Londra. Stranezze della memoria allo Store X

Il New Museum di New York presenta ventuno video artisti e registi, esposti negli ultimi dieci anni di attività, da Ed Atkins ad Oliver Laric.

Pipilotti Rist, 4th Floor To Mildness, 2016. Video and sound installation

L’edificio iconico 180 The Strand ha aperto battenti a Londra nel 2016, re-immaginato come una piattaforma per l’arte, il design, la musica, il cibo e le telecomunicazioni. The Store, 180 The Strand ha trasformato il palazzo disegnato da Sir Frederick Gibberd in un nuovo spazio di creazione. Lanciato con la Hayward Gallery per la sua prima mostra al di fuori dei suoi confini ufficiali, dal titolo “The Infinite Mix”, è ad oggi un luogo nel quale compiere un’esperienza percettiva avvolgente, grazie alle installazioni audio-visive, ma anche per rilassarsi dopo il pranzo, per leggere riviste e utilizzare uno dei molteplici studi di telecomunicazione.

Durante Frieze 2018, gli interni dell’edificio di cemento e vetro sono stati rianimati, riportati alla vita da ventuno artisti molto noti internazionalmente, la cui maggior parte dei lavori veniva esposta per la prima volta a Londra o, talvolta, persino nel Regno Unito; includendo, fra gli altri, Pipilotti Rist, Anri Sala, Mounira Al Solh, Cally Spooner e Ryan Trecartin. “Strange Days: Memories of the Future”, è la terza mostra estesa commissionata da The Store X, ma è stata concepita e orchestrata dal direttore artistico Edlis Neeson e da Massimiliano Gioni, in collaborazione con The Vinyl Factory. Il sottotitolo è stato preso a prestito da una collezione di racconti brevi scritti dall’immaginario di Sigizmund Krzhizhanovsky nella  Mosca sovietica degli anni Venti. Con ironia e grande senso dell’umorismo, Krzhizhanovsky ripristina un’atmosfera di nostalgia e futuribilità per considerare come le nuove tecnologie, così come forme insolite di organizzazioni e avveniristiche esperienze umane, rimangano imbevute di assurdità e di potenziale utopico.

Con lo stesso spirito, ma diffuso attraverso connessioni multi-dimensionali, Fly Paper di Kahlil Joseph rappresenta una sorta di legame nel tempo, realizzato da uno degli artisti che avevano accompagnato The Infinite Mix, la grande mostra i installazioni video e sonore, curata da Ralph Rugoff nel 2016. Inoltre, il New Museum ha collaborato attivamente alla co-produzione di questo lavoro di Kahlil Joseph che ha introitato un ritratto profondamente personale della vita culturale di Harlem, presentandolo per la prima e unica volta proprio al New Museum a New York nell’autunno del 2017, prima dell’acclamato debutto europeo a Berlino per la X Biennale, inaugurata a giugno di quest’anno.

Durante gli ultimi dieci anni, dal momento in cui il New Museum si è spostato nell’edificio di Bowery, nel dicembre 2007, sono stati esposti molti altri video artisti come: Phil Collins, Tacita Dean, Nathalie Djurberg, Sharon Hayes, Mathias Poledna, Erik Van Lieshout, Apichatpong Weerasethakul e Artur Żmijewski, ma “Strange Days” porta con sé una continua panoramica in soggettiva, un’antologia affettiva che ci insegna come attraversare il tempo passando per differenti dimensioni corporee e di pensiero. Ne è un esempio, O Peixe (206) di Jonathas de Andrade che richiama la prima presentazione in un museo americano dedicata interamente all’artista brasiliano. Il film finzionale-etnografico di de Andrade, in una serie di scene girate su pellicola in 16mm, ci rende testimoni di una sorta di rituale animistico, riportando come singoli pescatori si relazionano con i pesci, nel momento in cui li catturano e quando li tengono stretti al petto come a pregare.

Alternando espressioni facciali, relative a dominazione e a patos, i pescatori forzosamente e teneramente abbracciano ogni singolo pesce fino a che non cessano di respirare. Il gesto che sulla pellicola appare come un rituale, comunque, è un’azione inventata dall’artista, spingendo an forza, all’interno di un racconto un ritratto esoticizzato, protratto fino ai limiti della plausibilità. Mentre i lavori di Klara Lidén, Daria Martin e Lili Reynaud-Dewar, quasi all’opposto, rappresentano una sorta di contrappunto visivo per gli spettatori, traghettandoli verso i paesaggi critici di Camille Henrot con Grosse Fatigue (2013), di John Akomfrah con Vertigo Sea (2015) e del follemente intimo 4th Floor to Mildness di Pippiloti Rist, un video e un’installazione sonora del 2016 nella quale una sorta di intervento performativo acquatico può essere visto attraverso due enormi schermi a soffitto.

Titolo mostra:
Strange Days: Memories of the Future
Date di apertura:
fino al 9 dicembre 2018
Concepita da:
Edlis Neeson e Massimiliano Gioni
Sede:
The Store X, 180 The Strand

Ultimi articoli di Arte

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram