Shenzhen. La Bi-City Biennale affronta il tema dei villaggi urbani

Intervista a Liu Xiaodu di Urbanus, curatore con Hou Hanru e Meng Yan della “Bi-City Biennale of Urbanism\Architecture”, sul futuro delle metropoli cinesi.

Bi-City Biennale Shenzhen

“Bi-City Biennale of Urbanism\Architecture” (UABB) è l’unica esposizione del mondo che analizzi le questioni urbanistiche. Si è aperta lo scorso dicembre nella città vecchia di Nantou, complessa simbiosi di centro storico e di “villaggio urbano” contemporaneo di Shenzhen. UABB 2017 ha per tema “Simbiosi e coesistenza urbane” ovvero, nell’interpretazione del curatore, “Città: crescere nella differenza”. Il tema è dedicato al Delta del Fiume delle Perle, dove uno dei problemi all’ordine del giorno è quello dei villaggi urbani ai margini delle metropoli cinesi, come Shenzhen e Guangzhou. Sono solitamente abitati dai poveri, sono molto affollati e afflitti da problemi sociali. Solo a Shenzhen ci sono più di 1.000 villaggi urbani, in cui abitano 10 milioni di persone. Oggi questa fragile stratificazione d’interventi sta dissolvendosi rapidamente sotto la pressione della trasformazione delle città.

Le possibili conseguenze sono l’espulsione di milioni di lavoratori migranti dalla città, che solleva problemi di carenza di manodopera e di sovraccarico del sistema dei trasporti pubblici. Oggi è fondamentale affrontare questa sfida e adottare le iniziative opportune per prevenire futuri problemi.

In che cosa questa esposizione è differente rispetto alle edizioni precedenti e quali sono le reazioni che vorresti suscitare?
Occuparci solo dei villaggi urbani rende per la prima volta il tema dell’esposizione schiettamente urbanistico. Uno degli obiettivi principali consisteva nel forzare i confini professionali, trattando il tema in modo pluridisciplinare e sociale. Le tre sezioni – Il Sud del mondo, Il villaggio urbano e Le città che fanno arte – davano una netta struttura gerarchica alla narrazione storica e di conseguenza una guida per far sì che l’esposizione fosse davvero un recupero del percorso del villaggio urbano. Consideriamo il futuro di Nantou come una piattaforma dove continueremo a fare ricerca e al cui contesto applicare soluzioni pragmatiche. A Urbanus lo studiamo da 15 anni. È un sistema urbano che ha sempre avuto una parte vitale nella prima fase dello sviluppo rapido delle città. I villaggi urbani di Shenzhen hanno una forte impronta culturale locale, radicata nella storia e il nostro obiettivo è rispettarne la cultura e riscoprirne i valori mentre la città costruisce la propria identità culturale.

Quali sono, secondo te, i risultati più significativi?
È la più grande biennale della storia dell’UABB per numero di mostre e di partecipanti. Crediamo di essere riusciti a lanciare un appello che ha attirato l’attenzione di figure eminenti. Il villaggio urbano di Nantou, sottoposto a enorme pressione dalla rapida crescita, ha vissuto uno sviluppo spontaneo legato alla sua tradizione storica e alle strategie locali. Nella fretta di rispondere alla crescente domanda di abitazioni, gli abitanti hanno aggiunto piani in cima agli edifici residenziali di due piani, il che ha fatto nascere isolati ad alta densità costituiti da “torri gemelle”. Le amministrazioni locali si trovano di fronte al dilemma se proteggere il patrimonio storico oppure innovare per migliorare la qualità della vita.

Quali azioni concrete possono tutelare l’identità dei villaggi urbani e aprire possibilità di far progredire la vita dei loro abitanti?
Siamo fautori di uno sviluppo autonomo del tessuto urbano fondato sulla griglia viaria originaria, in stretto collegamento con il modo di vivere dei residenti che secondo noi vale la pena di tutelare. Non vanno tutelati solo i resti degli edifici storici, ma anche gli edifici di valore dagli anni Cinquanta agli anni Novanta del Novecento. Della pressione cui i villaggi urbani sono sottoposti, specialmente quelli situati in centri urbani come Nantou, fa parte l’altissimo valore monetario dei terreni adiacenti. Ne risulta che il prezzo dei terreni nei villaggi urbani si svaluta in misura incredibile. Per impedire che la città divori i villaggi urbani, l’unico sistema potrebbe consistere nell’aumentare lentamente il valore dei terreni. Questo lento processo di ristrutturazione può dare ai villaggi urbani una possibilità di sopravvivere attraverso un equilibrato rinnovamento urbano. Al termine, i villaggi urbani potrebbero rimanere un luogo dove gli immigrati a basso reddito potrebbero continuare ad abitare in città e migliorare la propria vita con redditi più alti.

Come giudichi i tentativi e le strategie attuali delle istituzioni pubbliche?
Purtroppo, la società sta iniziando solo ora a rendersi conto dei problemi più significativi che riguardano i villaggi urbani e la loro estinzione. Finora la politica non ha fatto nulla per scongiurarne la scomparsa. Sono lieto di constatare la consapevolezza acquisita di recente dalle autorità e dagli intellettuali. Oggi ci sono forze sociali che avviano operazioni di ristrutturazione dei villaggi urbani: dalle grandi imprese edili alle piccole società immobiliari e perfino a singoli gruppi di persone. Nei prossimi anni, saranno portate a termine molte ristrutturazioni. Urbanus continuerà a registrarne i progressi e lavoreremo per la tutela del nostro patrimonio culturale.

Titolo mostra:
Bi-City Biennale of Urbanism\Architecture (UABB)
Tema:
Cities, Grow in Difference
Date di apertura:
15 dicembre 2017 – 15 marzo 2018
Curatori:
Liu Xiaodu, Hou Hanru, Meng Yan
Sede principale:
Nantou Old Town

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