I 10 migliori progetti di architettura del 2020

Una selezione di edifici e interventi pubblicati quest’anno: dalle sfide della densità alle sperimentazioni sulla materia, dallo spazio pubblico ritrovato alla costruzione come strumento di inclusione.

Il 2020 è stato un anno che probabilmente non dimenticheremo mai, anche se non vediamo l’ora che finisca. Nel settore dell'architettura, che si occupa della produzione di qualcosa che è inevitabilmente fisico, lavorare nei cantieri in un anno di pandemia è stata una sfida in molti Paesi. Insieme a questo, la progettazione di edifici, che è sempre uno sforzo collettivo, è stata spesso portata avanti in modo inedito, a causa delle misure di distanziamento sociale e del lavoro da remoto.
Come sappiamo, l’architettura richiede un certo tempo per essere tradotta dal primo schizzo al risultato finale. Per alcuni degli edifici che abbiamo scelto per rappresentare questo 2020, ci sono voluti più di dieci anni per arrivare al completamento. La maggior parte di (anzi, probabilmente tutti) questi edifici sono stati concepiti molto prima che la pandemia avesse luogo.
Pur rimanendo curiosi di vedere se e come la pandemia influenzerà l’architettura, abbiamo realizzato questa selezione partendo dalla prospettiva di ciò che vogliamo vedere di più nei prossimi anni: edifici come strumento di inclusione, espressioni materiali che interpretano la memoria di un luogo, o aspetti di particolari culture, e interventi che reclamano una presenza urbana per la sfera pubblica.

Una torre ‘artigianale’ a Beirut di Lina Ghotmeh

Vista della torre, che presenta le terrazze verdi e le aperture più ampie verso nord, e aperture più esigue verso sud.

Foto Iwan Baan.

Particolare dell’attacco a terra di Stone Garden, situato nel quartiere Marfaa. Si notano le aperture d’angolo e le terrazze verdi.

Foto Iwan Baan.

Vista dal basso del prospetto nord.

Foto Iwan Baan.

Vista della torre, che presenta le terrazze verdi e le aperture più ampie verso nord, e aperture più esigue verso sud.

Foto Iwan Baan.

La terrazza verde di uno degli appartamenti di Stone Garden, rivolto verso la città.

Foto Iwan Baan.

Una vista esterna da una terrazza.

Foto Iwan Baan.

Dettaglio dei contenitori di piante d’angolo che punteggiano l’edificio

Foto Iwan Baan.

Uno scorcio dall’interno della torre verso gli edifici adiacenti.

Foto Iwan Baan.

L’atrio di accesso alla torre.

Foto Iwan Baan.

Vista di Stone Garden nel paesaggio urbano di Beirut dalla zona del porto.

Foto Iwan Baan.

L’edificio si staglia sullo sfondo del paesaggio infrastrutturale e portuale di Beirut, zona in fase di riqualificazione.

Foto Iwan Baan.

Vista della torre, che presenta le terrazze verdi e le aperture più ampie verso nord, e aperture più esigue verso sud.

Foto Iwan Baan.

Vista aerea dell’edificio che si erge sul lotto che ospitava lo studio di Pierre el Khoury, noto architetto libanese.

Foto Iwan Baan.

Mock-up della facciata.

Foto © Lina Ghotmeh — Architecture.

Mock-up della facciata.

Foto © Lina Ghotmeh — Architecture.

Mock-up della facciata.

Foto © Lina Ghotmeh — Architecture.

Mock-up della facciata.

Foto © Lina Ghotmeh — Architecture.

Mock-up della facciata.

Foto © Lina Ghotmeh — Architecture.

Il modello dell’edificio.

Foto © Lina Ghotmeh — Architecture.

Il modello dell’edificio.

Foto © Lina Ghotmeh — Architecture.

Immagine © Lina Ghotmeh — Architecture.

Immagine © Lina Ghotmeh — Architecture.

Immagine © Lina Ghotmeh — Architecture.

Immagine © Lina Ghotmeh — Architecture.

Piante dell'edificio.

Immagine © Lina Ghotmeh — Architecture.

Piante dell'edificio.

Immagine © Lina Ghotmeh — Architecture.

Piante dell'edificio.

Immagine © Lina Ghotmeh — Architecture.

