Cosa non perdere ad Artissima 2022 e all’Art Week di Torino

Una guida essenziale alla fiera imperdibile dell’arte contemporanea e a tutti gli eventi in città. Con le dichiarazioni inedite del nuovo direttore Luigi Fassi.

1. Tiepolo x Starling, Pista 500, All Fours | Pinacoteca Agnelli In una veste rinnovata, a partire dalla direzione artistica di Sarah Cosulich e arrivando fino alla caratteristica identità visiva rosso fuoco, pinacoteca Agnelli, a due passi dalla fiera, ha riaperto le proprie porte qualche mese fa e si prepara ad accogliere i visitatori in occasione di Artissima con la seconda edizione di “Beyond the Collection”, progetto espositivo pensato per ripetersi ogni anno e che si sviluppa a partire da un’opera sempre diversa della collezione Agnelli. Questa volta, l’opera Alabardiere in un paesaggio di Gianbattista Tiepolo viene messa a confronto con il progetto espositivo di Simon Starling, all’interno della mostra Tiepolo x Starling, visibile fino al 5 febbraio. Contemporaneamente, sulla Pista 500 (ovvero sul tetto del Lingotto, un’area della Pinacoteca rinnovata in occasione della nuova apertura) è possibile ammirare quattro nuove installazioni di artisti di differenti generazioni: l’area di sosta di Liam Gillick, il billboard con la fotografia di Nan Goldin, l’insegna dei SUPERFLEX e la speciale segnaletica stradale di Marco Giordano. Queste ultime si uniscono alle otto opere già presenti, in un dialogo stringente con l’architettura dell’ex fabbrica FIAT. Ad arricchire la proposta la performance All Fours di Nina Beier e Bob Kil che capovolge i simboli del potere rappresentati nei monumenti. È visibile sulla Pista, al tramonto, fino al 6 novembre.

Nina Beier e Bob Kil. Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino. Foto Sebastiano Pellion di Persano

1. Tiepolo x Starling, Pista 500, All Fours | Pinacoteca Agnelli

Nan Golding.Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino. Foto Sebastiano Pellion di Persano

1. Tiepolo x Starling, Pista 500, All Fours | Pinacoteca Agnelli

Superflex. Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino. Foto Sebastiano Pellion di Persano

2. So will your voice celebrate | Gam, MAO e Palazzo Madama Nel mettere al centro interventi sonori, il progetto prende il titolo da un verso degli anni Trenta del poeta Dylan Thomas e occupa tre sedi museali, in collaborazione con Fondazione Torino Musei. Ciascuna artista è ospitato in un luogo differente: l’italiano Riccardo Benassi alla Gam, la taiwanese Charwei Tsai al MAO e lo statunitense Darren Bader a Palazzo Madama. Le tre opere si distinguono per una dimensione performativa, ciascuna con la sua specificità. Poeticizzare il deserto invece di sapere dove termina di Benassi era stata inizialmente pensata nel 2019 come colonna sonora temporanea dello shopping mall/concept store disegnato da Zaha Hadid per City Life a Milano (fino all’8 gennaio). L’installazione AH di Charwai presenta un suono costante che si ripete come un mantra, supportato da immagini a supporto della componente uditiva - un caso poco comune di commento visivo (fino al 30 aprile). Infine, la performance Antipodes: musical quartets di Bader è un live event con due ensemble musicali che interagiscono tra loro, un quartetto darchi e una rock band di quattro elementi suoneranno brani scelti liberamente, dando vita a un’inedita sinfonia degli antipodi.

Darren Bader, ‘#I am just living to be dying by your side’, Galleria Franco Noero, Antipodes: musical quartets, 2013 (detail). Courtesy the artist and Galleria Franco Noero, Torino. Foto Sebastiano Pellion di Persano

3. Lawrence Abu Hamdan, Air Pressure (A diary of the sky) | Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Curata da Irene Calderoni e Amanda Sroka e visibile a Torino fino al 26 febbraio - insieme a una serie di nuove mostre che inaugurano in occasione di Artissima presso la Fondazione, compreso l’Illy Future Prize vinto da Diana Poicarpo – Air Pressure (A diary of the sky) è la nuova installazione video e audio multicanale di Lawrence Abu Hamdan, ricercatore audio indipendente e vincitore della terza edizione della Future Fields Commission in Time-Based Media, assegnata congiuntamente dalle istituzioni Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dal Philadelphia Museum of Art. Basata su una sceneggiatura scritta dall’artista, l’opera esplora lecologia del rumore propria dello spazio aereo libanese e si concentra sugli episodi in cui laviazione israeliana ha attraversato i cieli del Libano, in violazione agli accordi tra le due nazioni. Per produrre l’opera, l’artista ha attinto a registrazioni visive e sonore e materiali d’archivio, che includono contenuti digitali pubblicati dagli utenti e cittadini attraverso i social media, utilizzando lhashtag arabo #حربي_ بالاجواء (tradotto: #guerranellatmosfera). Abu Hamdan ha inoltre reso la sua ricerca accessibile attraverso un database online AirPressure.info.

