“Imperfection is beauty” è il tema del Calendario Filacorda 2024

Da più di dieci anni Filacorda offre a giovani talenti l’opportunità di affacciarsi professionalmente al mondo della grafica: su Domus le immagini del calendario di quest’anno.

Tema difficile, quello assegnato quest’anno da Filacorda ai ragazzi dell’Isia per il calendario 2024. Difficile e scivoloso. Perché l’imperfezione è quasi sempre avvertita – soprattutto in ambito creativo – come qualcosa di cui vergognarsi. Come un sintomo di errore, di incompiutezza, di disarmonia. Filacorda invita invece a rompere il pregiudizio e a trovare il bello nell’imperfetto. Già qualche anno fa, del resto, un filosofo come Telmo Piovani sosteneva con rigorosa argomentazione che l’imperfezione è l’origine della vita, e che tutti noi non siamo che il risultato di una serie di imperfezioni che hanno avuto successo. E nel campo del design un maestro come Gaetano Pesce rovescia da sempre i dogmi dell’estetica classica e teorizza apertamente il “malfatto” come elemento fondante e costitutivo di un nuovo canone della bellezza che sappia liberarsi da ogni rigidità prescrittiva (la simmetria, la proporzione, la regolarità) per aprirsi invece alla scoperta della differenza, dell’incompiutezza, della casualità. I ragazzi dell’Isia si sono mossi su questa scia e hanno elaborato progetti grafici tesi ad accogliere nella sfera estetica anche l’inatteso, l’informe, l’ibrido e l’irregolare. Così, ad esempio, Alessandro Pezzutti valorizza un’anomalia genetica come l’albinismo, Caushi trova nelle macchie del manto della mucca un segno forte di identità, Mouad Boulaksout rivisita il volto ipericonizzato e pixellato di Marilyn Monroe individuando il suo tratto distintivo nel neo che ha sulla guancia, mentre Claudio Galet disegna volti umani con la texture di tavole di legno nodose che li rendono unici e riconoscibili. Sono solo alcuni esempi di come anche quest’anno i ragazzi dell’Isia hanno saputo cogliere l’opportunità offerta loro da Filacorda con lavori tutti ugualmente segnati da talento, passione e inventiva.

Mi chiamo Giulia Bortolin, ho vent’anni e sono di Pordenone. Alle superiori ho studiato al Liceo Artistico indirizzo Design e ho deciso di continuare gli studi in questo ambito. Da sempre le mie più grandi passioni sono il mondo del tennis e dell’arte, entrambe tramandate dal nonno. La creatività è una delle mie caratteristiche principali che insieme al design, mi permette di trovare alternative e idee nuove. Studiare in questa facoltà mi ha dato la possibilità di conoscere docenti qualificati che mi hanno sostenuta e aiutata ad affrontare qualsiasi progetto.

Concept design
Partendo dal tema assegnato, l’“Imperfezione”, ho deciso di focalizzarmi, al contrario, su qualcosa di perfetto che avesse un particolare fuori posto, quindi rappresentare un ragazzo dai capelli arancio dall’aspetto ordinato. L’imperfezione sta nel ricciolo che scende contorto sulla fronte, un dettaglio fastidioso ma allo stesso tempo molto divertente. Con questa grafica vorrei dimostrare che più imperfezioni non devono per forza essere negative, ma considerate una caratteristica peculiare.

Sinceramente, fino a qualche anno fa, non mi sarei mai aspettato di intraprendere un percorso universitario, però sono arrivato alla conclusione che, una volta raggiunti i 21 anni, la scelta di intraprendere questo percorso, sia stata una delle più azzeccate che abbia mai fatto. Per cinque anni di superiori in un istituto professionale a Pordenone, ho cercato di capire quale fosse la mia strada, quella più adatta per me, facendo anche buchi nell’acqua, però ne vado fiero. Se quel che ho dovuto passare mi ha portato dove sono ora, lo rifarei altre mille volte. Negli ultimi anni ho cominciato a farmi domande su quello che osservavo, e da lì ho iniziato a rendermi conto che il design riusciva a colmare quei dubbi che mi giravano per la testa. Ho iniziato a vedere il design in tutto, capendo che sarebbe stata quella la mia strada, e ora che l’ho trovata, non voglio più fermarmi.

