metallici con tacche per posizionare ripiani in mdf rivestiti in alluminio, naturale o nero, e bordati in multistrati di betulla. Dimensioni: cm l.100-200-300 x p.35 x h.da 77 a 230 ca.

Ronan ed Erwan Bouroullec, libreria “Cloud”, Cappellini, 2004 Apparentemente dedotta dalle strips di una storia a fumetti, “Cloud” inaugura una nuova generazione di oggetti, giocosi e dotati di una funzionalità e di una destinazione d’uso non chiaramente definite (paravento? libreria? per la camera dei bambini? per una boutique?). Sfrutta al meglio le potenzialità dello stampaggio rotazionale.

Libreria modulare bifacciale in polietilene bianco con vani passanti. Gli elementi sono aggregabili tra loro mediante clips a pressione di colore bianco. Dimensioni: cm l.187,5 x p.40 x h.105

Neuland Industriedesign, libreria “Random”, MDF, 2005 Random, come il nome stesso dichiara, sfrutta al meglio l’irregolare distribuzione dei piani. Inoltre il passo assai stretto dei vani destinati ai volumi risolve, in maniera esteticamente rimarchevole, il problema del “reggilibro”. La presenza di “tasche” orizzontali muove la composizione e propone inediti modi d’uso.

Schienale in melaminico, ripiani ad altezze predefinite inseriti nelle spalle tramite fresate invisibili. Dimensioni: cm l.81,6 x p.25 x h.217

Naoto Fukasawa, libreria “Shelf X”, B&B Italia, 2005 Il disegno geometrico, che ricorda un ideogramma giapponese, e lo spessore ridotto del materiale acrilico donano a “Shelf X” un alto grado di astrazione. Una libreria che può vivere felicemente persino vuota.

Libreria a giorno bifacciale interamente realizzata  in DuPont™ Corian®. Può essere posizionata anche a centro stanza o appesa a parete. Dimensioni: cm l.131 x p.37 x h.145,5

Thomas Sandell, libreria “Melt”, Marsotto Edizioni, 2010 Inedita e sorprendente combinazione di due tipologie, la consolle e lo scaffale, “Melt” unisce inoltre l’approccio minimalistico tipico di Thomas Sandell, tra i maggiori designer svedesi contemporanei, a un materiale importante, e propriamente italiano, quale il marmo. Interessante la suggestione di un equilibrio instabile, data dal bordo superiore aderente alla parete, mentre il bordo inferiore se ne distacca decisamente.

Libreria in marmo Bianco di Carrara, disponibile anche in marmo Nero Marquina, entrambi con finitura levigata. Dimensioni: cm l.70 x p.37 x h.90

Nendo, libreria “Drop”, Cappellini, 2012 Elemento isolato a colonna, in qualche modo antropomorfo per il curioso coronamento/testa inclinato, utilizza una sofisticata palette di colori che si rifà a caratteristiche naturali del Giappone, dal rosa dei boccioli di ciliegio al grigio caldo delle pietre.

Libreria bifacciale a colonna, realizzata in lamiera di metallo tagliata a laser e laccata opaca. Disponibile in tre diverse altezze. Dimensioni: cm l.54,6 x p.32 x h.70,5-140,7-173,5

Raw Edges, libreria “Booken”, Lema, 2013 Una vera e propria invenzione tipologica che rompe la consuetudine dei libri appoggiati o allineati per sospenderli quasi si trattasse di panni stesi. Immaginata come elemento destinato ai “volumi del cuore”, di più frequente consultazione, assume l’aspetto di una consolle.

Disponibile in frassino laccato a poro aperto amarena o nero è autoportante e prevede 20 aste reggilibro in rovere naturale. Esiste anche nella versione da parete. Dimensioni: cm l.130 x p.32 x h.65

Il termine libreria è in fondo ambiguo: le librerie, in una casa, possono essere alte e piene di volumi e quindi sostanzialmente dare luogo a biblioteche, oppure porsi come elementi isolati destinati a contenere pochi volumi scelti e, sovente, oggetti e piccole collezioni. Mentre la prima variante tipologica è decisamente appannaggio dell’architettura degli interni (si tratta infatti di arredi fissi), e richiede un ambiente o almeno una parete totalmente dedicata, la seconda rientra nell’ambito del furniture design.

Usualmente a sviluppo verticale, le librerie domestiche prevedono una certa modularità: partendo da dimensioni standard di circa 100x200h centimetri, si verifica in numerose occasioni che esse “crescano” nel tempo. Anche per questo motivo le forme sono piuttosto semplici, rispettando la regola della ripetizione di piani orizzontali sostenuti da spalle o dell’alveare a modulo quadro. Non mancano tuttavia esempi di librerie intese come “sculture” e quindi destinate a pochi libri. Così come, meno frequenti, ma di certo suggestive, vanno ricordate le varianti di librerie, come si dice poeticamente, “da cielo a terra”, che svolgono anche la funzione di separazione dell’ambiente. Questa ultima situazione tipologica, molto praticata negli anni Cinquanta e Sesssanta, è recentemente tornata di gran moda a causa della diffusione del vintage.