Lawrence Abu Hamdan, On the ground – Air Pressure (A diary of the sky)

4. Collective Individuals | Gallerie d’Italia Muovendosi in quel territorio ibrido tra arte e cinema che riunisce le diverse sperimentazioni tecniche legate alle immagini in movimento sotto il termine video arte, la mostra collettiva raccoglie opere per lo più inedite in Italia realizzate da artisti di fama internazionale come Larry Achiampong, Yael Bartana, Adelita Husny- Bey e Jonathas de Andrade. Visibile fino al 30 aprile 2023, la collettiva affronta tematiche urgenti nella contemporaneità come il rapporto tra individuo e collettività, fornendo molteplici letture provenienti da diversi contesti culturali, capaci di mettere in evidenza le contraddizioni del presente in una società sempre più polarizzata tra conflitti, ideologie e disuguaglianze. L’evento, organizzato da Artissima in collaborazione con Intesa Sanpaolo, è visitabile in pieno centro presso la sede di Gallerie d’Italia di Piazza San Carlo. A curare il progetto è Leonardo Bigazzi, curatore di In Between Art Film and Schermo dellarte che di recente ha co-curato un’altra imperdibile mostra a Venezia, intitolata Penumbra, sempre dedicata alla video arte (visibile fino al 27 novembre, per chi si trovasse in laguna).

Alice Dos Reis, Stan Rehearsal – Ensaio Para Plataforma de Lançamento, 2020, HD Video, 5', Color, Sound. Courtesy of the artist and Gallery Lehmann+Silva

4. Collective Individuals | Gallerie d’Italia

Alice Dos Reis, Stan Rehearsal – Ensaio Para Plataforma de Lançamento, 2020, HD Video, 5', Color, Sound. Courtesy of the artist and Gallery Lehmann+Silva

5. Ludovica Carbotta, I come from outside of myself | OGR Officine Grandi Riparazioni Fino al 6 novembre OGR ospita il progetto di Ludovica Carbotta I come from outside of myself, un padiglione ideale, un’architettura fragile, mobile ed extra territoriale pensata per spostarsi idealmente di paese in paese e che non prevede, come invece vorrebbero le sue tradizionali funzionalità, quella di ospitare persone. Così facendo, lo spazio viene trasformato in fucina di produzione dei padiglioni e mostra sculture realizzate a partire da calchi, replicate grazie a macchinari autoprodotti che riciclano la plastica. L’esposizione, a cura di Samuele Piazza, parla del tempo attuale attraverso un dispositivo di riflessione sulla natura dei confini europei, tra limiti e possibilità. Dopo la fase di lancio torinese i padiglioni inizieranno a circolare, dando vita ad altre occasioni di dibattito. La prossima sarà a Roma, il 17 novembre, in occasione di The European Pavilion, iniziativa multidisciplinare e pan-europea.

Ludovica Carbotta, I come from outside of myself

5. Ludovica Carbotta, I come from outside of myself | OGR Officine Grandi Riparazioni

Ludovica Carbotta, I come from outside of myself

6. Cleo Fariselli, Your Storm Our Dew | Almanac Inn La mostra Your Storm Our Dew di Cleo Fariselli presso lo spazio di Almanac Inn prende spunto dagli avvenimenti degli ultimi due anni e riflette sul concetto di “emergenza dilatata”, topos contemporaneo affermatosi come paradossale stato di normalità. In risposta a questa costante sensazione di distorta e connaturata imprevedibilità, l’artista crea un ambiente emotivo visibile fino al 29 gennaio prossimo, fatto di narrazioni immaginifiche che ruotano intorno a elementi oggettuali tipici degli stati di emergenza, capaci di generare ecosistemi alieni e distorti. Realizzata grazie al sostegno dell’Italian Council (2021), l’opera consiste in un video di impronta documentaristica e insieme surreale dove i movimenti e gli effetti visivi si ispirano a quelli del teatro nero, un’espressione del teatro di figura basata su un principio di illusione ottica, dove locchio umano non distingue gli attori dallo sfondo.

