Tutti i cinema di Milano che abbiamo perso: cosa sono diventati?

Palestre, negozi di grandi marchi e centri commerciali Milano ha perso la maggior parte dei suoi cinema, ecco cosa sono diventati oggi. 

Il primo quarto del XXI secolo ha lasciato le città italiane, grandi e piccole, al nord come al centro e al sud, orfane di tante sale cinematografiche che i cent’anni precedenti vi avevano distribuito. “Orfane”, sì, perché poche perdite sono state e sono tuttora rimpiante così fortemente e all’unisono come quelle dei cinema che c’erano e non ci sono più. A Milano la traiettoria di “de-cinematizzazione” è stata particolarmente ripida: le sale erano più di 130 negli anni ’60, quasi 150 nel decennio successivo, per poi ridursi progressivamente fino alla trentina attuale. È un dato potente, che racconta una trasformazione effettiva della città, ma che rischia di oscurare una realtà un po’ più complessa di un declino lineare verso l’oblio. 

Le grandi sale “di una volta”, quelle dove i giovani adulti degli anni del boom economico (i Cinquanta, i Sessanta) interpretavano per primi i riti di una vita culturale moderna e consumista, non funzionano più. Le nuove abitudini degli spettatori, per i quali Netflix è l’abitudine e la serata al cinema un’eccezione, hanno reso insostenibili i loro business plan, basati sulla capacità di sincronizzare centinaia o migliaia d’individui nello stesso antro oscuro, di fronte allo stesso maxischermo. La pressione del mercato immobiliare su proprietà spesso localizzate in quartieri di pregio, soprattutto i centri storici, ha fatto la sua parte. 

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

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Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle

Lorenzo Bini/Binocle, Bastard Store all'interno dell'ex-Cinema Istria, Milano, Italia, 2009

Courtesy Lorenzo Bini/Binocle


Si spiega così, a Milano, la reincarnazione di corso Vittorio Emanuele da quasi-Broadway a fashion outlet. I suoi cinema sono diventati in gran parte filiali delle grandi catene, che si affollano su un asse portante dello shopping milanese a buon mercato (ramo nordorientale del tridente che comprende anche via Dante e via Torino). Alcune riconversioni hanno obliterato la preesistenza, mentre altre hanno tentato di monetizzare il fascino vintage e i dettagli di pregio dei loro contenitori. I pavimenti marmorei, i paesaggi mosaicati e le scalinate simmetriche dell’Astra (1941, di Mario Cavallé, chiuso nel 1999) sono una scenografia aulica che piace al grande pubblico di ogni epoca, dagli antichi spettatori dei cinepanettoni ai clienti contemporanei del fast fashion di Zara. 

Sull’altro lato del corso, a partire dal 2011 il gruppo Coin ha riconvertito l’Excelsior (1928, nella Galleria del Corso di Pier Luigi Magistretti, chiuso definitivamente nel 2007) in un department store alto di gamma, poi venduto a Victoria’s Secret. Il progetto di Jean Nouvel capitalizzava non sull’architettura della sala, di cui demoliva interamente gli interni, ma su un più generico immaginario cinematografico. I primi render, poi in gran parte disattesi, mostravano divi e dive del cinema italiano e internazionale esibirsi un po’ straniti sulle facciate e i parapetti interni dell’edificio.
 

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

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De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

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De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

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De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

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De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

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De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

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De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

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De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada

De Amicis Architetti, l'ex-Cinema Maestoso, 2022, trasformazione in centro sportivo Virgin Active., Milano, Italia

Foto Alberto Strada


Poco lontano, il magnifico e immenso Cinema Manzoni (1948-1949, di Alziro Bergonzo), monosala da 1.600 posti, ha cessato le attività nel 2006. È malinconica la breve passeggiata che a partire da via Manzoni, caoticamente chic, attraversa la galleria commerciale verso via Borgospesso, inquadrata da negozi tutti vuoti, conducendo all’atrio che il cinema condivideva con il teatro sotterraneo, ancora in attività. Il raffinato chiosco d’epoca per la vendita dei biglietti, la statua di Apollo scolpita da Leone Lodi e pochi elementi decorativi di grande raffinatezza – su tutti, le lampade a sospensione e le maniglie con i bassorilievi di Gino Oliva – dialogano in un vuoto a scala gigante, commisurato alle folle che lo animavano un tempo. Il Manzoni ha vissuto un sussulto di gloria artistica nel 2011, quando i video site-specific di Pipilotti Rist hanno animato per l’ultima volta il maxischermo della sua celebre sala a forma di violino, estendendosi anche alle superfici morbidamente incurvate degli atrii e delle scale – la mostra, promossa dalla Fondazione Trussardi, s’intitolava Parasimpatico. Al netto di qualche pettegolezzo immobiliare di inizio 2025, il futuro del Cinema Manzoni resta incerto, perché come spesso capita i vincoli della soprintendenza, che impediscono tra le altre cose il frazionamento della sala principale, confliggono con gli interessi degli investitori. 