Un’ulteriore configurazione tipologica per la libreria è quella cosiddetta “a colonna”, usualmente utilizzata al centro degli spazi e sovente girevole, prende ispirazione da certi contenitori di misura ridotta, destinati ai “libri del cuore”, che, nelle grandi biblioteche nobiliari, si distribuivano nel vuoto centrale. I materiali oggi più frequentemente usati per realizzare le librerie sono, da un lato, il legno, multistrati o MDF impiallacciato, dall’altro la lamiera, eventualmente smaltata.

Ufficio tecnico Lips Vago, libreria “Congresso”, Lips Vago, inizi anni ‘20 Libreria componibile costituita da montanti e ripiani in lamiera di acciaio verniciata, oggi disponibile in due colori base, nero e bianco. Dimensioni: cm l.100 x p.38 x h.220

Esempio emblematico dell’applicazione rigorosa di un’unica tecnica costruttiva, quella della lamiera piegata, la libreria “Congresso” è un prodotto di origine strettamente industriale (depositi, archivi, magazzini) che, dagli anni ‘50, è entrato a pieno titolo tra i grandi status symbol intellettuali. 

Charles and Ray Eames, “Storage Unit”, Herman Miller, 1950, Vitra dal 2004 Struttura di metallo verniciato nero, pannelli laccati in vari colori o in lamiera forata, superfici lignee in multistrati impiallacciato betulla, piedini regolabili Dimensioni: cm l.120 x p.43 x h.148

Nati per ufficio, gli “Storage Unit” rappresentano oggi un’iconica risposta a chi considera la “libreria” un sistema non destinato ai soli libri, ma multifunzionale. Ai ripiani infatti vengono alternate piccoli contenitori ad ante e persino cassettini. La struttura in metallo si arricchisce di superfici (ad esempio la lamiera forata) e colori differenti (gli originali, ma anche quelli proposti dal recente ristyling cromatico di Hella Jongerius).

Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti, sistema sovrapponibile “Cavalletto”, Frigerio, 1955, oggi Agapecasa Sistema componibile costituito da elementi verticali impilabili e ripiani; realizzato in multistrati di pioppo con finitura rovere naturale, bruno o scuro. È accessoriabile con elementi contenitori. Dimensioni: fianco cm p.30 x h.51; ripiano cm l.103 x p.40 x h.2; contenitori cm l.100 x p.40,2 x h.40

Intendere il design alla stregua di una costruzione strutturale architettonica: questo il principio da cui muove “Cavalletto”. Incastrati come cunei, i singoli elementi, quasi delle panche, possono crescere in verticale, disegnando un fianco ricco e articolato.

Franco Albini, libreria “LB7”, Poggi, 1956/1957, dal 2008 “835 Infinito” Cassina Libreria componibile costituita da mensole e montanti sagomati a fuso fissati a pressione fra pavimento e soffitto. Può essere dotata di un contenitore ad ante o a ribalta. Originariamente realizzata in noce, palissandro o teak, viene oggi prodotta nelle finiture frassino naturale, frassino tinto nero o noce canaletto. Dimensioni: montanti cm l.90 (modulo) x h.268-290 x p.25 (mensola)

Senz’altro la più celebre, e una delle poche sopravvissute, di una tipologia assai diffusa alla fine degli anni ‘50.  Veniva intesa come un vero e proprio “separatore di spazi”, delimitando la sala da pranzo o lo studiolo rispetto al salone. L’elemento costitutivo del progetto è il puntone, regolabile, tra soffitto e pavimento (elemento che torna in molte architetture degli interni di Albini).

Dieter Rams, “606 Universal Shelving System”, Vistœ, 1959, distribuzione è De Padova Libreria con montanti in estruso di alluminio sagomati a E, piani e mensole ugualmente in alluminio, di esiguo spessore. Utilizzabile sospesa, fissata parzialmente a parete e nella versione da centro, è attrezzabile con cassettiere, tavoli integrati, aste portabiti, bacheche per riviste e speciali reggilibro. Dimensioni: sistema modulare a partire da l.67 cm; per le mensole sono previste quattro diverse profondità. Colori bianco, nero e argento

Un oggetto che rappresenta al meglio il minimal: essenziale (anche nel montaggio che si effettua senza attrezzi) ed eterna (mano a mano che spariscono dalla produzione gli straordinari oggetti disegnati da Rams per Braun, tocca all’Universal System ricordare uno dei maggiori designer del secolo XX).

