Arrivano anche quest'anno le Giornate Fai di Primavera del 22 e 23 marzo, che riaccendono i riflettori sul patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico del Paese invitando il pubblico a scoprire, oltre alle mete più celebri e note, spazi insoliti e normalmente inaccessibili oppure poco conosciuti.
Milano: 9 luoghi da vedere nelle Giornate Fai di Primavera
Da Gio Ponti a Libeskind, dalle città ideali ai luoghi iconici della vita milanese, proponiamo una Milano da scoprire (o riscoprire) in 9 luoghi visitabili il prossimo weekend.
Foto Carlo Bazzi da Wikipedia
Foto Anonimo da Wikipedia
Foto Carlodell da Wikipedia
Foto Giovanni Dall’Orto da Wikipedia
Foto Arbalete da Wikipedia
Foto Arbalete da Wikipedia
Foto Italy Chronicles da Wikipedia
Foto KaiKemman da wikimedia commons
Foto Archivio Gio Ponti, Courtesy of Co3 Progetti Architetti Associati
View Article details
- Chiara Testoni
- 17 marzo 2025
Tra questi, Domus ha selezionato alcune opere imperdibili a Milano, per un weekend all’insegna dell’urbanitas meneghina, o per un fuori porta poco lontano: dalle architetture storiche (Palazzo Edison, Palazzo Beltrami), moderne (Palazzo Gio Ponti) e contemporanee (Torre Libeskind) solitamente non aperte al pubblico, ai luoghi iconici della “bella vita” milanese (ippodromo di San Siro, Villa Necchi Campiglio), alle utopie (più o meno) realizzate di città ideali fuori città (Cusano Milanino, Metanopoli).
Immagine di apertura: Piero Portaluppi, Villa Necchi Campiglio, 1932-1935, Milano, Italia
L’edificio su Foro Bonaparte (cardine e elemento qualificante del primo Piano Regolatore di Milano) è stato progettato fino dalle origini come edificio per uffici. Dal 1923 è sede della storica società elettrica milanese. L’edificio su cinque piani è caratterizzato da fronti severi e imponenti, e dischiude al suo interno atmosfere liberty leggibili nell’ uso di cemento, ferro battuto e vetro decorato, tra cui le vetrate a forma di cupola della Sala degli azionisti e della Sala degli analisti, costituite da pezzi di vetro realizzati a mano, con tonalità differenti.
Milanino, la prima città-giardino italiana nata sull'esempio delle garden cities britanniche, rappresenta un progetto unitario di quartiere multifunzionale dove si coniugavano i vantaggi della vicinanza alla città e quelli della campagna. Nonostante lo sviluppo sfrenato del secondo dopoguerra, ancora oggi qui si colgono atmosfere di inizio ‘900 tra le varie tipologie edilizie presenti (villino con torretta, palazzetto, chalet) in stile eclettico, floreale e dèco.
Inaugurato negli anni Venti del ‘900 per sostituire l'antico Trotter situato in Viale Padova, il complesso costituisce assieme allo Stadio Giuseppe Meazza uno dei centri più importanti dello sport milanese e ancora oggi è uno dei più prestigiosi palcoscenici ippici a livello mondiale. Realizzato interamente in stile Liberty, il complesso è composto da piste di gara e di allenamento, tribune e scuderie, immerse in un giardino botanico. Nel 1999 all'ingresso è stato collocato il "Cavallo di Leonardo", realizzato dalla scultrice Nina Akamu a partire dai disegni di Leonardo da Vinci per il monumento equestre di Francesco Sforza.
Il Palazzo di quattro piani in stile eclettico, situato in piazza della Scala e normalmente chiuso al pubblico (è sede della ragioneria comunale), rispecchia lo stile degli anni Venti, con utilizzo di materiali e stili celebrativi della vittoria della Grande Guerra. Lo schema formale è semplice e tradizionale: Il primo piano a bugnato rustico; il piano nobile, scandito da finestroni con timpani curvilinei e dalla balconata; l'ultimo piano con sculture e un fregio di tema eclettico. All’interno, spiccano il maestoso scalone d'onore e gli arredi di prestigio di epoche differenti.
La “città del metano” costruita negli anni ‘50 per volontà del Presidente ENI, Enrico Mattei, era destinata ad accogliere le strutture centrali di direzione, ricerca, sviluppo e distribuzione del gruppo, oltre alle abitazioni dei lavoratori e relativi servizi: oltre al centro sanitario, scuole e impianti sportivi, anche una chiesa come elemento identitario per una comunità che proveniva da tutto il paese. La chiesa di Santa Barbara, un volume ad aula unica con transetto di dimensioni contenute e facciata a capanna che ricorda le cattedrali toscane, rielabora schemi compositivi tradizionali ed è interamente arricchita da numerose opere d’arte.
La chiesa esprime un concetto progettuale innovativo e insolito per un edificio di culto del tempo, essendo stata pensata come prima di una serie di chiese replicabili, da costruire nelle periferie con tecnologia prefabbricata di stampo industriale. Il volume essenziale ad aula unica è caratterizzato da una struttura in cemento armato e pareti perimetrali in pannelli in vetro rigato traslucidi e separati dal pavimento da una fascia di vetri trasparenti, espediente che rende la struttura leggera e quasi sospesa. Dopo anni di degrado causati dal deterioramento dei materiali e incendi, i lavori di recupero per riportare l’edificio all’aspetto originale furono completati su progetto di Sbg architetti nel 2014.
La dimora, circondata da un ampio parco con piscina e campo da tennis, apparteneva ad una colta e illuminata famiglia della borghesia industriale lombarda, operosa ma sensibile alla bella vita. Oggi rientra nel circuito delle “Case Museo di Milano”. Nel 2001 la famiglia ha affidato la Villa al FAI per farne un luogo da vivere grazie anche al piacevole giardino, ai numerosi eventi e al bistrot nel parco.
La torre vetrata dalla sagoma curvilinea, sede di Pwc Italia, si innalza con imponenza nel cuore del CityLife Business & Shopping District, a fianco della Torre Generali progettata da Zaha Hadid e della Torre Allianz progettata da Arata Isozaki. La Torre con 34 livelli, di cui 28 piani abitabili per 175 metri di altezza, è stata concepita con soluzioni all'avanguardia nel campo della progettazione di ambienti lavorativi, coniugando efficienza dello spazio con l'attenzione alla sostenibilità ambientale e al benessere dei lavoratori.
“La Casa degli Industriali” di via Pantano fu progettata da Gio Ponti nel 1962 come una sobria e rigorosa e costruzione a corte in acciaio, cemento e vetro per gli uffici di Assolombarda. Nel 2024, lo studio Co3 Progetti Architetti Associati ne ha ridisegnato gli spazi di ingresso e della corte interna: L’atrio al piano terra, nel corso del tempo alterato nella sua configurazione originaria dalla progressiva aggiunta di funzioni accessorie che hanno minato l’unitarietà del disegno pontiano, si riconfigura come “filtro” urbano tra interno ed esterno, liberandosi degli spazi di servizio incongrui che vengono riposizionati su un nuovos soppalco; la corte interna (precedentemente concepita come spazio “contemplativo” a servizio del solo palazzo) viene restituita alla città come spazio per eventi.