Con Media Landscape e in anticipo su molti artisti, Muntadas definisce uno spazio preciso di comunicazione. Ed è nel flusso opaco e ridisegnato dalle nuove tecnologie che –all'epoca dei suoi esordi – decide di posizionare la sua ricerca. Allora erano la stampa, la radio e la televisione (che oggi sembrano preistoria), ma la sua linea di ricerca, si è sempre adoperata a sottolinearne piuttosto le storture, le aporie, ricostituendo coreografie dei gesti del nascente esercizio dell'iper-consumo o la modificazione delle nostre esperienze sensoriali.
I lavori sembrano distanti nel tempo, ma le azioni sensoriali sono tutt'ora potentissime. Il Monumento genérico è una tautologia, ma la sua scala (si tratta delle foto di un traliccio elettrico) all'interno del museo è bellissima e metafisica, come un'ombra dalla portata surrealista. Percorrendo la mostra, risulta evidente che un filo di lettura temporale sarebbe inutile: Muntadas lo scarta perché servirebbe solo a separare lo spettatore dalla riflessione sulle differenti e successive forme di tecnologia. Il dialogo arte-vita non può declinarsi nella descrizione di una cronologia e, dunque, il low-tech delle prime verifiche si mescola con opere recenti come la File Room di The Archive che non esisterebbe senza Internet.


Persino un lavoro degli anni Ottanta come Subliminal si dimostra ancora più dirompente, perché misura l'obsolescenza del display.

Muntadas. Entre / Between
Jeu de Paume
1 place de la Concorde, Parigi