Gianfranco Frattini, libreria da centro “Albero”, 1959/61, oggi Poltrona Frau Struttura portante in legno massello di noce Canaletto con speciale incastro a cremagliera; mensole impiallacciate in essenza. Puntali metallici, a soffitto e a terra. Dimensioni: diam. cm 84 x h.266-326

Inizialmente utilizzato in interni, di questo oggetto straordinario si erano perse per lungo tempo le tracce, finché, nel 2015, entra nella collezione “Icone” di Poltrona Frau. Tipologicamente “Albero” è una libreria da centro, estesa da pavimento a soffitto e per di più girevole.

Pierre Paulin, libreria “Elysée”, 1968, oggi Magis Libreria in multistrato di acero composta da vassoi, impilabili e accostabili Dimensione modulo cm l.60,5 x p.35 x h.39,5

Testimonianza di un momento storico di grande vitalità e ricerca e di un’occasione unica quale l’arredo degli appartamenti del presidente Pompidou all’Eliseo, questa libreria ragiona in termini di moduli, dilatandosi, per sovrapposizione e accosto, secondo uno schema a U rovesciate.

Shiro Kuramata, libreria “Glass Shelves”, Mihoya, 1976, oggi Glas Italia Libreria interamente realizzata in cristallo trasparente da 12 mm termosaldato Dimensioni: cm l.165 x p.35 x h.196

Kuramata, sia pur scomparso prematuramente, rimane uno dei grandi maestri del design mondiale. In questa essenziale libreria raggiunge un’eleganza eccezionale semplicemente giocando sullo spessore delle lastre di cristallo, sul ritmo della ripetizione e naturalmente su una perfezionata tecnica di incollaggio.

Vico Magistretti, libreria “Nuvola Rossa”, Cassina, 1977 Libreria pieghevole realizzata in faggio naturale o laccato. Dimensioni: cm l.100 x p.39,5 x h.192

Uno oggetto che tutti conoscono e chiamano per nome! “Nuvola rossa” ha dato adito a infinite copie e rielaborazioni, che muovono comunque tutte dall’idea di una libreria come segno astratto creato incrociando montanti, piani e puntoni. La sua particolarissima ripiegabilità si collega probabilmente con i mobili della cosiddetta tradizione coloniale, che rapidamente dovevano essere spostati in un altro luogo, citati da Magistretti anche in altre occasioni progettuali.

Ettore Sottsass, libreria “Carlton”, Memphis, 1981 Struttura in MDF rivestito in  laminato plastico policromo di Abet Laminati. Dimensioni: cm l.190 x p.40 x h.195

Uno degli oggetti più conosciuti del design mondiale, viene immediatamente associato alla nascita del movimento Memphis e quindi alla diffusione del post-modernismo. Propone l’idea di una libreria la cui forma prevarica sui libri in essa contenuti (usualmente infatti la si vede vuota!), per trasformarsi in una sorta di altare laico o di totem contemporaneo.

Ron Arad, libreria “Bookworm”, Kartell, 1993/1995 Realizzata inizialmente in acciaio armonico (1993), viene poi prodotta in PVC colorato in massa. Va fissata a parete mediante un kit di tasselli. È disponibile in tre diverse lunghezze e sono possibili svariate configurazioni. Dimensioni: cm l. 320-520-820 x p.20 x h.19

È questo il più interessante esperimento di trasformazione della tradizionale libreria in un oggetto decorativo da parete, auto-espressivo al di là della presenza stessa dei libri. Senz’altro un’invenzione tipologica, senz’altro una testimonianza dell’epoca in cui è stata disegnata.

Bruno Rainaldi, libreria “Original Ptolomeo”, Opinion Ciatti, 2003 Libreria self-standing dotata di base stabilizzante in acciaio inox o metallo laccato coordinato con i colori della struttura (nero, bianco, inox o corten), reggilibro a scomparsa anch’essi in metallo. È disponibile in tre differenti altezze per un contenimento rispettivo di circa 35, 70 e 95 volumi. Dimensioni: cm l.26 x p.26 x h.75; l.35 x p.35x h.160; l.35 x p.35 x h.215

“PTolomeo” è la dimostrazione che è sempre possibile inventare una nuova tipologia: questa colonna che, una volta riempita di libri, nasconde la sua stessa struttura, ha rivoluzionato il mondo dell’arredo contemporaneo, ottenendo, nel 2004, un meritatissimo Compasso d’Oro.