Concept design
L’idea che ho voluto sviluppare si basa sull’unicità delle cose. Le macchie della mucca possono essere considerate uniche, come ogni persona che ci circonda. Le macchie possono anche essere definite imperfezioni o impurità, ma sono uniche, e riescono a definire la nostra identità.

Mi chiamo Elena Venier, ho 21 anni e frequento il primo anno di “Design del prodotto” all’ISIA Roma, sede di Pordenone. Fin da piccola, ho sempre avuto una passione per l’arte e la creatività: ero curiosa di sapere com’erano state pensate le cose intorno a noi ed il “perché” del loro funzionamento; ma credevo fermamente che ci fosse bisogno anche di una parte più “razionale” che tenesse insieme e desse forma alla nostra fantasia. Dopo cinque anni di liceo linguistico, tra libri, grammatica e tanta teoria, ho deciso di coltivare i miei veri interessi nell’ambito creativo. Così mi sono iscritta alla facoltà di “Design del prodotto”, che, tanto decantata ed elogiata, non ha deluso le mie aspettative. Qui ho capito che l’intuizione che avevo avuto era vera: il design è il filo conduttore tra l’acerba inventiva e la teoria pura, un aspetto che mi affascina e che mi sta facendo amare quello che sto studiando.

Concept design
“Imperfection is beauty” è una frase molto potente e ricca di significato. Il concept per la realizzazione di questa tavola si ispira a quelle che sono le imperfezioni nel mondo visivo e grafico. Quest’ultime, infatti, non sono sempre associate a dei caratteri estetici o fisici, ma si possono osservare anche nel mondo non animato dei segni e dei tratti degli oggetti, delle lettere, delle superfici e via dicendo. La stessa imperfezione che riscontriamo in una traccia, quella che la rende diversa, la rende anche unica e quindi carica di una rara bellezza. Così, se riusciamo a guardare le cose sotto un’altra chiave di lettura, ci rendiamo conto che sono veramente le imperfezioni, e quindi le diversità, che fanno sbocciare delle nuove forme e meraviglie inedite. Nella tavola, una successione perfetta di punti grafici viene improvvisamente interrotta lungo una scia diagonale, dove gli stessi punti, ora deformati ed imperfetti, vengono trasacinati verso l’interno creando nuove figure e giochi visivi, sprigionando il proprio splendore.

Sono Noemi Passuello, ho 20 anni e abito in provincia di Vicenza. Nonostante abbia sempre avuto una passione per l’arte, dopo le scuole medie, ho intrapreso un percorso di studi tecnici studiando Logistica all’Istituto Tecnico Tecnologico Giacomo Chilesotti di Thiene. In seguito al diploma ho quindi deciso di rimettermi in gioco e rivalutare una scelta più orientata in ambito artistico, iscrivendomi al corso di Design del prodotto nell’Istituto universitario ISIA di Roma con sede a Pordenone. Ho deciso di dedicarmi allo studio del design perché per me rappresenta l’unione perfetta tra arte e tecnologia. Guardando al futuro, ho il desiderio di unire le competenze acquisite nei due percorsi di studio, per dedicarmi a un design focalizzato sulla logistica.

Concept design
Attraverso la mia illustrazione, ho voluto rappresentare l’imperfezione come un fattore universale che unisce tutte le persone. Utilizzando forme geometriche irregolari, ho creato una rappresentazione unica che incorpora sia il corpo femminile che quello maschile. L’unione di queste forme irregolari sottolinea l’importante concetto che le imperfezioni accomunano le persone. Non è indispensabile essere perfetti per essere considerati belli. Al contrario, sono gli aspetti imperfetti di noi stessi che ci rendono preziosi, anche quelli spigolosi e negativi. Usciti dal brutto periodo della pandemia, della chiusura, ho voluto rappresentare con la grafica delle linee danzanti e per questo libere.

