Dopo 18 anni di cantiere, dai 27 ettari dello scalo ferroviario di King’s Cross, a cavallo del Regent’s Canal londinese, è sorto un quartiere contemporaneo, alla cui realizzazione hanno partecipato stelle dell’architettura mondiale (anche Bjarke Ingels) e locale. Condomini di lusso, uffici e la Central Saint Martins School si sono insediati negli edifici riqualificati o costruiti ex-novo all’interno dell’area.

Tralasciando le critiche (condivisibili) ai risvolti sociali di un’operazione quasi univocamente rivolta al mercato del lusso, il paesaggio urbano di King’s Cross vive oggi di un’interessante ambiguità tra nostalgie vittoriane e slanci futuristici. In questo contesto, l’edificio per uffici R7 di Duggan Morris Architects può essere considerato come una variazione sul tema attualissimo del “nuovo vernacolare londinese”.

Al di là delle sue qualità in termini di permeabilità e accessibilità del piano terra, e di flessibilità degli spazi per uffici, che derivano molto probabilmente dalle richieste della committenza più che da una presa di posizione dei progettisti, la specificità dell’edificio risiede proprio nelle sue facciate.

I due corpi di fabbrica sono interamente rivestiti di pannelli di alluminio alleggerito verniciato a polvere, che formano una griglia regolare dall’andamento fortemente verticale. Le volumetrie a gradoni, l’utilizzo di due colori differenti e il dettaglio “disegnato” delle balaustre zigzaganti accentuano i chiaroscuri vibranti di un progetto dall’immagine urbana duplice. Nelle sue cromie si potrà leggere un riferimento storico ai toni e alle texture della città di mattoni ottocentesca, ma anche, citando Oliver Wainwright di The Guardian, una concessione al gusto contemporaneo per le “eleganti sfumature del millennial pink”.