Iris Apfel

Chi non vorrebbe la propria faccia trasformata in un fermacarte?

La businesswoman americana e celebrità mondiale racconta il suo debutto nel mondo degli accessori per la casa. Omaggio a sé stessa e alle collezioni del marchio Nude. Ravvivate dal suo tocco speciale.

Iris Apfel campagna Nude shooting

Ultranovantenne e da tredici anni “accidental icon”, come recita il titolo del suo ultimo libro. Iris Apfel si gode oggi la rendita di una personalità eccezionale, un giorno guru, l’altro nume tutelare dello stile, l’altro ancora dispensatrice di aneddoti; senza dimenticare modella, musa e consulente di brand.

Tutto nato quando il Costume Institute del Met di New York decise di dedicarle nel 2005 la mostra “Rara Avis: Selections From The Iris Apfel Collection”: 40 anni di abiti e accessori raccolti con spirito indomito che l’hanno portata alla notorietà in tutto il mondo. Non certo solo come scaltra collezionista, ma soprattutto come abile stylist, in primis di sé stessa: “Perché la moda la puoi comprare, lo stile invece è innato”.

E lei ne ha sempre avuto da vendere. E non solo nella moda. Anzi. Nei tessuti: quando co fondatrice della Old World Weavers, assieme al marito era specializzata nel riprodurre antichi tessuti con una clientela che includeva Greta Garbo, Estée Lauder e Montgomery Clift; all’interior design: quando per nove amministrazioni lavorò come esperta nel restauro delle parti in tessuto della Casa Bianca.

Poi certo, c’è il fascino irresistibile di un’anziana più giovane, più energica, più ironica di un ventenne. E l’accessorio che come per tutte le icone l’ha resa immediatamente riconoscibile, vale a dire gli occhiali tondi ed enormi di cui “non posso vivere senza”. Su instagram Iris ha oltre un milione di follower.

Si capisce, ha una vita interessante, frequentazioni invidiabili, e con la saggezza di quasi un secolo sulle spalle probabilmente un serbatoio di consigli che raddrizzerebbero la vita di chiunque. E per la proprietà transitiva, laddove un tête-à-tête è impossibile, cresce la voglia di oggetti legati alla sua persona. O “ispirati da”, come ha fatto Nude, il marchio di manifattura del vetro nato nel 2014.

Facendola intervenire direttamente su alcune sue collezioni di vetro storiche, creando degli accessori ex novo e fissando i termini di un rapporto di collaborazione che proseguirà per tutto il 2019: prima tappa a Maison & Objet di Gennaio. Così oltre a un rossetto realizzato con il grande magazzino Bergdorf Goodman, i gioielli prodotti con Bernardaud e una Barbie celebrativa, il mix originale di colori e texture di Iris si può anche acquistare sotto forma di complementi di arredo.

Com’è iniziata la collaborazione con Nude?
Mi hanno chiamata – o meglio, hanno prima chiamato il mio avvocato – e lui poi ha chiamato me, raccontandomi la conversazione. Suonava tutto piuttosto interessante. Anche perché non mi ero mai avvicinata all’arte del vetro, e poi devo dire che i loro prodotti mi sono sempre piaciuti: hanno uno stile pulito, contemporaneo, nonostante la continuità che mantengono con la  tradizione. In più hanno la peculiarità di poter essere mescolati con qualsiasi altro accessorio. 

Quali sono le qualità speciali di un oggetto Nude “Inspired by Iris Apfel”?  
Diciamo che sono tutti pezzi molto divertenti, irresistibili direi. Sono felice di avere spinto Nude a tirare fuori il suo lato giocoso – è un aspetto della natura umana che non si dovrebbe mai sottovalutare. Non c’è infatti nessun tipo di divertimento nel prendere la vita troppo seriamente. Il mio “Inspired by Iris” preferito è il fermacarte Iris Apfel. Perché chi è quella persona a cui non piacerebbe avere la propria faccia sulla scrivania?

In che modo hai organizzato il processo creativo: hai fatto una ricerca estensiva sui prodotti, messo assieme un moodboard ispirazionale? E inoltre: qual è la differenza tra lavorare su oggetti preesistenti e crearne di nuovi dal nulla?
Di solito non intellettualizzo mai, tutto viene dalla mia pancia. È un processo decisamente emozionale. Perché mi sento ispirata già solo dallo svegliarmi la mattina, e poi da quello che succede durante la giornata, casuale o programmato che sia. Mi sento come una spugna gigante con due gambe. Assorbo continuamente, e sempre di più, tutto l’esterno: siamo del resto il prodotto di tutto quello che facciamo, vediamo, tocchiamo…

Mi hanno chiamata – o meglio, hanno prima chiamato il mio avvocato – e lui poi ha chiamato me, raccontandomi la conversazione. Suonava tutto piuttosto interessante. Anche perché non mi ero mai avvicinata all’arte del vetro.

Qual è la definizione di decorazione per lei: contenuto, superficie oppure una terza categoria?
Non sono una persona che segue le regole, le normative e le definizioni. Seguo il mio istinto, è il modo in cui mi rapporto alle cose. In generale trovo che oggigiorno ci sia troppa omologazione.

Qual è il suo rapporto quotidiano con gli oggetti con cui decori la tua casa, oppure utilizzi per accessoriare un look: li “ascolti” come se stessero parlandoti o sono semplicemente una palette di colori tra cui scegliere secondo l’umore?
Qualsiasi oggetto ha un’influenza certa sugli altri, e per estensione a tutto l’ambiente. Niente esiste nel vuoto. Per forza una cosa ne suggerisce un’altra.

Lei ha una lunga e fruttuosa esperienza nell’interior design, oltre che nella moda. C’è qualcosa di nuovo che ha imparato da questa collaborazione con Nude?
Di questo brand mi piace la qualità e il design dei suoi pezzi. Penso che Nude sia molto cauta nel proteggere il suo sapere e a mantenere tutte le collezioni molte alte come posizionamento. Realizza degli accessori che sono assolutamente divini. Sono sempre stato interessato in ciò che è bello e raffinato, due sfere che Nude copre ampiamente. Ogni esperienza ha qualcosa di delizioso da insegnarmi e io imparo sempre dalle nuove esperienze.

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