“Gli italiani dicono che ho uno stile straniero, i francesi che ho uno stile italiano”. Fabrizio Casiraghi, 31 anni, è un architetto laureato a Milano, abile designer di interni, di stanza a Parigi. Giovane, ma con uno stile già classico e una lunga storia professionale. Dopo uno stage in architettura da Dominique Perrault, sente però di avere bisogno di un po’ di tempo per indirizzare la sua creatività. Quale momento migliore per lasciarsi ispirare dalle bellezza italiana? Ecco allora che fa uno stage al FAI (Fondo Ambientale Italiano) e crea la sezione giovani. “Il monastero di San Fruttuoso a Portofino era legato alla mia famiglia, c'è sempre stato un legame forte con il Fai”. E poi c’è lei, la madre di tutte le ispirazioni : Villa Necchi Campiglio, a Milano. Racconta Casiraghi: “È la casa ideale. Quando lavoravo lì, mi sentivo circondato dalla bellezza fatta di materie e atmosfere. Poi ho passato tanto tempo a Villa della Porta Bozzolo, Villa Barresi, Villa Panza: ho cominciato a considerare di occuparmi di interni”. Per un architetto tipico come lui (così si definiva) non deve essere stato facile, però poi trova molto nell’universo del particolare. “Mi sono dato al dettaglio: la balaustra delle scale, il tappeto, la tenda, il copricalorifero, tutto ciò è spettacolare”. 

Il suo stile  è classico e originale, ma il punto è un altro, racconta Fabrizio “Può sembrare classico ad un primo occhio, poi però non è così, mescolo tante cose: un tappeto marocchino vecchio o nuovo, un tavolo italiano, un paravento cinese, una lampada svedese…” Un eclettismo che, unito al design italiano degli anni ’50,  noi a Milano l’abbiamo conosciuto da Dimore Studio. E infatti Fabrizio Casiraghi prima di spiccare il volo da solo si è formato lì “scuola meravigliosa, da cui mi differenzio però perché ho meno paura rispetto al passato: non ho problemi a usare codici molto vecchi, per me una sedia del Settecento vicino a lampada contemporanea si può fare, non mi metto limiti di epoca e di provenienza. L’influenza asiatica mi piace molto”. Tra le mete di viaggio preferisce l’estremo oriente. I suoi progetti si trovano tutti sul suo sito (non di tutti abbiamo le immagini). Ma tre sono quelli che a lui piacciono di più: “Il mio progetto preferito è una spiaggia Myknos con ristorante. Ftelia Beach Club: mi è piaciuto perché ho fatto interni all’esterno”. Una spiaggia molto raffinata, unica nel suo genere, e unica per Mykonos “Le sedie le abbiamo trovate in un brocante in una isola accanto, i clienti avevano voglia di fare qualcosa di diverso dall’isola di Mykonos: non c’è niente di blu, colore tipico della Grecia. Ho usato molto il rosso e l’arancione, colori caldi che mi hanno ispirato per la palette e che sono quelli dei tetti e di tanti elementi dell'isola”.

Oltre a questo, c’è un appartamento a Venezia, realizzato per un privato, una ricerca certosina,  “Quello a Venezia è stato un lavoro lunghissimo di due anni, ho scelto ogni singolo oggetto, per un cliente privato. Ci sono opere d’arte contemporanea, gli oggetti esotici, ma anche italiani: Caccia Dominioni, Gabriella Crespi e qualcosa disegnato da me” (le immagini si trovano sul suo sito ). E infine il concept store per Kenzo nel Marais a Parigi “È stato bello perché l’immagine è molto pop, è giovane, colore, la giungla: mi sono ritrovato a disegnare questi codici a partire da quello che prima era un ferramenta storico di Parigi, industriale”.