Con lo scopo di rispondere alla domanda di un luogo dove le diverse tendenze e questioni caratterizzanti il mondo della fotografia contemporanea possano confluire, a Torino si è svolta The Phair, una fiera creata da Roberto Casiraghi e Paola Rampini, sviluppata da un team di sei curatori in dialogo con 35 gallerie, invitate a rappresentare la complessità della scena attuale.

The Phair articola lo strumento della fiera in molteplici direzioni. Quella della vocazione urbana, occupando uno spazio centrale di attrazione come la ex Borsa Valori di Gabetti e Isola, attualmente in disuso. Vi è poi la funzione della vendita, con un luogo del mercato che viene riattivato da una funzione polarizzatrice del mercato — collezionistico e non solo.

Non per ultima la direzione data dall’interpretazione del concetto stesso di fiera: The Phair si pone lo scopo di fare un punto sulla situazione attuale della fotografia attraverso diverse tematiche in cui si possano poi identificare molteplici evoluzioni. Una fiera, quindi, nell’accezione che il termine ha dall’inizio dell’età contemporanea: lo showcase dello stato dell’arte, ma anche l’indicazione del suo sviluppo futuro, di ciò che si vedrà nelle fiere dei prossimi anni.

Come conferma Luca Panaro, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e coordinatore del team curatoriale, questo aspetto del concept si articola ulteriormente all’interno del progetto. Concentrandosi quest’anno principalmente sulla scena italiana, The Phair ha voluto lavorare con le gallerie per presentare un panorama di fotografi tanto storici e affermati quanto contemporanei favorendo questi ultimi. Si è poi investita una grande parte dell’indagine riguardante l’evoluzione della fotografia in una serrata sequenza di talk tra curatori, artisti ed esperti, nella forma della trasmissione su web tv destinata quindi a sopravvivere all’evento fiera costituendo un archivio di riflessione e ricerca permanente e accessibile. I temi principali su cui i talk si sviluppano sono l’editoria, i new media, il collezionismo, le fondazioni, i giovani autori, il mercato, il ruolo dei musei e le committenze.