Anthony McCall: Breath

Le sculture di luce dell'artista britannico Anthony McCall illuminano l'immenso spazio industriale dell'Hangar Bicocca.

È una storia professionale sui generis quella di Anthony McCall. Rappresentante, più di trent'anni fa, del cinema d'avanguardia londinese e autore di un film poi divenuto leggendario per essere stato il primo esperimento di "luce solida" (Line Describing a Cone), l'artista britannico è poi scomparso dalla ribalta artistica per due decenni. Da pochi anni di nuovo al lavoro, Mc Call continua a illuminare con le sue sculture di luce lo spazio buio di gallerie e musei internazionali, dal Whitney al Centre Pompidou, dalla Tate al MoMA. Dal 20 marzo al 21 giugno arriva a Milano nel grande capannone industriale dell'Hangar Bicocca con un progetto di Serena Cattaneo Adorno che mescola installazione, film e performance e propone oltre a lavori inediti, le opere create negli ultimi cinque anni. Ogni proiezione si basa su complesse formule matematiche, equazioni algebriche e assiomi geometrici che coinvolgono matematici e programmatori per riuscire a disegnare il cono di luce del proiettore (a circa 10-12 metri di distanza dalla parete o dal pavimento) e per prevedere le correnti d'aria che disegnano la foschia di questi tunnel di luce. Le proiezioni avvengono nello spazio oscurato, ma non sono del tutto silenziose: il rumore del proiettore, il mormorio del pubblico, i movimenti corporei creano una sorta di colonna sonora speciale che rende suggestiva e particolare l'esperienza del visitatore. E.S.

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