Mi chiamo Mouad, sono un giovane di 19 anni appassionato di modellazione 3D, auto e film. Sono cresciuto con la passione per il design e l’arte, e ho deciso di seguire la mia vocazione iscrivendomi alla Scuola del Mobile di Brugnera. Durante il mio percorso di studi, ho sviluppato abilità creative nel campo della modellazione 3D, che mi hanno permesso di dare vita a creazioni virtuali sorprendenti: la capacità di trasformare le mie idee in modelli tridimensionali realistici. Una delle mie grandi passioni sono le auto, in particolare quelle giapponesi. Trovo affascinante il loro design distintivo e l'innovazione tecnologica che le caratterizza. L’amore per le auto mi ha spinto ad approfondire la conoscenza del settore e ad apprezzare il connubio tra estetica e funzionalità. Oltre alla modellazione 3D e alle auto, sono un appassionato di cinema. I film mi ispirano e mi permettono di ampliare la mia visione del mondo. Sono affascinato dalla narrazione visiva e dal modo in cui le storie possono influenzare le persone. Questa passione mi spinge a esplorare il mondo cinematografico e a cercare di comprendere le diverse sfaccettature dell'arte cinematografica. Per continuare a coltivare la mia passione per il design e per ampliare le mie competenze, mi sono iscritto all’ISIA Roma Design. Sono entusiasta del percorso che sto facendo, dove ho imparato ulteriori tecniche e acquisito una maggiore comprensione del mondo del design.

Concept design
Ho creato il poster che affronta il concetto dell'imperfezione, utilizzando come soggetto principale il famoso neo di Marilyn Monroe, un'icona di bellezza e femminilità. La mia scelta di mettere in risalto il neo di Marilyn Monroe, nonostante sia considerata una delle donne più belle della storia, è un'affermazione potente sull'idea che la perfezione esteriore non esclude l'esistenza di imperfezioni. Attraverso il mio poster, ho cercato di trasmettere un messaggio di accettazione di sé e di celebrazione delle peculiarità che rendono ogni individuo unico. Ho voluto sottolineare che anche le persone considerate perfette o belle dal punto di vista estetico possono avere i loro difetti o imperfezioni. 

Mi chiamo Claudio Galet, ho 21 anni e sono di Sacile. Ho iniziato gli studi presso l’istituto professionale Carniello a Brugnera con indirizzo “Produzioni Industriali e Artigianali”, opzione Arredi e forniture di interni, per poi proseguire con il corso triennale di design del prodotto di ISIA Roma. Ho sempre avuto una grande passione per la creazione di nuovi oggetti destinati all’ambito lavorativo proprio perché, spesso, mi trovo con la necessità di avere qualcosa, ma non potendolo comprare, mi ingegno per sopperire a questa mancanza. Studiare in questa università mi ha dato la possibilità di aprire la mente in molte direzioni e mi ha spinto a guardare e capire oltre il solito modo di fare. Mi appassiona molto l’idea di poter migliorare il modo di lavorare e vivere il lavoro manuale, pratico, fisico, attraverso specifiche soluzioni di design.

Concept design
La grafica ha come concept il paragone fra noi, le persone e il legno. Osservando una tavola di legno di alta qualità e una di bassa qualità si nota nella prima, una scarsa presenza di nodi, mentre nella seconda sono molto più presenti. Spesso nella costruzione di arredamenti in legno, si cerca di nascondere il nodo del legno perché valutato come difetto, come pecca, ma è proprio questo a dargli una personalità, a renderlo totalmente differente. Attualmente si vive in un’epoca che impone alle persone un certo rigore estetico attraverso social e campagne di marketing, rendendo il proprio aspetto fisico il focus sul rapporto con noi stessi e le altre persone, creando pregiudizi e insicurezze. Attraverso questa immagine volevo paragonare i nodi del legno a quei caratteri che distinguono ogni persona, senza nasconderli o standardizzarli, ma attraverso una loro valorizzazione.

Sono Arianna Franceschi, nata e cresciuta a Jesolo. Fino da bambina ho nutrito un grande interesse per il mondo della creatività: mio nonno era un pittore e ha trasmesso a tutti noi nipoti la sua passione; la realizzazione di un quadro comportava tempo, pazienza e rifinitura dei dettagli. Ho studiato presso il Liceo artistico di Venezia, indirizzo design dell’arredo; questo percorso mi ha permesso di sperimentare molto e di appassionarmi al mondo del design e della grafica. Oggi sono una studentessa dell’ISIA Roma, e frequento il corso di Design del prodotto industriale: un mondo che mi affascina e mi attrae. Mi piace progettare, ideare, creare, modellare, disegnare e colorare. In un futuro prossimo, spero di riuscire a coltivare le mie passioni, continuare a fare ciò che mi piace e trovare la strada giusta per me.

