Naufraghi

Due grandi quadri dell’Ottocento, rispettivamente di Delacroix e di Goya, raccontano la tragedia del naufragio, rappresentando un monito per quello che succede al largo delle coste italiane in questi giorni.

Giornate di attese al largo delle coste italiane. Due navi Ong, la Humanity 1 e la Geo Barents, trasportano migranti in cerca di salvezza. L’Europa va contro la linea italiana chiedendo all’attuale governo di agevolare gli sbarchi: “Il salvataggio in mare è un dovere morale e giuridico e non può essere impedito”.

Uno scontro acceso su chi possa o meno scendere, mentre le Ong contestano: lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo.

I naufraghi del Don Juan, un dipinto di Eugene Delacroix analizza il tema. Un momento, tratto dal secondo canto del Don Giovanni di George Gordon Byron, che ricorda la Zattera della Medusa di Theodore Géricault.

Il naufragio, Francisco Goya, 1793-94
Il naufragio, Francisco Goya, 1793-94

L’impianto composito è estremamente articolato. Lo spazio è occupato in gran parte dall’acqua e dal cielo, ma la scialuppa al centro attira tutta l’attenzione. Le linee di forza partono dalle due estremità dell’imbarcazione sino ad arrivare al centro dove la maggior parte delle figure presenti si accalcano.

Un uomo, con una veste bianca, tiene nel grembo una ciotola, forse contenete del cibo, poco però. Tutti cercano di arrivare a quel centro, mentre ai lati le figure appaiono arrese, stremate. Un momento intenso, difficile ed estremamente disperato.

L’opera fu presentata al Salon del 1841 ricevendo dalla critica molti consensi per l’espressività dell’opera ma altrettanti critiche, negative, per la trascuratezza dell’uso del colore. Nulla era lasciato al caso, anche il colore stesso e la scelta quasi monocroma, tutto portava alla denuncia, alla disperazione.

Il naufragio di Don Giovanni, Eugene Delacroix, 1840
I naufraghi del Don Juan, Eugene Delacroix, 1840

Qualche anno prima del dipinto di Delacroix, lo spagnolo Francisco Goya dipinge un altro naufragio. Il titolo torna al soggetto, Il Naufragio. Il mare è ancora in tempesta, un solo corpo appare senza vita sugli scogli, mentre gli altri personaggi cercano di mettersi in salvo. Anche qui le linee di forza partono dai lati del dipinto fino al suo centro, un climax emotivo piramidale dove la punta più alta viene incarnata da una donna con le braccia tese verso il cielo, sembra imprecare, urlare la propria disperazione facendosi così portavoce di tutti. La disperazione appare in entrambi i dipinti. Angoscia, agonia, tormento, sofferenza, la stessa di oggi.

Scendono i vulnerabili dalle due imbarcazioni contemporanee al largo delle coste italiane, gli altri rimangono a bordo. La disperazione è la stessa, la voglia di sopravvivere e vivere è la stessa che rintracciamo negli sguardi dei naufraghi dipinti nelle opere di questi grandi maestri. Un monito dal passato, una speranza nel presente.

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