Se le copertine firmate da artisti hanno segnato la storia — da Warhol per i Velvet Underground a Jeff Koons per Lady Gaga — esiste un fenomeno speculare e meno esplorato: quello dei musicisti che si trasformano in citazioni viventi di opere celebri. Accade nelle copertine, nei videoclip, sui palchi. I cantanti si vestono dei panni di personaggi iconici dell'arte, creando tableaux vivants in cui la storia della pittura prende letteralmente corpo. Non è mai solo una scelta estetica: dietro ogni riferimento c'è la volontà di appropriarsi di simboli universali per riscriverli, trasformando il musicista in protagonista della storia dell'arte e la cover in opera a sua volta.
Quando video e copertine musicali reinterpretano l’arte
Citazioni, reinvenzioni, tableaux vivants: tutte le volte in cui le pop star hanno scelto di incarnare le loro opere d’arte preferite.
Foto: @taylorswift on Instagram.
John Everett Millais - Google Arts & Culture — Tate Images (https://www.tate-images.com/results.asp?)
Instagram @lebonwski
Musée Fabre, Montpellier, France
Musée Fabre, Montpellier, France
Fermo immagine da video. Fonte: Youtube.
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Humble pious ... Kendrick Lamar, Humble. Foto: Vevo
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© Coldplay
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Fonte: /www.theartstory.org
Fonte: https://madonnaextreme.blogspot.com/
Fonte: Paul Malon on Flickr
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- Giorgia Aprosio
- 13 novembre 2025
Dal fulmine iconico di Bowie a Cabanel interpretato da Salmo: abbiamo ripercorso come il dialogo tra musica e arti visive.
L'ultimo caso è Taylor Swift, che per il nuovo album ha scelto di incarnare Ofelia — l'eroina shakespeariana immortalata da John Everett Millais in uno dei capolavori preraffaelliti. Ma è solo l'anello più recente di una catena che attraversa decenni di cultura pop, oscillando tra ricerca identitaria e citazionismo consapevole. Dal fulmine iconico di Bowie a Cabanel interpretato da Salmo: abbiamo ripercorso come il dialogo tra musica e arti visive ha prodotto alcune delle immagini più potenti e memorabili del nostro immaginario collettivo.
Taylor Swift è l’Ophelia preraffaellita (2025)
Per la copertina del suo nuovo album The Life of a Showgirl (2025), Taylor Swift sceglie di incarnare Ophelia, la tragica eroina shakespeariana immortalata da John Everett Millais nel 1851–52. Tra ninfe d’acqua e rimandi al destino narrato in Amleto, la popstar si inserisce in una lunga tradizione di riscritture visive e letterarie: un’immagine che fonde pathos teatrale e simbolismo preraffaellita, aggiornata in chiave pop contemporanea.
La strana coppia: Salmo e Cabanel (2021)
Il rapper italiano posa ispirandosi a The Fallen Angel (1847) di Alexandre Cabanel in occasione dell'uscita dell'album Flop (2021): lo sguardo cupo e le lacrime trattenute dell’angelo ribelle diventano metafora visiva della sua attitudine provocatoria e disillusa.
Beyoncé e Jay-Z al Louvre (2018)
Non è una cover, ma certamente si tratta di un videoclip destinato a diventare iconico. In Apeshit, la coppia regale della musica gira tra le sale del Louvre, trasformando capolavori come la Gioconda in quinte di un tableau vivant contemporaneo. Una dimostrazione di potere culturale: a Beyoncé e Jay-Z non basta citare l'arte, possono permettersi di abitarla.
Kendrick Lamar e Caravaggio (2017)
Nel videoclip HUMBLE (2017), diretto da Dave Meyers e The Little Homies, Lamar appare al centro di composizioni che rievocano i chiaroscuri e la teatralità di Caravaggio. I tableaux vivants trasformano il brano in un affresco visivo di potere, religione e ribellione: tra questi anche l’Ultima Cena reinterpretata con il rapper seduto in abiti papali.
I Coldplay e la Rivoluzione Francese (2008)
Un inno alla vita che prende in prestito la potenza visiva di Delacroix: la cover riprende La Libertà che guida il popolo (1830), da un lato trasformando un simbolo della rivoluzione francese in un’icona pop globale, dall'altro condannandola a essere per sempre associata a quel motivetto.
Madonna surrealista (1994)
Che Madonna sia una grande conoscitrice ed estimatrice dell’arte non è certo una novità. Con Bedtime Story (1994) firma un viaggio onirico nel surrealismo: nel video attraversa scenari ispirati a Leonora Carrington e Leonor Fini, in tempi non sospetti, quando entrambe le artiste non godevano ancora della fama attuale. Il risultato? Una dissolvenza continua tra sogno, pittura e musica elettronica.
I Blur e il modernismo britannico (1993)
Con Modern Life Is Rubbish i Blur non solo hanno rilanciato il britpop, ma per farlo hanno scelto una copertina che citasse esplicitamente la pittura inglese moderna. Un omaggio visivo alla tradizione nazionale e al suo rapporto con la vita urbana.
Mina come in un Botero (1991)
Nel 1991 Mina appare sulla copertina di Caterpillar, reinterpretata secondo le forme esagerate e arrotondate di Fernando Botero. Solo dieci anni prima Grace Jones aveva affidato la sua immagine scultorea a Jean-Paul Goude, che ne esaltava la plasticità del corpo allungato.
La body art di David Bowie (1973)
Con Aladdin Sane (1973) Bowie si lascia attraversare dal fulmine che diventerà il suo marchio visivo. Una citazione che attinge al linguaggio della body art e riecheggia la sperimentazione performativa di artisti come Gilbert & George. Più di tutte questa copertina sancisce la fusione tra corpo, arte e musica, anticipando decenni di contaminazioni.
Foto di un particolare della copertina
dettaglio
Jay-Z e Beyonce con La Nike di Samotracia (200-180 a.c) di Pitocrito al Louvre
Due ballerini davanti a Madame Récamier (1800), di Jacques-Louis David al Louvre
Copertina
Fermo immagine dal videoclip musicale a confronto con l'opera di Leonora Carrington, The Giantess (Guardian of the Eggs) 1947
Fermo immagine dal videoclip musicale a confronto con l'opera di Leonor Fini, Le bout du monde, 1949
Copertina con dipinto di Paul Gribble
Copertina