“Considero il tempo come la quarta dimensione di un progetto, insieme a altezza, larghezza e lunghezza”. A pensarla così è l’architetto britannico Cedric Price, classe 1934, fresco vincitore della terza edizione del “Kiesler Prize for Architecture and the Arts”. Assegnato, prima di lui, a Frank Gehry (1998) e a Judith Barry (2000).
Proprio il tempo è la chiave per leggere l’intera opera di Price considerato, da quarant’anni a questa parte, uno dei più arguti e stimolanti provocatori del panorama internazionale. Le sue “visioni” e le sue teorie sulla città – Price ha costruito poco – hanno tutt’ora una grande influenza sulle nuove leve dell’arte e dell’architettura contemporanee e, da sempre, costringono i suoi contemporanei a confrontare lo stato dell’architettura con le sue potenzialità.
“Penso che, oggi, l’architettura non faccia abbastanza; non arricchisce o rallegra la vita delle persone come, per esempio fanno, Internet, un buon romanzo o la musica”, spiegava Price in un’intervista a Hans-Ulrich Obrist che, insieme a Edelbert Köb, Günther Domenig, Lisa Phillips e Deyan Sudjic ha fatto parte della giuria del premio.
Dalla sua, la ferma convinzione che gli edifici si debbano adattare alle necessità e alle esigenze dei loro occupanti, essere funzionali ai bisogni del momento. Il suo “Fun Palace” (1959-61), un complesso culturale multifunzione, per esempio, era pensato per durare al massimo una decina d’anni: un mix di elementi mobili e fissi che i partecipanti potevano trasformare secondo la necessità. Stesso principio anche per la “Magnet City” (1996): una città fatta di strutture dalla vita breve, ma in grado di stimolare nuovi modelli e situazioni di evoluzione urbana. Price riceverà il premio, di 55mila euro, il 9 dicembre alle 17 presso l’Austrian Federal Chancellery.
https://www.kiesler.org
Cedric Price vincitore del Kiesler Prize
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- 13 novembre 2002