Tra i migliori esempi di archeologia industriale veronese, La Rotonda  – che per la sua epoca è stata una delle più grandi strutture frigorifere d’Europa – sarà aperta al pubblico durante i giorni di ArtVerona – dal 13 al 16 ottobre 2017 – con uno scenografico evento performativo curato da Luca Massimo Barbero per Cariverona che permetterà di riscoprire un lavoro fotografico scattato da Gabriele Basilico nel 2005 come documentazione dell’area degli Ex Magazzini Generali. L’occasione è l’inizio dei lavori di restauro e riqualificazione guidati da Mario Botta che, a partire dall’autunno, interesseranno l’area. “Cariverona ha sempre dedicato una grande attenzione al luogo;” – spiega Luca Massimo Barbero – “per due ragioni: perché gli Ex Magazzini rappresentano quello che nell’archeologia industriale è indicato come uno snodo straordinario della crescita industriale e di commerciale di Verona. La seconda ragione è un’operazione meno nota: quella di salvare buona parte dei graffiti che i giovani avevano fatto in questi spazi.”

Facendolo fotografare da Gabriele Basilico, la fondazione ha salvato, come una specie di memoria attiva, tutti gli strati di questo luogo. Basilico ha fotografato lo stato di fatto. “Per il 95% degli scatti Basilico sceglie un formato lungo, orizzontale, emblematico di questo terreno costruito, basso e molto forte.” Continua Barbero: “È molto importante il taglio che Basilico dà all’inquadratura: come una sorta di basso continuo, molto selettivo, molto puro, Basilico segue le linee dell’orizzonte di questo spazio che si distribuisce nel terreno e che era stato percorso dalla ferrovia ed era legato all’idea, dell’orizzonte.”

La Rotonda si presenta come una sorta di luogo totalmente crudo, disossato e pieno di strutture allo stesso tempo. L’allestimento previsto da Luca Massimo Barbero non prevede nessuna estetica, solo un’estrema purezza nella presentazione delle fotografie attraverso una retroproiezione che chiuderà uno dei bracci della Rotonda, creando un luogo performativo che le persone potranno attraversare. Conclude Barbero: “L’idea è quella di raccontare un luogo che, da un lato, è una sorta di memoria di rovina e, dall’altro, ha ancora l’energia di un opificio, un grande monumento all’operosità. La Rotonda non è solo una bella struttura, ma è una struttura che è stata operativa ed è stata pensata come un luogo antiestetico e quindi funzionale, con una sua estetica che oggi, invece, risulta straordinaria.”