L'annuncio del biennio espositivo 2026-2027 di Pirelli Hangar Bicocca non si esaurisce nella calendarizzazione curatoriale, ma si impone come un dispositivo di indagine strutturale sulla condizione dell'uomo nella ipermodernità. La sequenza di otto mostre monografiche si trasforma da palinsesto a un tentativo deliberato di mappare, attraverso l'esperienza artistica, l'epoca contemporanea. L'istituzione, insediata in una matrice architettonica ex-industriale, opera una meticolosa decostruzione della propria funzione, trasformandosi da luogo di conservazione a sito di ibridazione intensiva, un iper-funzionale non-luogomuseale che esige dal visitatore non più la contemplazione, ma l'attivazione.
Tutte le mostre che ci saranno all’Hangar Bicocca nel 2026-27
Rirkrit Tiravanija, Janet Cardiff & George Bures Miller ma anche Luciano Fabro e Cecilia Vicuña: il programma 2026-2027 dell’istituzione milanese propone otto mostre che indagano il “rapporto vivo” tra pratica artistica e pratica architettonica.
Courtesy gli artisti e Luhring Augustine, New York Foto Markus Tretter
Courtesy gli artisti e Luhring Augustine, New York Foto Roman März
Courtesy gli artisti e Luhring Augustine, New York
Courtesy l’artista e Lehmann Maupin, New York, Seul e Londra © 2025 Cecilia Vicuña / SIAE
Courtesy l’artista e Lehmann Maupin, New York, Seul e Londra © 2025 Cecilia Vicuña / SIAE Foto © Tate, Matt Greenwood
Courtesy l’artista e Lehmann Maupin, New York, Seul e Londra © 2025 Cecilia Vicuña / SIAE Foto Christian Chierego
Courtesy l’artista e Lehmann Maupin, New York, Seul e Londra © 2025 Cecilia Vicuña / SIAE Foto Christian Chierego
Courtesy Hirosaki Museum of Contemporary Art, Aomori, e Take Ninagawa, Tokyo Foto Naoya Hatakeyama
Courtesy l’artista e SculptureCenter, New York Foto Kyle Knodell
Courtesy l’artista e Bortolami, New York
Courtesy l’artista, Mennour, Parigi, e WENTRUP, Berlino © 2025 Hicham Berrada / SIAE Foto Catherine Brossais
Courtesy l’artista, Mennour, Parigi, e WENTRUP, Berlino © 2025 Hicham Berrada / SIAE Foto Hicham Berrada
Courtesy l’artista, Mennour, Parigi, e WENTRUP, Berlino © 2025 Hicham Berrada / SIAE Foto Palazzo Grassi – Delfino Sisto Legnani & Marco Cappelletti
Courtesy l’artista e neugerriemschneider, Berlino
Courtesy l’artista e Galerie Chantal Crousel, Parigi Foto Florian Kleinefenn
Courtesy l’artista Foto Matthias Hermann
Courtesy l’artista e Emanuela Campoli, Parigi/Milano Foto Luca Vianello e Silvia Mangosio
Courtesy Galleria Christian Stein, Torino Foto Mario Sarotto
© Archivio Fotografico A. Guidetti e G. Ricci Foto Giovanni Ricci
Courtesy l’artista e Adrià Goula Foto Adrià Goula
Courtesy l’artista e Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid Foto Joaquín Cortes e Román Lores
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- Valentina Petrucci
- 12 dicembre 2025
La retorica della "visione organica" e dell'"esperienza pienamente accessibile", promossa dal Presidente Marco Tronchetti Provera e dal Direttore Artistico Vincent Todolí, piò essere letta anche come un’operazione di compensazione socioculturale. Riconoscendo implicitamente la disconnessione tra l'istituzione e la comunitas diffusa, essa cerca di ricucire il tessuto sociale attraverso l'arte performativa e relazionale, utilizzando l'accessibilità come vettore di legittimazione democratica.
L'arte qui si trasforma come fatto civile, ovvero come strumento per riassegnare senso agli spazi altrimenti vuoti della funzione produttiva dismessa. La Navata e lo Shed, da luoghi industriali, si riconfigurano in eterotopie temporanee, campi di sosta e di transito per le narrazioni critiche del contemporaneo.
La selezione curatoriale si articola in una doppia traiettoria analitica: la critica del corpo relazionale e la critica dello spazio del potere.
L'arte qui si trasforma come fatto civile, ovvero come strumento per riassegnare senso agli spazi altrimenti vuoti della funzione produttiva dismessa.
Il segmento iniziale del 2026 si concentra sulla decostruzione del legame sociale e dell'intimità corporea nella civiltà dell'isolamento controllato. Benni Bosetto interroga l'architettura domestica non come rifugio (il luogo identitario per eccellenza), ma come "casa inquieta", una membrana tra interno ed esterno, dove il riposo e l'intimità si configurano come atti di resistenza non produttiva.
È la sospensione temporale del gesto quotidiano che si fa critico.