Concept design
Il concept delle mie idee si basa sul concetto di imperfezione: la frase proposta racchiude due parole apparentemente contrastanti, che in realtà sono collegate tra loro. Tutto quello che sta attorno a noi è imperfetto, noi lo siamo, ma allo stesso tempo tra noi regna la bellezza, la purezza; l’imperfezione è ovunque. Le imperfezioni portano quindi al concetto di bellezza, che senza di esse non esisterebbe. Ecco perché ho deciso di rappresentare in modo semplice e lineare, come da una grafica scritta e rappresentata in modo imperfetto, possa comunque emergere la parola “perfection”. Nonostante l’imperfezione, emerge la perfezione, ovvero la bellezza.

Mi chiamo Maddalena Musil Rota, ho quasi 22 anni e sono nata e cresciuta a Trieste. Lì è dove ho mosso i primi passi verso il mondo dell’arte e della progettazione, iniziando il mio percorso di studi al liceo artistico Nordio, con l’indirizzio di architettura. Dal 2020 sono iscritta alla facoltà di Design del Prodotto industriale presso l’Isia di Roma, con sede a Pordenone. Un’esperienza che mi ha formato e cresciuto a livello personale e professionale. Qui mi è stata insegnata l’importanza del design come mezzo per il miglioramento della collettività. Nel mio piccolo spero anche io, un giorno, di poter contribuire a questo cambiamento.

Concept design
“...se ti senti sbagliato, il problema non sei tu, ma il contesto in cui ti trovi”. “Questione di contesto” mette in scena le dieci donne rappresentanti la massima espressione del canone di bellezza della loro epoca, ancora oggi considerate capolavori straordinari, ma che non rispecchiano il concetto estetico imposto dalla realtà contemporanea. Quei “difetti” sono i tratti distintivi che le hanno rese uniche. Un manifesto dedicato a tutte le donne. A tutte coloro che nel corso della storia si sono sentite inadatte. A tutte coloro a cui hanno fatto credere di non essere abbastanza. A tutte coloro che hanno pensato di essere sbagliate. Le due figure sono volutamente concepite con una linea rigida e squadrata ad impersonare un timore ancora presente negli individui prima di conoscersi, appunto, prima di “rompere il ghiaccio”. 

Mi chiamo Alessia, ho ventidue anni e abito a Pordenone, in Friuli Venezia Giulia. Ho completato gli studi presso l’Istituto Tecnico per Geometri “S. Pertini” di Pordenone e successivamente mi sono iscritta all’ISIA Roma Design. Al momento sto frequentando il terzo anno del corso di Design del Prodotto. Ho sempre amato disegnare e cimentarmi in lavori artistici, e questo corso universitario mi permette di sviluppare le mie capacità creative in diversi ambiti, come in questa occasione.

Concept design
Quante volte guardandoci allo specchio ci siamo visti imperfetti? Di certo non abbiamo mai pensato che i nostri difetti potessero essere proprio quegli aspetti che ci differenziano dal resto del mondo e ci rendono unici e autentici. Il nostro volto trova il proprio fascino nell’asimmetria delle due metà, nel neo sulla guancia, nel naso sproporzionato o negli occhi ravvicinati. L’errore che più spesso si commette è quello di credere che la felicità stia nella perfezione dell’individuo. In realtà ogni persona è unica sia nell’aspetto esteriore che nelle proprie esperienze di vita. I giovani d’oggi, a causa delle proprie insicurezze, cercano di nascondere le proprie imperfezioni estetiche attraverso diversi stratagemmi (makeup, filtri fotografici, ecc.) per apparire sempre belli e perfetti. Questo avviene perché la società di oggi propone dei canoni estetici rigidi, nei quali tutti devono apparire al meglio delle proprie possibilità dando importanza principalmente all’aspetto esteriore. Attraverso la mia grafica, in contrasto a quanto detto, ho voluto rappresentare un volto nel quale l’occhio e la bocca sono disegnati mediante segni irregolari. Ciò rende il volto imperfetto, secondo i canoni attuali, ma in realtà unico e non per questo meno bello e meno interessante. Per vivere meglio dovremo imparare ad apprezzare le nostre imperfezioni, solo in questo modo saremmo in grado di accettare le diversità di ognuno e potremo sentirci finalmente “liberi”.

