Yazmani Arboleda: crediamo nei palloncini

Con la serie Monday Morning, Yazmani Arboleda distribuisce palloncini per strada a chi si reca al lavoro, celebrando così l’aspetto ordinario della quotidianità urbana. Dopo Bangalore, Nairobi e Yamaguchi, la prossima  audace tappa sarà Kabul.


Quello di spazio pubblico è un concetto mutevole, qualcosa la cui essenza è decisamente difficile da cogliere. Presenta una molteplicità di declinazioni sociali, culturali e politiche: cambia fisionomia secondo la geografia e il contesto. Scrivendo dall’Afghanistan molti dei presupposti che fanno parte della cultura occidentale su che cosa voglia dire ‘pubblico’ possono essere discutibili e richiedono un serio sforzo di analisi per evitare di formulare illazioni preconcette. La sociologa urbana Janet Abu Lughod elenca tre fattori che storicamente hanno contribuito a dar forma alla città islamica: la divisione tra i membri delle comunità religiose locali e gli estranei, la segregazione di genere e l’assenza di un sistema giuridico di destinazione d’uso del territorio, che lascia quindi che conflitti e trattative si risolvano a livello di quartiere.
In apertura: la tappa di Monday Morning a Bangalore. Qui sopra: Monday Morning a Nairobi

Le applicazioni e la coesistenza di questi tre fattori nel processo di costruzione della città crea schemi di organizzazione spaziale radicalmente differenti da quanto si potrebbe pensare, perché la normativa occidentale e la sua valutazione spesso portano a equivoci e a false interpretazioni. La mancata comprensione di queste complessità sociali e spaziali può condurre alla semplice (o semplicistica) conclusione che una spazio pubblico ‘islamico’ non esista, e che quindi le ‘comunità locali’ non possiedano spazi di aggregazione. È una visione miope che impedisce la piena comprensione delle dinamiche e delle modalità di accesso e di partecipazione che si realizzano in uno spazio condiviso. Gli artisti hanno da lungo tempo iniziato a confrontarsi con questi concetti complicati e a volte contraddittori. Questioni di partecipazione, accessibilità e apertura sono al centro dell’ideazione di installazioni, happening e manifestazioni che hanno a che fare con l’idea di spazio pubblico.
Monday Morning a Nairobi

La scala e la modalità di questi interventi artistici urbani variano per dimensioni ed efficacia. Dalla stupenda coreografia di Seven Walks (2005) di Francis Alÿs alle provocazioni di Maurizio Cattelan – come l’installazione senza titolo con tre figure di bambini a grandezza naturale impiccate a un albero di Milano (2004) – certi artisti hanno usato lo spazio urbano condiviso come palcoscenico. Le amministrazioni locali hanno spesso usato la formula dell’arte pubblica per promuovere progetti di decoro urbano che riducono questo concetto alla collocazione di sculture nei rondò, nei parchi periferici e in altri spazi inutilizzati. Altri artisti, come Marjetica Potrc e Jeanne van Heeswijk, lavorano sui temi relativi alla creazione del luogo e interagiscono attivamente e creativamente con i cittadini.
Monday Morning a Yamaguchi

Non molti artisti, tuttavia, si sono fatti carico dell’ardua impresa di celebrare l’aspetto ordinario, indefinito della quotidianità urbana. Il newyorkese Yazmani Arboleda è uno di quelli che ci sono riusciti. Nella serie in corso di realizzazione Monday Morning distribuisce dei palloncini a persone che stanno recandosi al lavoro in ciascuna delle varie città dove orchestra ciò che definisce “sculture viventi”. Dal 2011 ha distribuito palloncini arancione a Bangalore, in India; palloncini gialli a Nairobi, in Kenya; e palloncini verdi a Yamaguchi, in Giappone: palloncini del colore dello zafferano, del sole e dell’oro, e del colore della natura.
Monday Morning a Yamaguchi


Architetto per formazione, Arboleda conosce la complessa essenza degli spazi pubblici e le relative declinazioni locali, e i suoi interventi – raffinati e teatrali allo stesso tempo – inseriscono l’elemento sovversivo della sorpresa per rivelare la bellezza dimenticata delle abitudini ritualizzate. Monday Morning è un esempio notevole di come l’arte dei gesti piccoli e potenti sveli la poesia nascosta della routine e della normalità. I palloncini sono un simbolo festoso. Il consueto tragitto del lunedì per andare al lavoro è il simbolo della banalità e delle componenti ripetitive che costituiscono la maggior parte della nostra vita quotidiana. L’alchimia dell’opera di Yazmani Arboleda nasce dalla collisione di queste dimensioni pressoché antitetiche della nostra esistenza, collisione che crea un unico, singolo, irripetibile momento. Momento di bellezza, momento d’arte.

Monday Morning a Bangalore

La prossima, audace tappa della serie Monday Morning sarà Kabul: un luogo dove la sopravvivenza dello spazio pubblico è minacciata da un conflitto interminabile, dalla paura e da un’interpretazione minoritaria ma radicale dell’islamismo. Un sabato (il giorno d’inizio della settimana lavorativa in Afghanistan), Kabul sarà invasa da diecimila palloncini rosa. Palloncini del colore che rappresenta le donne e l’energia femminile che rischia d’essere sopraffatta dalla violenza della guerra. Una rete di organizzazioni non governative locali – che comprendono artisti, donne, militanti per i diritti umani – si farà carico della complicata logistica comunque richiesta da una simile operazione, e tanto più in una città dove le riunioni di grandi masse di persone costituiscono una minaccia alla sicurezza.
Monday Morning a Nairobi

In preparazione all’evento, Yazmani Arboleda ha dato il via a una campagna mondiale denominata We Believe in Balloons (“Crediamo nei palloncini”). Persone di ogni parte del mondo hanno acconsentito ad acquistare un palloncino, e uno solo, per un dollaro. Il palloncino sarà poi distribuito a Kabul il giorno dell’evento con un messaggio da parte della persona che l’ha acquistato. Ogni singolo individuo darà lo stesso contributo, indipendentemente dalla sua ricchezza e dalle sue possibilità: l’unica donazione possibile è di un solo dollaro, allo scopo di creare le condizioni di una proprietà collettiva e di una partecipazione realmente egualitarie. We Believe in Balloons, e la più ampia iniziativa della serie Monday Morning, costituiscono un intelligente, effimero contributo che si inserisce nel raffinato equilibrio che realizza la reinvenzione quotidiana della città. Kabul forse si fermerà per qualche minuto per celebrare la propria “insostenibile leggerezza dell’essere”.

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