Questa sospensione trova la sua massima espressione nel lavoro di Rirkrit Tiravanija. La sua pratica relazionale, attraverso la cucina e la condivisione di spazi di riposo, agisce come una microsociologia dell'incontro forzato, trasformando lo spazio espositivo in un luogo di transito intersoggettivo. Le installazioni che mimano l'architettura moderna non sono citazioni stilistiche, ma un commento sulla futilità utopica dei progetti abitativi novecenteschi di fronte alla necessità del “fare insieme” primario.
Aki Sasamoto completa l'indagine dissezionando i comportamenti umani in termini di "costellazione di manie e contraddizioni", evidenziando la fragilità rituale che sottende la socialità nel non-luogourbano. L’esposizione dedicata a Luciano Fabro funge da riconnessione, ancorando l'istituzione alla genealogia dell'Arte Povera, un movimento che per primo ha tematizzato la relazione dialettica tra l'oggetto scultoreo, lo spazio espositivo e la materialità precaria.
Il 2027 proietta l'indagine sul piano dell’ecologia politica e della sensorialità de-gerarchizzata. Carlos Bunga utilizza la precarietà materica (cartone, tessuti) per affrontare l'architettura come struttura di potere. La sua opera è un atto di decostruzione dello Shed, rendendo palpabile l'effimero e l'instabilità che definiscono le esistenze marginali. L'architettura è ridotta alla sua vulnerabilità strutturale, un commento sulla disfunzione del controllo urbano. Janet Cardiff & George Bures Miller, coppia artistica ormai consolidata, operano un fondamentale spostamento sensoriale: sostituiscono l'egemonia dello sguardo con quella dell'ascolto.
Il segmento iniziale del 2026 si concentra sulla decostruzione del legame sociale e dell'intimità corporea nella civiltà dell'isolamento controllato. Il 2027 proietta l'indagine sul piano dell’ecologia politica e della sensorialità de-gerarchizzata.
Le loro “passeggiate sonore” trasformano il visitatore in un esploratore acustico che ricostruisce la realtà attraverso la stratificazione della memoria personale e collettiva. È la creazione di una realtà aumentata attraverso il medium immateriale del suono. La sezione si conclude con l'analisi della materialità primordiale e della resistenza ancestrale. Hicham Berrada istituisce lo Shed come laboratorio dei processi naturali, dove magnetismo e reazioni chimiche diventano performance autonome, indagando il paesaggio come entità in perenne trasformazione. Infine, Cecilia Vicuña oppone alla violenza strutturale della surmodernità i saperi ancestrali e i materiali poveri (lana, quipu). La sua arte è un atto politico di memoria ecologica, trasformando lo spazio espositivo in un archivio vivente che resiste all'oblio e alla mercificazione.
Il programma di Pirelli Hangar Bicocca per il 2026-2027 si presenta forse come un percorso critico che utilizza l'arte per esplorare le frizioni del mondo piccolo (l'intimità, il corpo, la relazione) e del mondo grande (l'architettura, il potere, l'ecologia).
L'istituzione stessa diviene un acceleratore sociale che genera luoghi temporanei di intensa identità, relazione e storia critica, garantendo la propria pertinenza attraverso la promessa di inclusione (testimoniata dal Public Program e dai protocolli di accessibilità) che ne sostiene la legittimità etica e sociale.
Veduta dell’installazione, “The Secret Hotel”, Kunsthaus Bregenz, Austria, 2005
Veduta dell’installazione, Nationalgalerie im Hamburger Bahnhof, Berlino, 2009
Veduta dell’installazione, Menil Collection, Houston, 2015
Veduta dell’installazione, “Hyundai Commission. Cecilia Vicuña: Brain Forest Quipu”, Tate Modern, Londra, 2022
Performance rituale, documenta 14, Atene, 2014
Performance rituale, documenta 14, Atene, 2014
Veduta dell’installazione, “Thank You Memory: From Cidre to Contemporary Art”, Hirosaki Museum of Contemporary Art, Aomori, 2020
“Aki Sasamoto: Delicate Cycle”, SculptureCenter, New York, 2016
Video monocanale, colore, suono, 23'29". Colonna sonora originale di Matt Bauder
Veduta dell’installazione, “74803 Jours”, Abbaye de Maubuisson, Saint-Ouenl’Aumône, Francia, 2017
Veduta dell’installazione, “Voyage d’Hiver”, Jardin du château de Versailles, Francia, 2019
Veduta dell’installazione, “Luogo e Segni”, Punta della Dogana, Venezia, 2019
Veduta dell’installazione, “Nutopi/Nowtopia”, Rooseum, Malmö, 1995
Veduta dell’installazione, “Dom-Ino (Une démonstration d’automne)”, Galerie Chantal Crousel, Parigi, 1998
Veduta dell’installazione, Secession, Vienna, 2002
Performance, “Vibrant Natures. On Decay and Rebirth”, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino, 2024
Veduta dell’installazione, “Letture parallele III. Coreografie”, Galleria Christian Stein, Torino, 1975
Veduta dell’installazione, Manifesta 15 Barcelona Metropolitana, 2024
Veduta dell’installazione, Palacio de Cristal, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, 2022