Spot 2013

Il genio e l’intuito di Nina Yashar per il design di altissimo livello trasformano le 15 stanze dello storico hôtel de Miramion di Parigi in una successione di gallerie del sensibile: con gli arredi di Ponti, Albini, Vigorelli e Sarfatti, e l’arte di John Bock, Beloufa e Nathalie Djurberg.

Il frenetico ritmo dell’offerta artistica nella settimana FIAC, dentro e fuori il Grand Palais, con la spasmodica attività evenemenziale spalmata su tutto il tessuto cittadino, rendono ancora più esclusivi l’atmosfera e gli ambienti preziosamente allestiti da Spot 2013.

C’è il fascino dei secoli di un luogo particolare, l’hôtel de Miramion, che da tempo era custodito nei listini di vendita di Christie’s Real Estate. Ma, soprattutto, c’è l’esperienza dello Squat 2012, con i suoi interni effimeri che lo scorso anno trasformarono 400 mq di una dimora borghese in un quartiere chic della capitale.

Spot 2013 all’interno dell’hôtel de Miramion di Parigi

Ora il genio e l’intuito crudo di Nina Yashar (Galleria Nilufar) per il design di altissimo livello – quello che non distingue tra luoghi, date e tendenze – rompe la rigida disciplina del french interior e non per mostrare diligentemente pezzi educati o relazioni al décor, ma per tentare un’altra specialissima avventura: simultaneamente espositiva e curatoriale.

Spot 2013 all’interno dell’hôtel de Miramion di Parigi

La gallerista milanese – coadiuvata dallo scouting preciso di altri aggiornatissimi galleristi come Daniele Balice (Balice/Hertling) e Giò Marconi – ha deciso d’investire non un immobile, ma un pezzo di storia parigina. Più di mille metri quadrati sotto la tutela delle Belle arti che hanno visto passare di tutto – pie donne seguaci di San Vincenzo de Paoli, Madame de Sevigné, la farmacia dell’ospedale degli enfants trouvés, la fabbrica di armi sotto la rivoluzione francese – e, finalmente, sono stati inseriti nell’elenco dei monumenti cittadini.

Spot 2013 all’interno dell’hôtel de Miramion di Parigi

Fino a novembre, la facciata, il giardino e i soffitti dipinti di questo gioiello che si affaccia sul Quai de Tournelle sono la cornice di un’idea particolare di display contemporaneo. Se si redigesse una lista alfabetica di nomi di designer e artisti qui presenti, saremmo di fronte a una mega-produzione: da Albini a Vigorelli, passando per Ponti e Sarfatti. Per non parlare del contributo artistico con pezzi di Picabia e Hans Belmerr, mescolati con cura e concettualità intransigente, per meglio definire il perimetro di senso di ambienti da capogiro. I deliziosi disegni di John Bock, le pericolose strutture di Beloufa, come i video di Nathalie Djurberg trasformano in una successione di gallerie del sensibile, le 15 stanze a cui sono associati nomi quasi-molliniani – come il salon du plaisir, o sala delle conversazioni – ma che, da soli, non descriverebbero questa squisita parata di unicità.

Spot 2013 all’interno dell’hôtel de Miramion di Parigi

Si comincia con un teatrino-seduta di Beloufa che troneggia nel cortile e si penetra in una tea house di Shigeru Ban del 2006. Il terremoto visuale a cui si è sopravvissuti ritrova la pace inquieta delle texture della sedia scultura di Tokujin Yoshioka e la luce delle lampade di Sarfatti e Albini, qualche richiamo all’oriente come solo Yashar sa approntare. Poi, la bella stanza pompeiana con Luci a parete di Melchiorre Bega e tanto Ponti deliziosamente ibridato con l’ironia di Martino Gumper; splendidi tavoli laccati di Isabelle Cornaro e sospensioni da sogno di Paavo Tynel.

Nina Yashar, Galleria Nilufar, fotografata all’interno dell’hôtel de Miramion di Parigi in occasione di Spot 2013

La magia del trattamento naturale della luce nordica nel più sofisticato dei light designer finlandesi è mescolata agli arrangement sottovetro dell’artista francese. Giochi di senso e dottrina del decoro dove un tappeto tibetano del XIX secolo sembra rivisitato negli equilibri e nei colori da un desk di Gio Ponti in vetro. Tutto è composto o iper-composto in questi interni che sembrano un susseguirsi di mandala acidi, che sappiamo scompariranno nel decoro intimista di qualche collezione privata. In questa loro forma pubblica sembrano però convincere ancora di più. È una lezione di disintossicazione dal gusto patinato. Se si abbandona l’attitudine al possesso e piuttosto si interiorizza la passione cruda per la bellezza, ecco che questa operazione che ingloba mondi fa pensare a Serghej Paradjanov o a Ingmar Bergman.

Vorremmo vivere circondati da tanta elementare opulenza al quotidiano e pensare che non si tratta di un semplice esercizio curatoriale. La dimensione contemplativa di questo environment sarebbe allora più che un manuale pratico, per riconoscersi nella pratica alternativa del vivere e dell’abitare.


22 ottobre – 12 novembre 2013
SPOT 2013
Hôtel de Miramion
47 Quai de la Tournelle, Paris