La serra nasce con un chiaro intento: controllare il clima per favorire la crescita di specie vegetali. Un microcosmo vegetale inglobato in scheletri strutturali e superfici vitree, che vede nell’architettura delle sue forme un oggetto in grado di funzionalità, sperimentazione tecnologica e poesia.
La storia dell’architettura delle serre, seppur lunga e discontinua nel tempo e nella geografia globale, stabilisce certamente un momento di svolta nel 1800. Infatti, con l’avvento dell’architettura del ferro e del vetro, il tema della serra si diffonde e diventa un oggetto di interesse progettuale.
Le nuove conquiste tecniche permisero infatti la creazione di vere e proprie cattedrali vetrate, all’interno delle quali la vegetazione poteva crescere rigogliosa grazie al controllo di umidità e ventilazione. Il fascino per queste strutture trovò il suo apice nel Crystal Palace, progettato nel 1851 da Joseph Paxton, che rappresentò nelle forme di una grande serra il simbolo della modernità celebrata dall’Esposizione Universale.
Oltre all’aspetto puramente funzionale, il tema della serra è diventato nei decenni un’occasione di sperimentazione per l’architettura, che ha concretizzato nelle sottili pareti trasparenti idee di spazio e riflessi di contemporaneità. Oggi queste strutture si legano in maniera indissolubile ad un concetto di sostenibilità e autosufficienza, rendendo le architetture dei simboli tra innovazione e sensibilità ambientale. Per questa ragione, Domus ha deciso di proporre una collezione di dieci progetti d’autore, che mostrano come la serra sia stata interpretata, soprattutto negli ultimi decenni, attraverso forme e approcci differenti.
Sottovalutate e visionarie: le serre sono il laboratorio dell’architettura contemporanea
Dai primi esperimenti ottocenteschi alle serre high-tech di Norman Foster e Renzo Piano, questa tipologia architettonica si è rivelata uno spazio di continua sperimentazione.
Decimus Burton, Palm House, Londra, 1844. Foto DAVID ILIFF, via Wikimedia.
Decimus Burton, Palm House, Londra, 1844. Foto Gunnar Klack, via Wikimedia.
Decimus Burton, Palm House, Londra, 1844. Foto Anthony O'Neil, via Wikimedia.
Patrick Berger e Jean-François Jodry, Serre di Parc André Citroen, Parigi, 1992. Foto SiefkinDR, via Wikimedia.
Patrick Berger e Jean-François Jodry, Serre di Parc André Citroen, Parigi, 1992. Foto Myrabella, via Wikimedia.
Foster+Partners, Great Glasshouse, Wales, 1999. Foto Nigel Young, courtesy Foster+Partners.
Foster+Partners, Great Glasshouse, Wales, 1999. Foto Nigel Young, courtesy Foster+Partners.
Foster+Partners, Great Glasshouse, Wales, 1999. Foto Nigel Young, courtesy Foster+Partners.
Plasma Studio, Xi’an Glasshouse, Xi’an, 2011. Courtesy Plasma Studio.
Plasma Studio, Xi’an Glasshouse, Xi’an, 2011. Courtesy Plasma Studio.
Plasma Studio, Xi’an Glasshouse, Xi’an, 2011. Courtesy Plasma Studio.
C.F. Møller Architect, Sustainable Hortohouse, Aarhus, 2013. Courtesy Plasma Studio.
C.F. Møller Architect, Sustainable Hortohouse, Aarhus, 2013. Courtesy Plasma Studio.
C.F. Møller Architect, Sustainable Hortohouse, Aarhus, 2013. Courtesy Plasma Studio.
RPBW, Serra MUSE, Trento, 2016. Foto Ishida Shunji, © RPBW - Renzo Piano Building Workshop Architects
RPBW, Serra MUSE, Trento, 2016. Foto Cano Enrico, © RPBW - Renzo Piano Building Workshop Architects
RPBW, Serra MUSE, Trento, 2016. © RPBW - Renzo Piano Building Workshop Architects
Kuehn Malvezzi, Rooftop Greenhouse, Oberhausen, 2016. © Foto Hiepler Brunier.
Kuehn Malvezzi, Rooftop Greenhouse, Oberhausen, 2016. © Foto Hiepler Brunier.
Kuehn Malvezzi, Rooftop Greenhouse, Oberhausen, 2016. © Foto Hiepler Brunier.
Kolpa architecten + META architectuur, Agrotopia, Roeselare, 2021. Foto ©FILIP DUJARDIN.
Kolpa architecten + META architectuur, Agrotopia, Roeselare, 2021. Foto ©FILIP DUJARDIN.
Kolpa architecten + META architectuur, Agrotopia, Roeselare, 2021. Foto ©FILIP DUJARDIN.
