Spazio A – l’appartamento leccese dell’artista Alessia Rollo – ha ospitato gli ultimi lavori di Gianni D’Urso, artista pugliese che, con la serie “Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita”, indaga un’epoca in cui una generazione (quella dei Millennials nati negli anni ’80) rifiuta con un sorriso amaro qualsiasi ragionevole ottimismo. “Erano i primi anni 2000 e Tonino Guerra, sceneggiatore di innumerevoli capolavori del cinema italiano come Blow-Up di Michelangelo Antonioni, recitava nel celebre spot per Unieuro, tutto l’entusiasmo e la visione positiva nei confronti del futuro e del progresso tecnologico”, spiega Giuseppe Amedeo Arnesano nel testo critico per la mostra (rimasta aperta solo due settimane). “Gli anni zero sono ricordati per una serie di avvenimenti, nazionali e internazionali, che hanno ridefinito in ambito politico, economico, naturale e sociale gran parte di quella geografia culturale che fino alla fine degli anni ’90 era per certi versi consolidata”. A partire dalle Torri Gemelle e dalla crisi finanziaria del 2008. Il linguaggio di D’Urso è ironico e chiaro, con opere come Comfort Zone, un’amaca sospesa al soffitto, immersa nelle note della sigla di Dowson’Creek I dont’want’ to wait in un richiamo dolceamaro all’adolescenza, o Support your active life dove un pallone sgonfio parla di futuri negati.