Il titolo richiama il famoso motto di Mies Van Der Rohe e degli architetti razionalisti secondo cui la forma artistica deve adeguarsi alla funzione, e l'opera si qualifica in base alla sua utilità. L'arte di oggi si confronta con le strutture narrative dello spettacolo (cinema, televisione, fotografia, ma anche la pittura e la scultura figurative tradizionali), un confronto che spinge a volte l'artista a creare nuovi racconti, trame, personaggi fittizi; altre volte, l'opera offre solamente gli spunti di una narrazione possibile, che il visitatore svilupperà a suo piacimento.
In ogni caso, la finzione serve agli artisti per darci una rappresentazione critica della realtà che tutti noi viviamo, colta nei suoi aspetti più straordinari e bizzarri quanto in quelli più dimessi e consuetudinari. Gli artisti invitati, tutti emersi a partire dagli anni Novanta, conducono il pubblico in una dimensione a cavallo tra il mondo reale e gli infiniti mondi immaginari.
Al Castello di Rivoli (To), fino al 27 gennaio 2002.
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