Cleo Fariselli, Your Storm Our Dew, 2022, Video stills. Courtesy the artist andAlmanac (London – Torino). Project realized with the support of Italian Council (2021)

6. Cleo Fariselli, Your Storm Our Dew | Almanac Inn

Cleo Fariselli, Your Storm Our Dew, 2022, Video stills. Courtesy the artist andAlmanac (London – Torino). Project realized with the support of Italian Council (2021)

7. Luca Bosani, C0036: l’arcobaleno rovesciato | Osservatorio Futura Come in una serie tv che ha come protagoniste alcune indagini investigative di difficile risoluzione, il 5 novembre dalle 18 alle 23 nella sede di Osservatorio Futura si terrà la performance dell’artista Luca Bosani. Bosani metterà in scena una serie di elementi legati a uno strano evento, apparentemente non identificabile, avvenuto nella mattina del 30 settembre 2022 nella campagna lombarda, tra Saronno e Paderno Dugnano. A partire da quel momento, Bosani indaga sull’avvenuto, rivestendo i panni di un investigatore privato. Una serie di eventi inspiegabili, complici strani avvistamenti mattutini, lo hanno portato a Torino presso Osservatorio, giovane spazio no profit fondato nel settembre 2020 e dedicato alla sperimentazione e alla ricerca per l’arte emergente. Al termine della mostra, gli oggetti di scena e le sculture di Bosani rimarranno visibili e andranno a costituire un set design. Per scoprire se è possibile risolvere l’enigma, c’è tempo fino al 9 dicembre.

Luca Bosani, C0036_UPO Settimo Milanese. Courtesy Luca Bosani

La ventinovesima edizione di Artissima, la fiera più sperimentale d’Italia dedicata all’arte contemporanea, apre le porte al pubblico dal 4 al 6 novembre e ospita, all’interno dell’Oval di Torino, 174 gallerie italiane ed estere provenienti da tutto il mondo, di cui 42 partecipano per la prima volta, testimoniando l’attrattività della fiera e il suo saper essere un catalizzatore di investimenti di mercato e interscambi in ambito artistico. L’edizione 2022 segna senza dubbio un momento di passaggio. Innanzitutto le sette sezioni che costituiscono la fiera tornano ad essere in presenza e vantano numerosi stand monografici; non solo le quattro più consolidate – Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions – ma anche tre sezioni curate da figure di rilievo nel panorama internazionale – Disegni, Present Future e Back to the Future (rispettivamente a cura di Anna Gritz e Balthazar Lovay, Sam Demircan e Maurin Dietrich e Irina Zucca Alessandrelli), le quali, lo scorso anno, erano online, su una piattaforma crossmediale dedicata.

Galerie Rolando Anselmi: Arcangelo Sassolino, Massimo, 2017, acciaio, pneumatico, 108x103x77 cm. Courtesy Galerie Rolando Anselmi | Roma, Berlino. Main Section

In secondo luogo, è importante sottolineare il cambio di direzione dell’evento: dopo un lustro sotto la guida di Ilaria Bonacossa – ora direttrice del Museo Nazionale dell’Arte Digitale di Milano – Artissima da quest’anno è diretta da Luigi Fassi, precedentemente direttore del MAN Museo d’Arte Provincia di Nuoro e nel 2016 di “Curated_by Festival” a Vienna. Come ha dichiarato Fassi a Domus, “la priorità, dopo due anni importanti per la fiera benché caratterizzati dai limiti del Covid, è stata rilanciare tutta la forza del network nazionale e internazionale della fiera, portando avanti l’identità di scouting e scoperta che l’ha resa un brand internazionale molto ricercato dalle gallerie, in particolare quelle di più giovane generazione. Il 2022 è stato per Artissima un anno di viaggi, di ricerche e di contatti ad ampio raggio a livello globale, dall’Europa all’America, dall’Africa all’Asia”. Una dichiarazione che lascia intuire come, dopo due anni più che complessi per le manifestazioni culturali, il mondo dell’arte contemporanea sia pronto a trovare nuovi punti di connessione.

