Publishing as an Artistic Toolbox: 1989-2017

Riflessioni sul medium editoriale a cura di Luca Lo Pinto presso la Kunsthalle Wien.

La mostra “Publishing as an Artistic Toolbox: 1989-2017” alla Kunsthalle di Vienna si apre con una debita domanda: Qual è oggi il ruolo dell’editoria? Un quesito più che attuale in un momento in cui l’accelerazione digitale si confronta con una vigorosa risposta del materiale stampato – che non solo detiene una regolare presenza nei tradizionali formati come il libro d’artista, il catalogo o la pubblicazione di settore, ma che sempre più sta diventando oggetto di attenzione ed esplorazione, sia nelle suddette forme che nell’ambito artistico indipendente.

Anziché indugiare sulle avanguardie storiche o sulle sottoculture degli anni Sessanta e Settanta, la mostra si concentra sulle produzioni successive al 1989, anno simbolico e sfondo di due eventi di forte impatto sociale e politico: il concepimento del World Wide Web e la caduta del Muro di Berlino. I concetti intrinseci in questo momento storico e politico diventano il filtro critico - e autocritico - per la mostra che, nonostante si presenti come teatro di una generazione dispensata dai limiti culturali, propone una selezione ancora paradossalmente sbilanciata ad Occidente. Il progetto comunque si profila come una prospettiva storico-analitica, volutamente non enciclopedica, focalizzata più sul mezzo che sul contenuto, e crea un contesto di riflessione sul passato recente di questo fenomeno, piuttosto che cercare di tirarne le somme con l’utopica raccolta dei materiali che lo costituiscono. La selezione dei contenuti è un’entità organica cresciuta in funzione della propria struttura, vera protagonista della mostra; la varietà di formati delle diverse sezioni è la chiave di lettura di questa ricognizione.

Fig.11 “Publishing as an Artistic Toolbox: 1989-2017”, veduta della mostra, Kunsthalle Wien, Vienna, 2017
“Publishing as an Artistic Toolbox: 1989-2017”, veduta della mostra, Kunsthalle Wien, Vienna, 2017

L’aspetto archivistico è rappresentato da sezioni come “Artist Run Magazines. The Magazine as Medium”, una raccolta di oltre 70 riviste, “The Message as Medium” un excursus sugli interventi d’artista in periodici e quotidiani, in collaborazione con Christoph Schifferli, e “Autoretrospective”, che presenta tutti i progetti editoriali dell’artista Philippe Thomas. Un approccio più sperimentale si riscontra invece in “Artists’ Library”, che raccoglie artisti legati alla pratica editoriale che presentano libri per loro significativi motivandone la scelta, così come in “In Between. The Library as Medium”, dove alcuni artisti sono invitati a scegliere un volume dalla libreria di Franz West e a produrre un’opera come inserto del libro stesso; senza tralasciare la presenza non convenzionale di “The Bookshop as Medium”, bookshop dedicato ai libri d’artista e agli editori indipendenti curato da Gregorio Magnani e Motto Books.

Non manca l’editoria digitale, con “Expanded Publishing”, una presentazione di progetti sperimentali a cavallo tra fisico e digitale, in collaborazione con Filipa Ramos e “Post-Digital Publishing Archive”, una selezione di progetti dall’archivio di Silvio Lorusso. Per finire, varie sezioni che invitano alla discussione: “Design as Medium”, discussione sul graphic design con Åbäke, Manuel Raeder e Boy Vereecken; “The Artist and the Publishers”, tavola rotonda con Jonathan Monk, Christophe Boutin, Christophe Daviet e Michèle Didier; “Magazines as Publishers”, tavola rotonda con Afterall, Archive, Mousse, NERO e OEI;Talks”, un ciclo di interventi che si tiene all’interno della mostra stessa.

Fig.12 “Publishing as an Artistic Toolbox: 1989-2017”, veduta della mostra, Kunsthalle Wien, Vienna, 2017
“Publishing as an Artistic Toolbox: 1989-2017”, veduta della mostra, Kunsthalle Wien, Vienna, 2017

Questa mostra è un libro animato dove ogni pagina spiega un diverso aspetto progettuale, e ne affronta la tridimensionalità con un sistema altrettanto complesso. L’esposizione è stata studiata da Rio Grande, che ha progettato una mostra senza tavoli o vetrine, in cui oltre la metà delle pubblicazioni esposte è consultabile; e la metà che non lo è riesce comunque a eludere le classiche soluzioni espositive, frontali e protette, che appiattiscono i volumi riducendoli alle proprie copertine. La comunicazione è invece a cura di Dallas: dai testi espositivi, che trasformano l’esposizione nel proprio indice, al booklet, didascalia tascabile imprescindibile per destreggiarsi tra un contenuto e l’altro, al Journal, che permette di portarsi la mostra a casa.

Lo Pinto analizza un tema ampio e sfaccettato, fronteggiandolo con un progetto ambizioso che, anche se non si prefigge di dare risposte esaustive alle domande sopracitate, in realtà le custodisce nella sua stessa struttura. Figlio del suo tempo e delle problematiche implicite della cultura contemporanea, il curatore italiano propone questa ricognizione consapevole della sua inafferrabilità, giocando con la mostra nella mostra, riflettendo molto sul linguaggio, trasmettendo l’attitudine collaborativa e sperimentatrice, puntando sull’ibridazione e sulla transdisciplinarietà – come provano i concept delle sezioni o la presenza di Maurizio Cattelan in tutte quelle in cui poteva essere inserito – ma soprattutto dimostrando come il ritorno della carta stampata stia allargando il pubblico dell’arte contemporanea.

Fig.13 “Publishing as an Artistic Toolbox: 1989-2017”, veduta della mostra, Kunsthalle Wien, Vienna, 2017
“Publishing as an Artistic Toolbox: 1989-2017”, veduta della mostra, Kunsthalle Wien, Vienna, 2017
Titolo:
Publishing as an Artistic Toolbox: 1989-2017
Date di apertura:
fino al 28 gennaio 2018
A cura di:
Luca Lo Pinto
Display e grafica:
Rio Grande e Dallas
Luogo:
Kunsthalle Wien Museumsquartier
Indirizzo:
Museumsplatz 1, Vienna

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