Archeias Architetti Associati, trasformazione dell'ex-Cinema Astra in negozio Zara, Corso Vittorio Emanuele, Milano, 2001. Courtesy Archeias Architetti Associati

Sono un’eccezione più che una regola i casi in cui la ristrutturazione e rifunzionalizzazione di un cinema ha prodotto progetti contemporanei di qualità. È successo per alcune sale meno centrali e meno monumentali. Il Cinema Maestoso di piazzale Lodi (dal 1939, profondamente modificato), chiude nel 2007, e nel 2013 viene brevemente occupato e rianimato con proiezioni non autorizzate. Infine, viene trasformato in un centro sportivo, aperto nel 2022 e gestito da Virgin Active. Il progetto di De Amicis Architetti riveste la facciata principale di una zoccolatura in marmo, sovrastata da un’ampia superficie in listelli di ottone. È una rievocazione garbata di un’eleganza mondana d’antan, che non restituisce al cinema la funzione perduta, ma almeno ne riafferma la natura di landmark di quartiere.

È già entrato nelle storie dell’architettura locale il Bastard Store che Lorenzo Bini/Studio Binocle aveva ricavato all’interno dell’ex-cinema Istria alla Maggiolina (1940, di Mario Cavallé, chiuso nel 1970). L’attività specifica del committente e la sensibilità dei progettisti avevano permesso di conservare la volumetria monumentale della sala, il più delle volte sacrificata per ottimizzare la superficie calpestabile. Qui, la sua parte bassa ospitava le scaffalature metalliche del magazzino, che erano anche la struttura portante della pista da skate in legno sospesa al di sopra di esse. Il Bastard Store è esistito per una decina d’anni come uno spazio ibrido, interpretazione anticipatrice e tra le più riuscite in Italia dell’experience store contemporaneo, prima di chiudere a sua volta nel 2020.

Palazzo Odeon a Milano Foto © Vittorio La Fata

Palazzo Odeon a Milano Foto © Vittorio La Fata

Palazzo Odeon a Milano Foto © Vittorio La Fata

Palazzo Odeon a Milano Foto © Vittorio La Fata

Palazzo Odeon a Milano Foto © Vittorio La Fata


Image courtesy of Progetto CMR.


L’Astra, l’Excelsior, il Manzoni, il Maestoso, l’Istria, e con loro tantissimi altri, non torneranno più. A Milano, però, esistono ancora dei colossi come l’Eliseo in via Coni Zugna, che alla sua apertura nel 1949 possedeva lo schermo più grande d’Italia, e l’Odeon in via Santa Radegonda, letteralmente “all’ombra della Madonnina” e oggi in fase di ristrutturazione – riaprirà nel 2027 come estensione della vicina Rinascente, affiancando sale per proiezioni e spazi di vendita. Resistono sale che sono leggendarie malgrado le loro dimensioni ridotte: il minuscolo Centrale di via Torino, attivo dal 1907 nel vicolo che costeggia il tempio rotondo di San Sebastiano, e il Mexico di via Savona, che un’intuizione manageriale dei primi anni ’80 ha tematizzato come luogo di proiezione del Rocky Horror Picture Show, ancora oggi in cartellone. 

Pipilotti Rist, Parasimpatico, Fondazione Nicola Trussardi, 2011. Foto Marco De Scalzi. Courtesy Fondazione Nicola Trussardi

Altre sale prosperano più che sopravvivere: tra le principali success stories degli ultimi anni spiccano il raffinatissimo Cinemino di via Seneca, con accesso limitato ai soci e bar aperto al pubblico, e il Beltrade di NoLo, forse il più amato dai cinefili del nord Milano, in un edificio del tutto ordinario, ma abbellito dal progetto grafico di La Tigre. Ha un ottimo successo anche l’Anteo, rinato nel 2018 come “Palazzo del Cinema”, a due passi dai grattacieli di Porta Nuova: un’occasione decisamente persa sul piano della qualità architettonica, ma un rassicurante esempio di espansione di un multisala in una zona centrale.

Questo breve articolo non vuole essere né una storia completa dei cinema milanesi, né una rassegna esaustiva del loro presente – per approfondire questi aspetti, una fonte fondamentale è il blog curato da Giuseppe Rausa, storico della musica e del cinema (giusepperausa.it). Piuttosto è un invito a superare il discorso passatista della scomparsa inevitabile.  Esiste una “città del cinema” contemporanea, solo in parte sovrapponibile a quella dei ricordi degli adulti di oggi, ma che merita di essere raccontata. Ottime architetture sono state sacrificate, ma altre ne sono nate, che materializzano le dinamiche contemporanee del mercato immobiliare e culturale. È arrivato il momento di chiedersi quali saranno i cinema della Milano del futuro.

Immagine di apertura: L’Odeon fotografato da © Vittorio La Fata