Sono Matteo Rasotto, ho 21 anni e vengo da Pordenone. Al termine delle scuole medie, nonostante la mia passione per le materie artistiche e la creatività, decisi di iscrivermi presso l’ITST “J.F. Kennedy” di Pordenone ricercando un percorso più tecnico. Terminate le superiori, convinto che la strada che avevo scelto non facesse per me, decisi di cambiare iscrivendomi all’ISIA Roma Design presso la sede di Pordenone, in modo da riscoprire la mia parte creativa. Arrivato al terzo anno di questo corso posso ritenermi soddisfatto della mia scelta. Sono grato a tutte le esperienze che questo percorso mi ha offerto e alla passione per il mondo della grafica e della comunicazione visiva che mi ha fatto scoprire.

Concept design
Per questo concept ho voluto concentrami sul rapporto che abbiamo con i nostri smartphone e i social. La grafica mostra come sia facile finire vittima di un insicurezza interiore e venire “assorbiti” dalle incertezze, che, utilizzare in maniera inconscia il cellulare e tutti i social, ci fanno scaturire. Per questo motivo, ho voluto rappresentare un soggetto che viene fagocitato dal cellulare e da tutte le sensazioni negative a cui esso può portare.

Appassionato creativo, con radici a Mogliano Veneto. La mia passione per la grafica e la comunicazione è nata sin dai tempi delle scuole medie, quando di tanto in tanto mi divertivo con software di fotoritocco come Photoshop. Ho frequentato l’istituto tecnico superiore A. Palladio a Treviso, dove la mia curiosità è sfociata verso il design e la musica. Dopo aver ottenuto una solida base, ho deciso di proseguire la mia formazione all’università, dove al momento sto concludendo la triennale in design del prodotto a Pordenone.

Concept design
Ho riflettuto sul concetto di inadeguatezza, su come molte persone sono alla continua ricerca della perfezione senza mai esserne pienamente soddisfatte. L'illustrazione cerca di esprimere l’instabilità emotiva di un soggetto ossessionato dai dettagli dall’ordine, da un pensiero malato costantemente volto a migliorare.

Sono Lara Carretta, ho 22 anni e vivo a Brugnera. Fin da piccola mi è sempre piaciuta la creatività e l’arte, infatti disegnavo e andavo a vedere tutte le mostre possibili del territorio, mi piaceva sapere tutto di qualsiasi cosa, ero molto curiosa. Alle superiori ho scelto di studiare in un istituto tecnico di moda, dove davo libero sfogo alla mia fantasia e realizzavo quello che disegnavo. Non mi bastava! Sentivo che mi mancava qualcosa in più, volevo imparare altro, così all’università decisi di frequentare il corso di design del prodotto. Frequento il terzo anno e devo dire che mi sta dando tantissime soddisfazioni perché racchiude tutto quello che mi è sempre piaciuto e non vedo l’ora di imparare cose nuove.

Concept design
Per rappresentare il tema di quest’anno ho deciso di realizzare una grafica divertente e simpatica. Ho utilizzato un gioco di parole in inglese ovvero al “be” (essere) ho aggiungo la lettera “e” in modo tale da formare “bee” (ape) e ho realizzato la grafica. Ho deciso di inserire delle api molto giocose con diverse forme per rappresentare la differenza di aspetto, carattere, emozioni che ci sono nelle persone; sottolineando che ognuno è fatto a modo suo e siamo tutti belli come siamo. E come dice il detto “il mondo è bello perché è vario”.

Sono Alessandro Pezzutti, nato e cresciuto in provincia di Pordenone. Al termine del mio percorso di studi superiori, presso l’istituto J.F. Kennedy di Pordenone, in meccanica meccatronica e materie plastiche, ho deciso di intraprendere un percorso di studi diverso, dove potessi sfruttare le mie conoscenze tecniche, ma con l’aggiunta di un’anima creativa. La scelta di intraprendere una carriera all’interno del mondo del design è stata perciò molto naturale, anche se azzardata in prima battuta. Dopo tre anni in questa facoltà posso dire di essere soddisfatto della mia scelta.

Concept design
Ho voluto rappresentare il concept “imperfection is beauty” valorizzando un difetto molto evidente e caratteristico come l’albinismo, attraverso queste due scimmiette stilizzate. La scimmia nera alle spalle dell’altra la scruta, la osserva, come per capirne le differenze, mentre la scimmia bianca in primo piano sembra non accorgersene. La mia grafica vuole sensibilizzare come un’imperfezione, anche genetica, possa diventare invece un punto di forza, di vanto, che ti rende unico e bellissimo.