Matèria: Giuseppe De Mattia, Frutta e verdura, Roma, 2019, installazione neon, 16x160 cm. Courtesy l’artista e Matèria, Roma. Foto Roberto Apa. Main section

Proprio l’insorgenza di esperienze trasformative è l’ispirazione centrale dell’edizione di questo’anno, spiega il direttore: “la filosofa contemporanea americana Laurie Ann Paul, nel suo libro Transformative Experience (2014), sostiene che le esperienze personalmente trasformative sono quelle che non possiamo in alcun modo anticipare o prefigurare razionalmente”. La filosofa Paul terrà una lecture il 5 novembre alla fiera, “un caso inedito per una fiera internazionale d’arte contemporanea”, sottolinea il curatore. Sulla scia di questa trasformazione, all’interno della sede fisica della fiera si mantiene un approccio onlife, dove il digitale permane in qualità di “mediatore culturale”, accompagnando i visitatori attraverso la piattaforma Artissima Voice Over, un nuovo progetto in collaborazione con Lauretana di audio guide digitali accessibili tramite smartphone. È “come se Artissima fosse un museo, di cui si scoprono opere, storie e percorsi”, suggerisce Fassi. Un’altra importante novità è il progetto A Sud, nato per approfondire e sostenere alcune specificità culturali storiche di Artissima legate al sud del Paese e a cui partecipano la Fondazione Merz/Zac Centrale, la Fondazione Oelle e la Fondazione Paul Thorel.

P420: Shafei Xia, Miss Pig, 2022, ceramica dipinta e smaltata, 77,5x48,2x28 cm. Courtesy l’artista e P420. Foto Carlo Favero. Main Section

Da ricordare, tra le collaborazioni con i numerosi partner, anche l’attenzione della Fiera verso i giovani artisti attraverso il JaguArt, il premio di Jaguar, così come la collaborazione con Juventus che quest’anno invita, per il consueto progetto per bambini, l’artista Giovanni Ozzola. Grazie al dialogo con laFondazione Torino Musei, così come con il Main Partner Intesa Sanpaolo e con i partner Gruppo UNA e illycaffè, con l’ormai storico Premio illy Present Future, la fiera si espande in città con tre progetti curati su invito e una mostra.  Oltre a un catalogo ricchissimo di opere in fiera, infatti, come di consueto la città propone un’agenda fittissima di appuntamenti stimolanti. “Negli anni la relazione tra Torino e l’arte contemporanea è cresciuta a più livelli, dalla costruzione di grandi collezioni di arte italiana e internazionale in ambito pubblico e privato, sino al nutrimento di spazi indipendenti e all’incubazione di giovani artisti. La città ha sviluppato una porosità operativa che produce un interscambio virtuoso e continuo tra Artissima, le istituzioni e le gallerie cittadine e progetti di arte pubblica noti internazionalmente come le Luci d’artista”, conclude Fassi.

1. Tiepolo x Starling, Pista 500, All Fours | Pinacoteca Agnelli Nina Beier e Bob Kil. Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino. Foto Sebastiano Pellion di Persano

In una veste rinnovata, a partire dalla direzione artistica di Sarah Cosulich e arrivando fino alla caratteristica identità visiva rosso fuoco, pinacoteca Agnelli, a due passi dalla fiera, ha riaperto le proprie porte qualche mese fa e si prepara ad accogliere i visitatori in occasione di Artissima con la seconda edizione di “Beyond the Collection”, progetto espositivo pensato per ripetersi ogni anno e che si sviluppa a partire da un’opera sempre diversa della collezione Agnelli. Questa volta, l’opera Alabardiere in un paesaggio di Gianbattista Tiepolo viene messa a confronto con il progetto espositivo di Simon Starling, all’interno della mostra Tiepolo x Starling, visibile fino al 5 febbraio. Contemporaneamente, sulla Pista 500 (ovvero sul tetto del Lingotto, un’area della Pinacoteca rinnovata in occasione della nuova apertura) è possibile ammirare quattro nuove installazioni di artisti di differenti generazioni: l’area di sosta di Liam Gillick, il billboard con la fotografia di Nan Goldin, l’insegna dei SUPERFLEX e la speciale segnaletica stradale di Marco Giordano. Queste ultime si uniscono alle otto opere già presenti, in un dialogo stringente con l’architettura dell’ex fabbrica FIAT. Ad arricchire la proposta la performance All Fours di Nina Beier e Bob Kil che capovolge i simboli del potere rappresentati nei monumenti. È visibile sulla Pista, al tramonto, fino al 6 novembre.

