Un confronto senza tempo tra opere di differenti periodi che ruotano attorno a un’oscillazione continua tra un’eleganza sincronica e una diacronia cacofonica. Infatti, la sala d’apertura ostenta questo precario disequilibrio proponendo al centro dello spazio la replica di una scultura in bronzo di un giovane d’epoca classica con indosso un walkman. Completano questo ambiente immersivo, composto da stridenti contrasti, alcuni elementi architettonici in cemento che disegnano un’architettura distopica e immaginaria.
Nel suo percorso artistico, Isa Genzken ha variato una molteplicità di materiali, dimensioni, salti di scala, passando da elementi tridimensionali a opere a parete bidimensionali. Il corpo è uno dei territori privilegiati di sperimentazione e riferimento, attraverso operazioni di astrazione o di abbrutimento e rimescolamento e utilizzando la vestizione stratificata di manichini in abiti cheap realizzati con materiali sintetici del nostro tempo o radiografie.
In mostra si evidenziano questi elementi di raccordo o di salto da epoche differenti attraverso l’affastellarsi di materiali plastici, resine, radio in cemento che negano la comunicazione sintonizzandosi con il buio della storia, l’anima nascosta del paese di nascita dell’artista, la Germania. Spesso è la stessa Genzken a essere protagonista di accostamenti e allitterazioni attraverso la messa in gioco di suoi ritratti in dialogo con la Mona Lisa di Leonardo o la Medusa di Caravaggio, mentre le riproduzioni dei busti di Nefertiti dal Neues Museum di Berlino appaiono di volta in volta come autoritratti accessoriati da occhiali da sole, parrucche, cuffiette o cravatte.
La storia nelle mani della Genzken si propone come accumulo di frammenti prendendo la forma di una spugna che assorbe da ambiti disciplinari e personali differenti e divenendo quasi un deposito enciclopedico di saperi, tecniche e materiali intesi come vettori di una vasta conoscenza che muove tutto, da una regina egizia a Michael Jackson.
È comunque una sensibilità femminile a creare accostamenti inediti di materiali e formati che spesso sono ammorbiditi attraverso l’inserimento nell’opera di elementi floreali come rose rosse o foglie di palma. Questa sistematica ibridazione di elementi molteplici e differenti rimanda spesso anche ai contesti metropolitani vissuti e amati da Isa Genzken, come New York, Berlino, Amsterdam.
Gli oggetti più comuni, le immagini più disparate rappresentano per l’artista tedesca l’occasione per costruire uno spazio di interrogazione della contemporaneità misurandola con il metro dell’arte, delle sue relazioni nascoste mettendo in luce complessità e contraddizioni del quotidiano. A volte, quest’indagine assume la forma di un dialogo più intimo e ironico come nel film in mostra Zwei Frauen im Gefecht (Due donne in combattimento, 1972), un perpetuo vestirsi e svestirsi che la Genzken condivide con la sua amica Susan Grayson, altre volte appare come una critica sociale più diretta come in Memorial Tower (Ground Zero) in cui propone una ricostruzione non fisica delle Twin Towers ma immagina delle lunghe strisce di plastica colorata da utilizzare come supporto per edificare uno scambio di domande e risposte con la comunità travolta dal traumatico evento che ha segnato la nostra contemporaneità. Una rassegna ampia e ben curata che esprime il valore di una ricerca artistica in costante evoluzione, sempre in relazione con le dinamiche sociali e culturali del proprio tempo.