Piante dell'edificio.

Immagine © Lina Ghotmeh — Architecture.

Sezioni dell'edificio.

Immagine © Lina Ghotmeh — Architecture.

Prospetti nord e sud dell'edificio.

Immagine © Lina Ghotmeh — Architecture.  

Prospetti ovest ed est dell'edificio.

Immagine © Lina Ghotmeh — Architecture.

Lina Ghotmeh, nata a Beirut e titolare dello studio omonimo a Parigi, ci ha presentato la torre a uso misto Stone Garden nel 2019, quando l’edificio stava per essere completato. Era il pomeriggio del 4 agosto 2020 quando un’esplosione disastrosa colpì l porto della città di Beirut, causando gravi danni nella zona e lasciando circa 300.000 persone abitazione. Anche la torre, a pochi chilometri dal sito, è stata danneggiata. Come ha detto Lina Ghotmeh a Domus, "Stone Garden è un costante richiamo a ciò che Beirut ha vissuto durante la Guerra civile degli anni Novanta, è un invito a non ripetere la storia, ma ad amare la vita e la coesione". Questo messaggio importante, se possibile, è stato ancora più valido dopo l’evento tragico.
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Il Kinder Building di Steven Holl a Houston

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Watercolors © Steven Holl

Watercolors © Steven Holl

Watercolors © Steven Holl

Watercolors © Steven Holl  

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Foto Iwan Baan

Il 21 novembre scorso è stato inaugurato l’ampliamento del Museum of Fine Arts di Houston, una delle più importanti e grandi istituzioni di questo tipo negli Stati Uniti. Il Kinder Building, insieme alla Glassell School of Art, ha portato una nuova dimensione al campus storico. In occasione dell’inaugurazione, abbiamo discusso il progetto con Steven Holl e Chris McVoy, senior partner dello studio, che ci hanno raccontato la genesi e le sfide di un edificio che rappresenta 20 anni di sperimentazione sulla tipologia del museo.
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Álvaro Siza e la dimensione urbana della residenza collettiva

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Quest’anno abbiamo visitato in anteprima il secondo edificio completato dal maestro portoghese in Italia, progettato con COR Arquitectos. Il racconto della visita al sito di Gallarate, a Milano, ci ha confermato ancora una volta la capacità di Siza di connettere armonicamente divere parti di città, di rinnovare le tipologie e di risolvere la complessità all’interno di un sito piuttosto ridotto.
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Il colpo di scena di Sophie Delhay sull’abitazione collettiva

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, Digione, Francia, 2019

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, planimetria urbana

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, pianta piano terra

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, pianta primo piano

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, pianta secondo piano

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, pianta terzo piano

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, pianta quarto piano

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, pianta quinto piano

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, pianta sesto piano

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, prospetti

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, sezioni

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, prospetti

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, prospetti

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, diagramma di composizione degli alloggi

Sophie Delhay architecte, 32 alloggi, assonometria della composizione degli alloggi


L’architetta francese Sophie Delhay continua la lunga tradizione delle abitazioni collettive del suo Paese con un complesso di 32 unità abitative a Digione, massimizzando la luce naturale e la varietà nella disposizione delle unità. In questo progetto, lo spazio domestico diventa, di nome e di fatto, monumentale, con il séjour-cathédrale, il “salotto-cattedrale”, come lo ha descritto l’architetta stessa.
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Anna Heringer, la costruzione come strumento di inclusione

Anandaloy: Centre for PwD + tailoring workshop

Anna Heringer, Anandaloy Building, Rudrapur, Bangladesh, 2019. Foto © Kurt Hoerbst

Anna Heringer, Anandaloy Building, Rudrapur, Bangladesh, 2019. Foto di cantiere. Foto © Stefano Mori

Anna Heringer, Anandaloy Building, Rudrapur, Bangladesh, 2019. Foto di cantiere. Foto © Stefano Mori

Anna Heringer, Anandaloy Building, Rudrapur, Bangladesh, 2019. Foto di cantiere. Foto © Stefano Mori

Anna Heringer, Anandaloy Building, Rudrapur, Bangladesh, 2019. Foto di cantiere. Foto © Stefano Mori

