Due case di Claude Parent sono in vendita vicino a Parigi

Una villa e una casa diventata atelier d’artista, progettate dal ribelle visionario, critico di tutti gli schemi del moderno, vanno ad arricchire il mercato delle architetture d’autore.

Architetto e pensatore, spirito anticonformista che all’establishment accademico e professionale preferiva la compagnia di artisti e filosofi (da André Bloc, a Jean Tinguely, a Paul Virilio), Claude Parent è una figura complessa e non abbastanza nota nella storia dell’architettura.
Teorico della “funzione obliqua”, un nuovo approccio alla composizione architettonica finalizzato provocatoriamente a rifondare il sistema sociale attraverso il rifiuto dei rigidi codici del Modernismo (sistematizzati dal disegno ortogonale), Parent rompe con la geometria euclidea e introduce elementi inconsueti, tradotti in un lessico di piani inclinati, fratture e slittamenti di superfici, sfasamenti e compenetrazioni di volumi (da Villa Soultrait, a Casa Drusch, alla chiesa di Sainte Bernadette a Nevers). Di questo irriducibile ribelle, sono attualmente in vendita due abitazioni, entrambe a Meudon a sud-ovest di Parigi: volumi scarni alternati a gestualità morbide, contrasti materici e cromatici, spazi fluidi e articolati aprono a sorprese inaspettate nell’abitare quotidiano.

Claude Parent, Maison Mauriange-Auboyer, Meudon, Francia 1964. © Architecture de Collection

Maison Mauriange-Auboyer, Meudon 1964

La Maison Mauriange-Auboyer, concepita originariamente per due nuclei famigliari, è composta da due volumi di tre piani, adagiati su un terreno in pendenza con vista su Parigi e articolati attorno allo spazio di distribuzione comune. Il piano terra ospita un ampio soggiorno con terrazza panoramica, la cucina e uno studio-ufficio; il piano superiore due camere da letto e relativi servizi per ciascun volume; il piano inferiore, alla quota del giardino, tre ambienti-studio e locali di servizio.

Il gioco di superfici orizzontali e verticali che sfumano nel vuoto, il reticolo di travi e pilastri che fuoriescono dal volume dichiarando lo scheletro strutturale e i contrasti materici e cromatici tra cemento liscio, vetro e superfici colorate evocano suggestioni neoplastiche, a partire da Casa Schroeder di Gerrit Rietveld (Utrecht, 1924). Gli interni hanno mantenuto lo spirito dell’opera leggibile nelle finiture e negli arredi originali. 

Claude Parent, Maison De Gardien, Meudon 1956. © Architecture de Collection

Maison De Gardien, Meudon 1956

La “Maison de Gardien”, commissionata a Parent dall’amico André Bloc come casa del custode a servizio della sua proprietà con villa e annesso parco di sculture, nel tempo è diventata lo studio del celebre artista. La casa immersa in un parco di oltre 2000 mq è composta da due volumi scatolari sovrapposti, parzialmente sostenuta da pilotis; le linee rigorose sono ammorbidite al piano terra da una parete curvilinea in vetro. Il piano inferiore, accessibile dal giardino, comprende un soggiorno e un salotto con affaccio sulla terrazza, la cucina e il garage; quello superiore gli ambienti privati.

Accese pennellate cromatiche (nelle strutture a vista, negli elementi di finitura e di arredo, come la spettacolare vetrata policroma su disegno di Bloc) stemperano il carattere austero ed essenziale dei volumi in cemento, pietra, vetro e metallo.  

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