Delugan Meissl Associated Architects, Taiyuan Botanical Garden, Taiyuan 2021. Foto © CreatAR - www.creatarimages.com
Delugan Meissl Associated Architects, Taiyuan Botanical Garden, Taiyuan 2021. Foto © CreatAR - www.creatarimages.com
Delugan Meissl Associated Architects, Taiyuan Botanical Garden, Taiyuan 2021. Foto © CreatAR - www.creatarimages.com
Kpmb, Horticultural, Winnipeg, 2022. Foto Ema Peter Photography.
Kpmb, Horticultural, Winnipeg, 2022. Foto Ema Peter Photography.
Kpmb, Horticultural, Winnipeg, 2022. Foto Ema Peter Photography.
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- Kevin Santus
- 29 maggio 2025
Seppur le architetture raccolte si focalizzino sulla contemporaneità, escludendo quindi esempi notevoli quali il Jewel Box del 1936 o il Climatron completato nel 1960, la collection vuole aprire con la celebre architettura della Palm House di Kew Gardens. Costruita nel 1844, essa rappresenta sotto molti aspetti un simbolo della monumentalità leggera delle serre, e una pietra miliare nella definizione della tipologia della serra. Progettata da Richard Turner e Decimus Burton, accoglie un clima temperato per far crescere all’interno un piccolo palmeto, mentre le forme assorbono la grandeur dell’epoca Vittoriana. Da qui, un salto temporale ci porta a due progetti degli anni Novanta: le Serre di Parc Citroen a Parigi, di Patrick Berger e Jean-François Jodry, e la Great Glasshouse di Foster+Partners. Le prime assumono il valore di propilei moderni che aprono sul parco, mentre la seconda disegna una campata ovoidale unica che riconnette il microcosmo interno al disegno del paesaggio. Una sequenza di progetti mostra così come il tema della serra sia oggi variamente interpretato. Alle forme spigolose della Serra Tropicale del MuSe a firma dello studio Renzo Piano, della Rooftop greenhouse di Kuehn Malvezzi o del progetto Agrotopia di Kolpa architecten, sono complementari le geometrie sinuose della Sustainable Hothouse di C.F. Møller Architect, o del Taiyuan Botanical Garden di Delugan Meissl Associated Architects. Una sequenza di progetti che accoglie contributi internazionali, raccontando non solo d’Europa, ma anche delle recenti sperimentazioni di Kpmb in Canada, con il progetto Horticultural, o delle variazioni sul tema nel conteninete asiatico, come in Xi’an Greenhouse di Plasma Studio, dove i piani della copertura si frammentano nel disegno di suolo.
Una delle espressioni più monumentali che hanno sintetizzato con l’architettura del ferro e del vetro lo stile Vittoriana in una serra. Progettata per ospitare un palmento, nei giardini di Kew Gardens, la struttura presenta una forte altezza con una copertura a padiglione dove archi in ferro battuto e vetro costruiscono un volume vitreo maestoso. La serra così realizzata sfrutta l’innovazione tecnica e costruisce un perfetto ambiente controllato, in cui il clima artificiale riesce ad ospitare una vegetazione tropicale, che riempie interamente lo spazio interno. Vegetazione e architettura si uniscono, tra tronchi e pilastri che confondendosi registrano una poesia tra natura e artificio.
Due serre gemelle, ad aprire come propilei contemporanei la vista su Parc Citroen, a Parigi. Minimali nel loro disegno, le serre richiamano il rigore di architetture industriali, memori del sito produttivo che un tempo sorgeva al posto del parco, e al contempo registrano un tono monumentale rispetto la città circostante. Le architetture assumono così un significato quasi simbolico, trasformando il linguaggio stesso della serra in una sintesi tra memoria e celebrazione della vegetazione stessa. All’interno dei volumi, infatti, traspaiono due mondi vegetali differenti, esito di due microclimi: uno mediterraneo e uno tropicale. La vegetazione, medio bassa, lascia infine allo sguardo la possibilità di traguardare le facciate vitree, in una continua relazione tra vegetazione e città.
La poesia della tecnica, tipica delle architetture di Foster+Partners, appare nella Great Glasshouse come un disegno di uno spazio unico che cuce paesaggio e architettura. L’opera, sita nel giardino botanico di Aberystwyth in Galles, presenta una grande cupola ovoidale, adagiata su un basamento cementizio ricoperto da un tetto giardino, quasi a ricreare l’immagine di una collina scavata. La serra si inserisce così nel paesaggio ondulato del Galles, La struttura, in acciaio verniciato bianco, disegna una geometria semplice e regolare, mentre un computer all’interno monitora le condizioni climatiche, ottimizzando il consumo di energia.
