Uneternal city si propone di verificare
il tema generale sotteso all'intera
Mostra Internazionale di Architettura di
Venezia 2008, applicandolo al territorio
metropolitano di quella che è sempre
stata considerata la città per eccellenza.
Che cosa è l'urbanistica oggi? Come
si trasforma e come si può trasformare
la città contemporanea? Ma soprattutto:
da che cosa dipende la qualità della
vita dei suoi abitanti, degli spazi pubblici
e dei luoghi d'incontro? In sintesi,
che cosa può rendere le nostre città
più vivibili e attraenti?
La sezione intende dunque verificare
nuovi strumenti per la trasformazione
della città contemporanea; alla ricerca
di un'urbanistica differente, che non
parta da un'astratta pianificazione a
tavolino, ma sia in grado di crescere e
di svilupparsi come un virus benefico,
deformando ciò che già esiste, in modo
imprevedibile: un'urbanistica capace di
nutrirsi della vita e dell'energia presenti
nella stessa urbanità.
In questo senso l'evoluzione della
città e della sua struttura spaziale e
formale non è vista come la successione
nel tempo di situazioni statiche, ma
piuttosto come una condizione dinamica
e volatile, in grado di tenere insieme
le pressioni economiche, i bisogni e i
desideri delle persone che la abitano.
Se si attribuisce forza alle connessioni,
e non ai nodi, si conferma la
teoria secondo la quale l'essenza della
vita sta nell'organizzazione e non nelle
singole molecole.
Ripensare la città contemporanea
a partire dalle connessioni significa
quindi invertire la prospettiva della
centralità dell'oggetto architettonico
nella trasformazione del tessuto
urbano e insieme a esso delle concentrazioni
funzionali, e al contrario
puntare l'attenzione sulle relazioni
sociali e sui flussi vitali di una
metropoli.
I progetti interrogano la realtà
della città di Roma e le visioni che ne
scaturiscono non devono essere necessariamente
reali o realizzabili.
Lavorano prevalentemente in aree periferiche,
nello spazio territoriale dai
contorni non ben definiti tra città e
paesaggio; lontano dal centro storico,
dall'immagine iconica della Città
Eterna.
All'interno di questo scenario ogni
studio di progettazione ha scelto
un'area o un tema da affrontare; nessun
progetto propone visioni globali o totalizzanti,
piuttosto operazioni progettuali
contagiose e dilaganti, che per
corrano strade non ancora battute, che
sfruttino e rappresentino nuovi spazi
e tessuti urbani.
Territori senza forma, terre di
mezzo: luoghi dove quartieri abusivi
si alternano a vuoti urbani e residui
di paesaggio naturale interrompono
densi tessuti fisici e umani. Lì dove
le relazioni sociali e spaziali sono
insolite, indefinibili o semplicemente
difficili da inquadrare, i progetti coglieranno
il carattere confuso e vitale
di queste aree non per negarlo, ma per
cercare di renderlo esplicito e consapevole.
In questo senso Uneternal city si
pone in alterità rispetto al suo antecedente
storico: se i progetti redatti
nel 1978 in occasione della mostra "Roma
interrotta" si concentravano sul
problema del disegno della città storica
proponendo visioni urbane utopiche ed
elitarie a partire dalla forma della
città settecentesca, Uneternal city,
partendo dagli stessi presupposti, propone
un'interpretazione affatto diversa;
non più legata alla fissità della città
costruita, ma profondamente interessata
alla trasformazione della città contemporanea
e al suo rapporto con la storia
e la memoria.
Che cosa sta succedendo alla Città
Eterna?
L'immagine che emerge è quella
di una Roma del futuro, dove gli architetti
aprono nuovi punti di osservazione
sul paesaggio, modificando la
realtà con la propria idea e la propria
visione, spesso critica, a volte
incantata.
Successivamente, all'azione progettuale
degli architetti si sono unite le
forze di sette registi internazionali,
ai quali è stato chiesto di aprire
una finestra su un tessuto urbano in
costante trasformazione, per catturare
pochi minuti di una realtà mobile e inafferrabile
come il mercurio, la quale,
proprio come il mercurio, si offre quale
mezzo più adatto per misurare la salute
dell'organismo Roma.
In brevi storie e fotogrammi i registi
evidenziano patologie e potenzialità
della città, mettendo in luce aspetti
e fenomeni che ormai da tempo hanno
sovrapposto alla Città Eterna un'altra
Roma.
Uneternal city instaura un dialogo
fra linguaggi artistici, proponendosi
di svelare l'anima nascosta della città,
non cercandola dunque nella Città
Eterna, bensì in quella Città in
Divenire nascosta oltre le mura aureliane.
La Roma nascosta dietro ai suoi
edifici.
Uneternal city. Urbanism beyond Rome
Arsenale di Venezia, Artiglierie. A cura di Aaron Betsky
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- 11 settembre 2008