La serra nasce con un chiaro intento: controllare il clima per favorire la crescita di specie vegetali. Un microcosmo vegetale inglobato in scheletri strutturali e superfici vitree, che vede nell’architettura delle sue forme un oggetto in grado di funzionalità, sperimentazione tecnologica e poesia.
La storia dell’architettura delle serre, seppur lunga e discontinua nel tempo e nella geografia globale, stabilisce certamente un momento di svolta nel 1800. Infatti, con l’avvento dell’architettura del ferro e del vetro, il tema della serra si diffonde e diventa un oggetto di interesse progettuale.
Le nuove conquiste tecniche permisero infatti la creazione di vere e proprie cattedrali vetrate, all’interno delle quali la vegetazione poteva crescere rigogliosa grazie al controllo di umidità e ventilazione. Il fascino per queste strutture trovò il suo apice nel Crystal Palace, progettato nel 1851 da Joseph Paxton, che rappresentò nelle forme di una grande serra il simbolo della modernità celebrata dall’Esposizione Universale.
Oltre all’aspetto puramente funzionale, il tema della serra è diventato nei decenni un’occasione di sperimentazione per l’architettura, che ha concretizzato nelle sottili pareti trasparenti idee di spazio e riflessi di contemporaneità. Oggi queste strutture si legano in maniera indissolubile ad un concetto di sostenibilità e autosufficienza, rendendo le architetture dei simboli tra innovazione e sensibilità ambientale. Per questa ragione, Domus ha deciso di proporre una collezione di dieci progetti d’autore, che mostrano come la serra sia stata interpretata, soprattutto negli ultimi decenni, attraverso forme e approcci differenti.

Seppur le architetture raccolte si focalizzino sulla contemporaneità, escludendo quindi esempi notevoli quali il Jewel Box del 1936 o il Climatron completato nel 1960, la collection vuole aprire con la celebre architettura della Palm House di Kew Gardens. Costruita nel 1844, essa rappresenta sotto molti aspetti un simbolo della monumentalità leggera delle serre, e una pietra miliare nella definizione della tipologia della serra. Progettata da Richard Turner e Decimus Burton, accoglie un clima temperato per far crescere all’interno un piccolo palmeto, mentre le forme assorbono la grandeur dell’epoca Vittoriana.
Da qui, un salto temporale ci porta a due progetti degli anni Novanta: le Serre di Parc Citroen a Parigi, di Patrick Berger e Jean-François Jodry, e la Great Glasshouse di Foster+Partners. Le prime assumono il valore di propilei moderni che aprono sul parco, mentre la seconda disegna una campata ovoidale unica che riconnette il microcosmo interno al disegno del paesaggio. Una sequenza di progetti mostra così come il tema della serra sia oggi variamente interpretato. Alle forme spigolose della Serra Tropicale del MuSe a firma dello studio Renzo Piano, della Rooftop greenhouse di Kuehn Malvezzi o del progetto Agrotopia di Kolpa architecten, sono complementari le geometrie sinuose della Sustainable Hothouse di C.F. Møller Architect, o del Taiyuan Botanical Garden di Delugan Meissl Associated Architects.
Una sequenza di progetti che accoglie contributi internazionali, raccontando non solo d’Europa, ma anche delle recenti sperimentazioni di Kpmb in Canada, con il progetto Horticultural, o delle variazioni sul tema nel conteninete asiatico, come in Xi’an Greenhouse di Plasma Studio, dove i piani della copertura si frammentano nel disegno di suolo.