Anna Heringer, Anandaloy Building, Rudrapur, Bangladesh, 2019. Foto di cantiere. Foto © Stefano Mori

Anna Heringer, Anandaloy Building, Rudrapur, Bangladesh, 2019. Foto di cantiere. Foto © Stefano Mori

Anna Heringer, Anandaloy Building, Rudrapur, Bangladesh, 2019. Foto © Kurt Hoerbst

Anandaloy: Centre for PwD + tailoring workshop

Anna Heringer, Anandaloy Building, Rudrapur, Bangladesh, 2019. Foto © Kurt Hoerbst

Anandaloy: Centre for PwD + tailoring workshop

Anna Heringer, Anandaloy Building, Rudrapur, Bangladesh, 2019. Foto © Kurt Hoerbst

Anna Heringer, Anandaloy Building, planimetria generale. Disegno © Studio Anna Heringer

Anna Heringer, Anandaloy Building, piante. Disegno © Studio Anna Heringer

Anna Heringer, Anandaloy Building, pianta (schizzo). Disegno © Studio Anna Heringer

Anna Heringer, Anandaloy Building, prospetto. Disegno © Studio Anna Heringer

Anna Heringer, Anandaloy Building, pianta e prospetto (schizzo). Disegno © Studio Anna Heringer

Anna Heringer, Anandaloy Building, planimetria generale (ricamo). Foto © Günter König

Anna Heringer, Anandaloy Building, pianta piano terra (ricamo). Foto © Günter König

Anna Heringer, Anandaloy Building, pianta (ricamo). Foto © Günter König

Anna Heringer, Anandaloy Building, prospetto (ricamo). Foto © Günter König


Il centro di Anandaloy è una pietra miliare di quasi due decenni di ricerca intrapresa dallo Studio Anna Heringer sul fangoe le sue implicazioni come materiale da costruzione. Inoltre, per questo centro per persone con disabilità, Heringer ha suggerito l’integrazione del programma con gli spazi di lavoro di Dipdii Textile, un laboratorio tessile per le donne di Rudrapur, attivato con Veronika Lang e la ONG Dipshikha. Sia il risultato materiale che la combinazione delle due funzioni, ci fanno voler ricordare questo progetto etico nel percorso verso un contesto economico e socio-culturale più inclusivo per l’architettura.
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Innesti raffinati al Museum de Lakenhal

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HCVA 108 gevels doorsnedes 20191009

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L’ampliamento e il restauro della sede storica del Museum de Lakenhal rendono omaggio alla tradizione tessile della città olandese di Leida. Frutto della collaborazione tra Happel Cornelisse Verhoeven e Julian Harrap Architects, il progetto integra l’isolato urbano con innesti e aggiunte, traendo ispirazione dagli edifici tradizionali della città. Al confine tra classicismo e astrazione, il progetto fornisce una risposta formale sorprendente al brief.
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Una “scenografia d’emergenza” in Catalogna

Unparelld'arquitectes, Can Sau, Olot, Spagna, 2019

Fotografia storica del sito di progetto. Foto © Esteve Moner, 1904. Arxiu Comarcal de la Garrotxa. Collecció d’imatges de Josep Ma Dou Camps

Il sito di progetto prima dell'intervento di unparelld'arquitectes. Foto © unparelld'arquitectes

Unparelld'arquitectes, Can Sau, Olot, Spagna, 2019

Unparelld'arquitectes, Can Sau, Olot, Spagna, 2019

Unparelld'arquitectes, Can Sau, Olot, Spagna, 2019

Unparelld'arquitectes, Can Sau, Olot, Spagna, 2019

Unparelld'arquitectes, Can Sau, Olot, Spagna, 2019

Unparelld'arquitectes, Can Sau, Olot, Spagna, 2019

Unparelld'arquitectes, Can Sau, Olot, Spagna, 2019

Unparelld'arquitectes, Can Sau, Olot, Spagna, 2019

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Unparelld'arquitectes, Can Sau, planimetria generale

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Unparelld'arquitectes, Can Sau, pianta, prospetto e sezione