1. Tiepolo x Starling, Pista 500, All Fours | Pinacoteca Agnelli Nan Golding.Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino. Foto Sebastiano Pellion di Persano

1. Tiepolo x Starling, Pista 500, All Fours | Pinacoteca Agnelli Superflex. Credit Installation view Pinacoteca Agnelli Torino. Foto Sebastiano Pellion di Persano

2. So will your voice celebrate | Gam, MAO e Palazzo Madama Darren Bader, ‘#I am just living to be dying by your side’, Galleria Franco Noero, Antipodes: musical quartets, 2013 (detail). Courtesy the artist and Galleria Franco Noero, Torino. Foto Sebastiano Pellion di Persano

Nel mettere al centro interventi sonori, il progetto prende il titolo da un verso degli anni Trenta del poeta Dylan Thomas e occupa tre sedi museali, in collaborazione con Fondazione Torino Musei. Ciascuna artista è ospitato in un luogo differente: l’italiano Riccardo Benassi alla Gam, la taiwanese Charwei Tsai al MAO e lo statunitense Darren Bader a Palazzo Madama. Le tre opere si distinguono per una dimensione performativa, ciascuna con la sua specificità. Poeticizzare il deserto invece di sapere dove termina di Benassi era stata inizialmente pensata nel 2019 come colonna sonora temporanea dello shopping mall/concept store disegnato da Zaha Hadid per City Life a Milano (fino all’8 gennaio). L’installazione AH di Charwai presenta un suono costante che si ripete come un mantra, supportato da immagini a supporto della componente uditiva - un caso poco comune di commento visivo (fino al 30 aprile). Infine, la performance Antipodes: musical quartets di Bader è un live event con due ensemble musicali che interagiscono tra loro, un quartetto darchi e una rock band di quattro elementi suoneranno brani scelti liberamente, dando vita a un’inedita sinfonia degli antipodi.

3. Lawrence Abu Hamdan, Air Pressure (A diary of the sky) | Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Lawrence Abu Hamdan, On the ground – Air Pressure (A diary of the sky)

Curata da Irene Calderoni e Amanda Sroka e visibile a Torino fino al 26 febbraio - insieme a una serie di nuove mostre che inaugurano in occasione di Artissima presso la Fondazione, compreso l’Illy Future Prize vinto da Diana Poicarpo – Air Pressure (A diary of the sky) è la nuova installazione video e audio multicanale di Lawrence Abu Hamdan, ricercatore audio indipendente e vincitore della terza edizione della Future Fields Commission in Time-Based Media, assegnata congiuntamente dalle istituzioni Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dal Philadelphia Museum of Art. Basata su una sceneggiatura scritta dall’artista, l’opera esplora lecologia del rumore propria dello spazio aereo libanese e si concentra sugli episodi in cui laviazione israeliana ha attraversato i cieli del Libano, in violazione agli accordi tra le due nazioni. Per produrre l’opera, l’artista ha attinto a registrazioni visive e sonore e materiali d’archivio, che includono contenuti digitali pubblicati dagli utenti e cittadini attraverso i social media, utilizzando lhashtag arabo #حربي_ بالاجواء (tradotto: #guerranellatmosfera). Abu Hamdan ha inoltre reso la sua ricerca accessibile attraverso un database online AirPressure.info.

4. Collective Individuals | Gallerie d’Italia Alice Dos Reis, Stan Rehearsal – Ensaio Para Plataforma de Lançamento, 2020, HD Video, 5', Color, Sound. Courtesy of the artist and Gallery Lehmann+Silva

Muovendosi in quel territorio ibrido tra arte e cinema che riunisce le diverse sperimentazioni tecniche legate alle immagini in movimento sotto il termine video arte, la mostra collettiva raccoglie opere per lo più inedite in Italia realizzate da artisti di fama internazionale come Larry Achiampong, Yael Bartana, Adelita Husny- Bey e Jonathas de Andrade. Visibile fino al 30 aprile 2023, la collettiva affronta tematiche urgenti nella contemporaneità come il rapporto tra individuo e collettività, fornendo molteplici letture provenienti da diversi contesti culturali, capaci di mettere in evidenza le contraddizioni del presente in una società sempre più polarizzata tra conflitti, ideologie e disuguaglianze. L’evento, organizzato da Artissima in collaborazione con Intesa Sanpaolo, è visitabile in pieno centro presso la sede di Gallerie d’Italia di Piazza San Carlo. A curare il progetto è Leonardo Bigazzi, curatore di In Between Art Film and Schermo dellarte che di recente ha co-curato un’altra imperdibile mostra a Venezia, intitolata Penumbra, sempre dedicata alla video arte (visibile fino al 27 novembre, per chi si trovasse in laguna).

