Antoni Muntadas: Entre/Between

La mostra dell'artista spagnolo al museo Jeu de Paume è un susseguirsi di opere che ci aprono gli occhi e ci pongono sotto il segno di una critica sociale; cosa che, di questi tempi, risulta utile quanto una sessione terapeutica.

Dagli anni Settanta a oggi, al centro della complessa pratica artistica di Antoni Muntadas, c'è il tentativo di ricontestualizzare il rapporto tra i sistemi di comunicazione e il potere, che regolano le nostre vite. Era quindi inevitabile che anche quest'ultima mostra in un'istituzione pubblica, come il museo parigino Jeu de Paume per lo più dedicato alla fotografia e ai nuovi media, non implicasse la rinegoziazione dei meccanismi del mostrare. Il risultato non è dunque una retrospettiva in senso classico, ma piuttosto l'occasione di misurare e reinterpretare la tenuta del suo sistema, costruito nel paesaggio mediatizzato. E il suggerimento è di percorrerlo (o ripercorrerlo) in "Entre/Between", come annuncia il suo titolo.

Con Media Landscape e in anticipo su molti artisti, Muntadas definisce uno spazio preciso di comunicazione. Ed è nel flusso opaco e ridisegnato dalle nuove tecnologie che –all'epoca dei suoi esordi – decide di posizionare la sua ricerca. Allora erano la stampa, la radio e la televisione (che oggi sembrano preistoria), ma la sua linea di ricerca, si è sempre adoperata a sottolinearne piuttosto le storture, le aporie, ricostituendo coreografie dei gesti del nascente esercizio dell'iper-consumo o la modificazione delle nostre esperienze sensoriali.

I lavori sembrano distanti nel tempo, ma le azioni sensoriali sono tutt'ora potentissime. Il Monumento genérico è una tautologia, ma la sua scala (si tratta delle foto di un traliccio elettrico) all'interno del museo è bellissima e metafisica, come un'ombra dalla portata surrealista. Percorrendo la mostra, risulta evidente che un filo di lettura temporale sarebbe inutile: Muntadas lo scarta perché servirebbe solo a separare lo spettatore dalla riflessione sulle differenti e successive forme di tecnologia. Il dialogo arte-vita non può declinarsi nella descrizione di una cronologia e, dunque, il low-tech delle prime verifiche si mescola con opere recenti come la File Room di The Archive che non esisterebbe senza Internet.
Antoni Muntadas, <i>On Translation: La mesa de negociación II</i>, 1985-2005, vista della mostra al museo Jeu de Paume, Parigi, 16 ottobre 2012-20 gennaio 2013. © Muntadas / ADAGP, Paris, 2012. Photo Jeu de Paume, Romain Darnaud
Antoni Muntadas, On Translation: La mesa de negociación II, 1985-2005, vista della mostra al museo Jeu de Paume, Parigi, 16 ottobre 2012-20 gennaio 2013. © Muntadas / ADAGP, Paris, 2012. Photo Jeu de Paume, Romain Darnaud
Tuttavia, dalle installazioni slide-show che documentano lo spazio pubblico in Canal Street a New York, passando per i televisori in bianco e nero, con i loro presentatori a mezzo busto gracchianti e tanto white–noise ("rumore bianco"), per arrivare fino alla collezione in progress di lavori censurati, non c'è mai un mero esercizio di stile, ma un costante statement politico.
"Muntadas. Entre / Between", vista della mostra al museo Jeu de Paume, Parigi, 16 ottobre 2012-20 gennaio 2013. © Muntadas / ADAGP, Paris, 2012. Photo Jeu de Paume, Romain Darnaud
"Muntadas. Entre / Between", vista della mostra al museo Jeu de Paume, Parigi, 16 ottobre 2012-20 gennaio 2013. © Muntadas / ADAGP, Paris, 2012. Photo Jeu de Paume, Romain Darnaud
Quasi tutto il lavoro è ad alta densità iconica proprio perché non è riattualizzato. On traslation: el applauso del 1999, con la sua sala di pubblico che applaude eventi catastrofici e generici del nostro tempo, è vecchio e superato come un talk show all'epoca di Facebook, ma proprio per questo davvero tematizzante. Persino un lavoro degli anni Ottanta come Subliminal (1985) si dimostra ancora più dirompente, perché misura l'obsolescenza del display. Quel suo essere installato in un punto ad altissima visibilità, come il mega schermo di Times Square a New York, lo fa rivivere oggi come una partitura grafica: il libretto di una litania salvifica per i nostri occhi crocifissi ai tablet o allo schermo di uno smartphone. Chi nel contesto sociale odierno alzerebbe mai lo sguardo per vederlo? Per quattro decenni, Muntadas ha in effetti indirizzato la sua ricerca su questo tema centrale che concerne il cosa stiamo guardando? e, ovviamente, sui suoi paradossi. Dunque dalla sorveglianza video all'archivio, dallo spazio pubblico a quello privato, La ville musée del 1991 (che ci trasforma tutti in voyeur dello spazio comune), è un susseguirsi di opere che – come in una costellazione di pratiche artistico-politiche sperimentali – ci apre gli occhi e ci pone sotto il segno di una critica sociale che, di questi tempi, risulta utile quanto una sessione terapeutica.
Persino un lavoro degli anni Ottanta come Subliminal si dimostra ancora più dirompente, perché misura l'obsolescenza del display.
"Muntadas. Entre / Between", vista della mostra al museo Jeu de Paume, Parigi, 16 ottobre 2012-20 gennaio 2013. © Muntadas / ADAGP, Paris, 2012. Photo Jeu de Paume, Romain Darnaud
"Muntadas. Entre / Between", vista della mostra al museo Jeu de Paume, Parigi, 16 ottobre 2012-20 gennaio 2013. © Muntadas / ADAGP, Paris, 2012. Photo Jeu de Paume, Romain Darnaud
Fino al 20 gennaio 2013
Muntadas. Entre / Between
Jeu de Paume
1 place de la Concorde, Parigi
"Muntadas. Entre / Between", vista della mostra al museo Jeu de Paume, Parigi, 16 ottobre 2012-20 gennaio 2013. © Muntadas / ADAGP, Paris, 2012. Photo Jeu de Paume, Romain Darnaud
"Muntadas. Entre / Between", vista della mostra al museo Jeu de Paume, Parigi, 16 ottobre 2012-20 gennaio 2013. © Muntadas / ADAGP, Paris, 2012. Photo Jeu de Paume, Romain Darnaud
"Muntadas. Entre / Between", vista della mostra al museo Jeu de Paume, Parigi, 16 ottobre 2012-20 gennaio 2013. © Muntadas / ADAGP, Paris, 2012. Photo Jeu de Paume, Romain Darnaud
"Muntadas. Entre / Between", vista della mostra al museo Jeu de Paume, Parigi, 16 ottobre 2012-20 gennaio 2013. © Muntadas / ADAGP, Paris, 2012. Photo Jeu de Paume, Romain Darnaud

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