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MAXXI (e MACRO): il troppo non è mai abbastanza

Sono stati più di 75 mila, in quattro giorni, i visitatori dei due nuovi musei romani: il Maxxi di Zaha Hadid (inaugurato con 4 grandi mostre) e il Macro di Odile Decq (che sarà attivo da ottobre).

Troppo bello per esser vero, il MAXXI dimostra alla sua apertura di essere anche un'eccellente macchina espositiva, accogliendo una quantità di mostre ed opere perfino eccessiva: eccesso però che è il necessario prezzo da pagare per entrare nel grande circo della società dello spettacolo, come sa bene ogni città con l'ambizione di diventarne una delle capitali. Finalmente lo è anche Roma, grazie al talento di Zaha Hadid e dei suoi collaboratori, alla resistenza dei funzionari e politici che hanno visto giusto nel sostenere fino in fondo la costruzione del MAXXI e naturalmente, alla bravura degli artisti che vi espongono, o vi sono esposti: da Kapoor a Diller & Scofidio, da Carlo Scarpa a Anselm Kiefer, da Maurizio Mochetti a Luigi Moretti, questi con strepitosi disegni e modelli originali del suo lavoro di ricerca.

Anche il povero Gino De Dominicis, che mai lo avrebbe immaginato, diventa con la mostra curata da Achille Bonito Oliva autentico simbolo di un'arte italiana capace di profetizzare molta produzione degli ultimi anni. Così che la I di MAXXI non significa solo il primo secolo del terzo millennio, ma anche insieme Italiano e Internazionale. Non è forse un caso se l'opera che potrebbe mettere d'accordo tutti sulle capacità metamorfiche del nuovo museo di Via Guido Reni è l'installazione di Alfredo Jaar dedicata ad Antonio Gramsci, quando rimanda all'infinito l'immagine di una reclusione fisica che la magia dell'arte e dell'artista (o scrittore, come Gramsci) – rende semplicemente inutile, aprendo la mente dell'osservatore a nuovi spazi e nuove esperienze sensoriali.

PS: Altrettanto inutili le polemiche MAXXI versus MACRO aizzate dal gossip su un'inaugurazione mondana in contemporanea: tanto il MAXXI lavora e funziona sulla grande scala, quanto il MACRO di Odile Decq è una più piccola, ma efficiente macchina espositiva, impreziosita dalla qualità del dettaglio e dalla capacità di affermarsi con forza su un contesto difficile e angusto.
Stefano Casciani

Maurizio Mochetti, Rette di luce
Maurizio Mochetti, Rette di luce
Michelangelo Pistoletto
Michelangelo Pistoletto
Zaha Hadid e Pio Baldi. Photo Cecchetti. Courtesy Fondazione MAXXI
Zaha Hadid e Pio Baldi. Photo Cecchetti. Courtesy Fondazione MAXXI

Madera: l'anima nobile del legno

Madera scolpisce l'anima del legno con l'ingegno del tranciato precomposto, creando superfici di una coerenza visiva ipnotica e sostenibile. Dalla sinfonia cromatica perfetta agli intarsi che narrano storie, ogni porta è un omaggio alla natura.

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