4. Collective Individuals | Gallerie d’Italia Alice Dos Reis, Stan Rehearsal – Ensaio Para Plataforma de Lançamento, 2020, HD Video, 5', Color, Sound. Courtesy of the artist and Gallery Lehmann+Silva

5. Ludovica Carbotta, I come from outside of myself | OGR Officine Grandi Riparazioni Ludovica Carbotta, I come from outside of myself

Fino al 6 novembre OGR ospita il progetto di Ludovica Carbotta I come from outside of myself, un padiglione ideale, un’architettura fragile, mobile ed extra territoriale pensata per spostarsi idealmente di paese in paese e che non prevede, come invece vorrebbero le sue tradizionali funzionalità, quella di ospitare persone. Così facendo, lo spazio viene trasformato in fucina di produzione dei padiglioni e mostra sculture realizzate a partire da calchi, replicate grazie a macchinari autoprodotti che riciclano la plastica. L’esposizione, a cura di Samuele Piazza, parla del tempo attuale attraverso un dispositivo di riflessione sulla natura dei confini europei, tra limiti e possibilità. Dopo la fase di lancio torinese i padiglioni inizieranno a circolare, dando vita ad altre occasioni di dibattito. La prossima sarà a Roma, il 17 novembre, in occasione di The European Pavilion, iniziativa multidisciplinare e pan-europea.

5. Ludovica Carbotta, I come from outside of myself | OGR Officine Grandi Riparazioni Ludovica Carbotta, I come from outside of myself

6. Cleo Fariselli, Your Storm Our Dew | Almanac Inn Cleo Fariselli, Your Storm Our Dew, 2022, Video stills. Courtesy the artist andAlmanac (London – Torino). Project realized with the support of Italian Council (2021)

La mostra Your Storm Our Dew di Cleo Fariselli presso lo spazio di Almanac Inn prende spunto dagli avvenimenti degli ultimi due anni e riflette sul concetto di “emergenza dilatata”, topos contemporaneo affermatosi come paradossale stato di normalità. In risposta a questa costante sensazione di distorta e connaturata imprevedibilità, l’artista crea un ambiente emotivo visibile fino al 29 gennaio prossimo, fatto di narrazioni immaginifiche che ruotano intorno a elementi oggettuali tipici degli stati di emergenza, capaci di generare ecosistemi alieni e distorti. Realizzata grazie al sostegno dell’Italian Council (2021), l’opera consiste in un video di impronta documentaristica e insieme surreale dove i movimenti e gli effetti visivi si ispirano a quelli del teatro nero, un’espressione del teatro di figura basata su un principio di illusione ottica, dove locchio umano non distingue gli attori dallo sfondo.

6. Cleo Fariselli, Your Storm Our Dew | Almanac Inn Cleo Fariselli, Your Storm Our Dew, 2022, Video stills. Courtesy the artist andAlmanac (London – Torino). Project realized with the support of Italian Council (2021)

7. Luca Bosani, C0036: l’arcobaleno rovesciato | Osservatorio Futura Luca Bosani, C0036_UPO Settimo Milanese. Courtesy Luca Bosani

Come in una serie tv che ha come protagoniste alcune indagini investigative di difficile risoluzione, il 5 novembre dalle 18 alle 23 nella sede di Osservatorio Futura si terrà la performance dell’artista Luca Bosani. Bosani metterà in scena una serie di elementi legati a uno strano evento, apparentemente non identificabile, avvenuto nella mattina del 30 settembre 2022 nella campagna lombarda, tra Saronno e Paderno Dugnano. A partire da quel momento, Bosani indaga sull’avvenuto, rivestendo i panni di un investigatore privato. Una serie di eventi inspiegabili, complici strani avvistamenti mattutini, lo hanno portato a Torino presso Osservatorio, giovane spazio no profit fondato nel settembre 2020 e dedicato alla sperimentazione e alla ricerca per l’arte emergente. Al termine della mostra, gli oggetti di scena e le sculture di Bosani rimarranno visibili e andranno a costituire un set design. Per scoprire se è possibile risolvere l’enigma, c’è tempo fino al 9 dicembre.