Kader Attia e le ferite del passato

A Toronto, la mostra “The Field of Emotion”al The Power Plant indaga il concetto di guarigione come atto fisico e simbolico.

Kader Attia, The Field of Emotion, 2018. Vista dell'installazione: The Power Plant, Toronto, 2018. Courtesy l'artista. Foto: Henry Chan.

Fino al 13 maggio 2018 The Power Plant, galleria d’arte contemporanea di Toronto, ospita “The Field of Emotion”, la prima personale dell’artista Kader Attia in Canada. Combinando opere recenti a lavori commissionati appositamente per l’occasione, la mostra curata da Carolin Köchling esplora il tema della guarigione come atto fisico e soprattutto simbolico, un concetto centrale nella pratica artistica di Kader Attia.  “Il mondo contemporaneo è perseguitato dalle ferite del passato” – se, come afferma l’artista, le ferite non possono essere sanate, serve a poco voler riparare oggetti e corpi, cercando a tutti i costi di nascondere ogni malfunzionamento, ma è più saggio accettare la parte danneggiata come un aspetto essenziale della nostra identità, della nostra storia. 

Ispirandosi alla sofferenza dei milioni di veterani sfigurati dalla Prima guerra mondiale, nella sua installazione “J’accuse” (in francese, “io accuso”) (2016) Attia posiziona una serie di grossolani busti di soldati in legno di fronte all’omonimo film contro la guerra del regista francese Abel Gance, esprimendo così una critica decisa nei confronti di una società che infligge ancor più dolore isolando coloro i cui volti e corpi vengono considerati mostruosi. “Reflecting Memory” (2016) tratta invece del tema degli arti fantasma: confrontandosi con chirurgi, neurologi e psichiatri, Kader Attia ne indaga le cause psicosomatiche, utilizzando l’immagine del corpo umano amputato come metafora di una società mutilata dal genocidio. Infine, la mostra presenta due nuove installazioni site-specific: un gruppo di traversine in legno richiama i traumi causati dalle ferrovie di tutto il mondo, mentre in una video-installazione dedicata al passato colonialista e pro-schiavitù del Canada, l’artista riflette sull’impatto che queste ferite, e soprattutto la loro negazione, hanno avuto e hanno tutt’oggi tanto sui singoli individui quanto sulla collettività. “L’opera d’arte svolge un ruolo essenziale nel processo di guarigione. Oltre ad incarnare essa stessa la rinascita, mette infatti in dubbio un orizzonte politico che interessa tutte le categorie sociali. L’opera d’arte è sempre oggetto di discussione, viene odiata, non lascia mai indifferenti. Perché? Proprio perché rappresenta il regno delle emozioni“ (Kader Attia).

Titolo:
The Field of Emotion, Kader Attia
Museo:
The Power Plant
Curatore:
Carolin Köchling
Date di apertura:
27 gennaio – 13 maggio 2018
Indirizzo:
231 Queens Quay West Toronto, Canada

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