Antonio Citterio, sistema “Infinity”, Flexform, 2004 Sistema libreria/contenitore in metallo internamente e in metallo smaltato con polveri epossidiche esternamente. È costituito da moduli cubici sovrapponibili uniti tra loro da viti in acciaio invisibili. Accessori a forma di “cesta” in cuoio. Dimensioni: componibile. Misure standard: cm l.120 x p.40 x h.200; l.200 x p.40 x h.300

“L’idea di Infinity – dice Antonio Citterio- era quella di annullare il contenitore per valorizzare il contenuto”. Ecco che la libreria si fa sistema e tende a formare vere e proprie biblioteche. L’adozione del colore su metallo -nero, crema, beige, ma anche rosso, verde kaki, grigio ombra- ha fatto scuola.

Jean Nouvel, libreria sospesa “Graduate”, Molteni, 2004 Un’unica mensola superiore, ancorata a parete o soffitto, porta, per caduta, tiranti in acciaio e montanti metallici con tacche per posizionare ripiani in mdf rivestiti in alluminio, naturale o nero, e bordati in multistrati di betulla. Dimensioni: cm l.100-200-300 x p.35 x h.da 77 a 230 ca.

L’effetto cercato è quello della sospensione magica, ottenuto grazie all’inedito principio della sospensione dall’alto e al posizionamento completamente libero dei piani. La complessa definizione ingegneristica del pezzo è risolta senza alcuno “sforzo” apparente, anzi con un risultato di grande leggerezza.

Ronan ed Erwan Bouroullec, libreria “Cloud”, Cappellini, 2004 Libreria modulare bifacciale in polietilene bianco con vani passanti. Gli elementi sono aggregabili tra loro mediante clips a pressione di colore bianco. Dimensioni: cm l.187,5 x p.40 x h.105

Apparentemente dedotta dalle strips di una storia a fumetti, “Cloud” inaugura una nuova generazione di oggetti, giocosi e dotati di una funzionalità e di una destinazione d’uso non chiaramente definite (paravento? libreria? per la camera dei bambini? per una boutique?). Sfrutta al meglio le potenzialità dello stampaggio rotazionale.

Neuland Industriedesign, libreria “Random”, MDF, 2005 Schienale in melaminico, ripiani ad altezze predefinite inseriti nelle spalle tramite fresate invisibili. Dimensioni: cm l.81,6 x p.25 x h.217

Random, come il nome stesso dichiara, sfrutta al meglio l’irregolare distribuzione dei piani. Inoltre il passo assai stretto dei vani destinati ai volumi risolve, in maniera esteticamente rimarchevole, il problema del “reggilibro”. La presenza di “tasche” orizzontali muove la composizione e propone inediti modi d’uso.

Naoto Fukasawa, libreria “Shelf X”, B&B Italia, 2005 Libreria a giorno bifacciale interamente realizzata  in DuPont™ Corian®. Può essere posizionata anche a centro stanza o appesa a parete. Dimensioni: cm l.131 x p.37 x h.145,5

Il disegno geometrico, che ricorda un ideogramma giapponese, e lo spessore ridotto del materiale acrilico donano a “Shelf X” un alto grado di astrazione. Una libreria che può vivere felicemente persino vuota.

Thomas Sandell, libreria “Melt”, Marsotto Edizioni, 2010 Libreria in marmo Bianco di Carrara, disponibile anche in marmo Nero Marquina, entrambi con finitura levigata. Dimensioni: cm l.70 x p.37 x h.90

Inedita e sorprendente combinazione di due tipologie, la consolle e lo scaffale, “Melt” unisce inoltre l’approccio minimalistico tipico di Thomas Sandell, tra i maggiori designer svedesi contemporanei, a un materiale importante, e propriamente italiano, quale il marmo. Interessante la suggestione di un equilibrio instabile, data dal bordo superiore aderente alla parete, mentre il bordo inferiore se ne distacca decisamente.

Nendo, libreria “Drop”, Cappellini, 2012 Libreria bifacciale a colonna, realizzata in lamiera di metallo tagliata a laser e laccata opaca. Disponibile in tre diverse altezze. Dimensioni: cm l.54,6 x p.32 x h.70,5-140,7-173,5

Elemento isolato a colonna, in qualche modo antropomorfo per il curioso coronamento/testa inclinato, utilizza una sofisticata palette di colori che si rifà a caratteristiche naturali del Giappone, dal rosa dei boccioli di ciliegio al grigio caldo delle pietre.

Raw Edges, libreria “Booken”, Lema, 2013 Disponibile in frassino laccato a poro aperto amarena o nero è autoportante e prevede 20 aste reggilibro in rovere naturale. Esiste anche nella versione da parete. Dimensioni: cm l.130 x p.32 x h.65

Una vera e propria invenzione tipologica che rompe la consuetudine dei libri appoggiati o allineati per sospenderli quasi si trattasse di panni stesi. Immaginata come elemento destinato ai “volumi del cuore”, di più frequente consultazione, assume l’aspetto di una consolle.