La notizia era già nell’aria da diversi giorni ma oggi, a conferma dei pronostici, è arrivato l’annuncio definitivo: è Daniel Libeskind il vincitore del concorso per la ricostruzione del World Trade Center. Sarà il suo progetto, “Gardens of World” (Giardini del mondo) a riempire il vuoto lasciato dal crollo delle torri gemelle nell’attentato dell’11 settembre.

Si tratta di una torre di 541,32 metri – un’altezza simbolica: 1776 piedi, cioè l’anno dell’indipendenza degli Stati Uniti - e un complesso di edifici ad angolo. Sconfitto, in finale, il “World Cultural Center” del team Think Design, guidato da Rafael Viñoly: due torri realizzate con una struttura in rete metallica alte poco più di 550 metri.

È stata una battaglia mediatica all’ultimo spot quella che ha visto contrapporsi i due finalisti. Nei giorni scorsi, infatti, non sono infatti mancate tensioni e scontri verbali via cavo: Libeskind aveva definito il progetto del rivale una coppia di “scheletri nel cielo” poco adatti “ad affermare la vitalità della città o il coraggio dell'America” e, ancora, in un’intervista al Los Angeles Times: “un edificio staliniano nel cuore di una capitale dell'Europa comunista”. “Questo comportamento non è fair play”, avevano ribattuto Viñoly e Schwartz: “Il progetto di Libeskind trasforma un luogo di lutto in un luna park incredibilmente kitsch”.

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