04_sc_Axonometria

Unparelld'arquitectes, Can Sau, Olot, Spagna, 2019


Nato da un intervento puntuale di de-densificazione che ha aperto un vuoto nel tessuto urbano, Can Sau di Unparelld’arquitectes è un piccolo ma sorprendente intervento a Olot, in Catalogna. Questo progetto recupera una nuova dimensione civica per il paese e allo stesso tempo immagina nuove possibilità di intervento iniettando il nuovo nel tessuto urbano storico.
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Il più grande museo del cioccolato del mondo di Christ & Gantenbein

Christ & Gantenbein, Lindt Home of Chocolate, Kilchberg, Svizzera, 2020

Christ & Gantenbein, Lindt Home of Chocolate, Kilchberg, Svizzera, 2020

Christ & Gantenbein, Lindt Home of Chocolate, Kilchberg, Svizzera, 2020

Christ & Gantenbein, Lindt Home of Chocolate, Kilchberg, Svizzera, 2020

Christ & Gantenbein, Lindt Home of Chocolate, Kilchberg, Svizzera, 2020

Christ & Gantenbein, Lindt Home of Chocolate, Kilchberg, Svizzera, 2020. Foto © Stefano Graziani

Christ & Gantenbein, Lindt Home of Chocolate, Kilchberg, Svizzera, 2020. Foto © Raphael Alu

Christ & Gantenbein, Lindt Home of Chocolate, pianta secondo piano

Christ & Gantenbein, Lindt Home of Chocolate, sezione

Christ & Gantenbein, Lindt Home of Chocolate, prospetto


La sede centrale di Lindt & Sprüngli è un complesso di edifici che si sono stratificati nel tempo, accogliendo ora un’aggiunta contemporanea di altissima qualità. La Lindt Home of Chocolate è stata progettata da Christ & Gantenbein come museo aziendale aperto al pubblico e come centro di ricerca, ed è oggi il più grande museo del cioccolato del mondo. La sua facciata di mattoni e il suo nucleo bianco definiscono un risultato spaziale e formale che, secondo le parole di Emanuel Christ, “colma il sostanziale divario tra un ambiente commerciale e la grandiosità classica”.
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Un complesso scolastico e un centro civico in Burkina Faso

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Foto Milena Villalba

Objet Inquadramento territoriale

Complesso scolastico di Bangre Veenem, Albertfaus Architecture, Koudougou, Burkina faso, 2019 Schemi di progetto

A3_1 Pianta delle coperture

A3_2 Pianta piano terra

PLAN NIVEAU LYCEE Pianta della scuola secondaria

FAÇADES-COUPE Sezioni e prospetti della scuola secondaria

TOITURE Pianta delle coperture della scuola secondaria

CHARPENTE 1 Il sistema costruttivo della scuola secondaria

CHARPENTE 2 La copertura della scuola secondaria

Version amelioree 1 Assonometria della scuola secondaria


Il complesso scolastico Bangre Veenem è il risultato dello sforzo del Ministero dell'Istruzione del Burkina Faso di formare grandi complessi scolastici dove l’istruzione è fornita a tutte le fasce di età, al fine di prevenire l’abbandono scolastico precoce. Progettati da Albertfaus Architecture, i padiglioni, realizzati con mattoni di terra compressa, sono disposti intorno a una grande piazza pubblica che unifica il complesso con il villaggio.
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Un museo per la “capitale della porcellana” cinese

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto Tian Fangfang

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto Studio Zhu-Pei

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto Studio Zhu-Pei

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto schranimage

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto Studio Zhu-Pei

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

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Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

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Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

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Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto schranimage

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto schranimage

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto schranimage

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto schranimage

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto schranimage

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto schranimage

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto Zhang Qinquan

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto schranimage

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto schranimage

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto Studio Zhu-Pei

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto Studio Zhu-Pei

Jingdezhen Imperial Kiln Museum, Studio Zhu-Pei, Jingdezhen, Jiangxi, Cina, 2020

Foto Tian Fangfang


Lo Studio Zhu-Pei ha progettato un museo dedicato alla storia locale, ispirato alla forma del kiln, il forno tradizionale della “capitale della porcellana” cinese, Jingdezhen. La struttura di base delle volte del museo, unica nel suo genere, è costituita da calcestruzzo versato tra due strati di mattoni. Qui i mattoni utilizzati sono in parte riciclati da vecchi forni smantellati, per riflettere la cultura edilizia locale.
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