Come una sequenza di pieghe nel terreno, la Xi’an Greenhouse progettata da Plasma Studio si inserisce nel terreno. Le geometrie compresse incastrano i vari piani inclinati, che come figure diamantate fuoriescono dal terreno. Questi speroni in vetro nascondono una struttura interna imponente, dove ogni triangolo vetrato è a sua volta scomposto e descritto da altrettante figure geometriche. La serra non è più solo un edificio compatto, ma un vero e proprio percorso, un nastro tra la terra e il cielo che, come descritto dagli architetti, ha l’obiettivo di trasformare la serra in un’esperienza spaziale. L’architettura si confonde così con la plasticità topografica del sito, in una reinvenzione tipologica della serra stessa.
Progettata nella città di Aarhus, la serra tropicale firmata da C.F. Møller Architect vede una cupola dalla forma simile a quella del guscio di una lumaca. Il progetto, ideato negli anni Sessanta, ha visto la realizzazione solo nel 2013. La cupola, che si accosta al centro botanico esistente, vede l’utilizzo di ETFE (Etilene TetrafluoroEtilene) che permette ad ogni tassello trasparente di assumere una peculiare forma tondeggiante. Questo permette alla serra di sembrare non un’architettura rigida, ma uno spazio che respira, quasi l’aria fosse insufflata all’interno della cupola stessa. La forma, inoltre, attraverso peculiari calcoli ingegneristici, ottimizza il consumo di energia, e sfrutta in maniera ottimale la luce solare.
Progettata dal premio Pritzker Renzo Piano, la serra è parte integrante del Museo delle Scienze di Trento, il cosiddetto MuSe. La serra si inserisce infatti nel disegno più ampio del museo, dove piani inclinati configurano un coronamento sfaccettato e dinamico, a ricordare il profilo montano del Trentino. La serra si colloca come elemento conclusivo del sistema museale, generando un ambiente vegetato leggermente incassato rispetto al piano di calpestio esterno, in una continuità visiva che dalla piazza penetra nella serra. La falda inclinata funge da sistema per la raccolta delle acque, mentre la facciata, anch’essa inclinata, conclude non solo la serra, ma l’intero volume architettonico.
Alle sperimentazioni plastiche precedenti, il Rooftop greenhouse progettato da Kuehn Malvezzi contrappone un progetto dalle forme più tradizionali, che però riflette sul tema della serra urbana, e del ripensamento dei tetti piani inutilizzati. A fronte di una crescente insostenibilità alimentare delle città, lo studio tedesco propone il riuso della copertura di un edificio per disegnare un nuovo spazi per la produzione locale di cibo. Qui, la serra non è più solo un tema di forma, ma viene pensato come un laboratorio di coltivazione a chilometro zero, così da favorire la coltivazione di ortaggi e piante, incidendo sulla sostenibilità ambientale e alimentare di contesti urbani densamente popolati. Un progetto manifesto che nella sua semplicità ripensa il ruolo stesso della serra.
Agrotopia, progetto a cura di Kolpa architecten + META architectuur, sviluppa la figura archetipica della serra trasformandola in un tema che ridefinisce coronamento e facciate del centro di ricerca. Il progetto è infatti un centro di ricerca per l’agricoltura urbana, che combina la coltivazione indoor con sistemi tecnologici avanzati. L’edificio, caratterizzato da una struttura in cemento armato tradizionale, vede così il tetto riempirsi di strutture in vetro con il tetto spiovente, ad inglobare interamente il volume cementizio. A differente del progetto di Kuehn Malvezzi, qui il sistema vitreo scende anche per alcune facciate verticali, diventando un elemento linguistico che disegna una teoria di volumi diamantati in vetro.
Il Taiyuan Botanical Garden è un progetto che recupera una precedente miniera di carbone, ridisegnando un intero frammento di territorio, e inserendo tre cupole emisferiche come elementi topografici del nuovo paesaggio. Queste configurano tre serre, la cui struttura è interamente in legno lamellare. Se all’esterno i tre emisferi risultano come volumi puri, inseriti in dialogo tra i campi e l’acqua, è all’interno che lo spazio sorprende il visitatore. L’uso del legno lamellare infatti trasforma il carattere della serra, dando ancor più continuità tra i colori della vegetazione, i frammenti di cielo e il color terroso delle travi curve.
Progettata da Kpmb, denominata anche The Leaf, l’architettura recentemente conclusa riporta una nuova sperimentazione sulla forma della serra. Il volume non è né una cupola, né presenta una qualsivoglia falda. Lo studio ha infatti utilizzato la sequenza di Fibonacci per definire una copertura a spirale, dove l’uso di ETFE (Etilene TetrafluoroEtilene) riesce a mantenere la sensazione di leggerezza della parte trasparente. La percezione è quella di un telo leggero a mezz’aria, puntualmente affrancato a dei tiranti che fissano al suolo il movimento continuo della spirale. All’interno, la serra risulta disegnata dagli elementi strutturali, mentre una passerella centrale funge da perno dinamico e sposta l’esperienza del contatto con la vegetazione su livelli diversi.