Chi è Ma Yansong di Mad, il nuovo guest editor di Domus 2026

“Prima di essere un architetto, volevo fare il regista. Sono sempre stato attratto da narrative immaginifiche. L’aspetto concettuale e la visione sono la chiave per me, anche più importanti della mera costruzione”. (Ma Yansong, Guest Editor Domus 2026)

“We exist at the intersection of nature and urban life” è lo slogan con cui si presenta lo studio Mad online e, in effetti, è questo il tratto distintivo di uno studio che si è occupato di tutto nei primi 20 anni di carriera, spingendosi fino alla stesura del manifesto teorico Shanshui City come chiave interpretativa a chiunque senta il bisogno di dare un perché alle forme sinuose con cui Ma Yansong sta riplasmando i paesaggi non solo della Cina. Ma Yansong nasce a Pechino nel 1975, un anno prima della scomparsa di Mao. La sua formazione coincide con quella stagione di mutamenti strutturali in una Cina che velocemente cambia modello economico e vede nell’apertura alle potenze estere l’occasione di innestare meccanismi di mercato in grado di autoalimentare lo sviluppo. In questo senso, il Master alla Yale University e il precedente Bachelor alla Beijing University of Civil Engineering and Architecture, università oltre alla Tsinghua e alla Southern California dove ha insegnato, esprimono bene il tempismo e la duplice anima che attraversa l’opera il suo lavoro: la riscoperta della tradizione cinese attraverso l’arte legata al canone classico del paesaggio, e la sua avventurosa reinvenzione.
“Crescendo a Pechino, sono stato influenzato dalla parte antica della città, dalle montagne e dai laghi. Immagino un futuro che non rinneghi le memorie del passato”, racconta intervistato dal Direttore Editoriale di Domus Walter Mariotti. 

Si sparse la voce che c’era questo tipo straordinario che aveva studiato o lavorato con una certa ‘signora Hadid’, e poteva fare Zaha meglio di Zaha.

Peter Cook a proposito di Ma Yansong

Nell’Agosto del 2001, mentre svolgeva il tirocinio nello studio di Peter Eisenman, sale su una delle Torri Gemelle, un mese prima di vederle collassare e iniziare il primo progetto significativo di cui si ha traccia, Floating Island: la proposta di Ma per la ricostruzione di Ground Zero. La proposta di Ma è speculativa e parte dal sogno di una nuvola come possibile nuova città galleggiante, un posto dove poter vivere al sicuro dai crolli che la sfida alla verticalità inevitabilmente comportano. Dopo la laurea, spende circa un anno nello studio di Zaha Hadid a Londra prima di tornare a Pechino, dove nel 2004 fonda Mad. 

Mad Architects, Fenix, Rotterdam, Paesi Bassi 2025

Foto Iwan Baan

Mad Architects, Fenix, Rotterdam, Paesi Bassi 2025

Foto Iwan Baan

Mad Architects, Fenix, Rotterdam, Paesi Bassi 2025

Foto Iwan Baan

Mad Architects, Fenix, Rotterdam, Paesi Bassi 2025

Foto Iwan Baan

Mad Architects, Fenix, Rotterdam, Paesi Bassi 2025

Foto Iwan Baan

Mad Architects, Fenix, Rotterdam, Paesi Bassi 2025

Foto Iwan Baan


Nonostante l’evidente continuità di alcune poetiche della forma, l’opera di Mad può essere divisa in due momenti: un prima e un dopo il 2015, l’anno in cui dichiara a chiare lettere i principi che guidano la filosofia progettuale dei suoi edifici. Nel decennio che precede, le sperimentazioni del giovane studio si rivolgono da subito sulla scena internazionale. In soli due anni, Mad è esposto alla Biennale di Venezia del 2006 con Beijing 2050, un concept per ripensare il veloce sviluppo urbano della capitale cinese attraverso interventi alla micro-scala immersi negli hutong come alternativa alla convenzionale tabula rasa. Huton Bubble 32 e 218 verranno realizzati rispettivamente nel 2009 e nel 2019. Nello stesso anno presenta le Absolute Towers durante il concorso mirato a rinnovare l’immagine di Mississauga (Domus 891, aprile 2006). Ribattezzate le Marilyn Towers, le due torri vedranno la luce nel 2012 e hanno un impatto dirompente sul dibattito contemporaneo principalmente per l’idea di scardinare la ripetitività della forma insita nel tema del grattacielo, abilmente variata senza alterare significativamente la pianta (Domus 963, novembre 2012).

Il vero banco di prova del progetto di Mad è stabilire se esso sia in grado di sostenere un più accurato esame della sua rilevanza in termini architettonici.

Matthew Allen, Domus 963, novembre 2012

L’Ordos Museum del 2011, un oggetto che analogamente alla Casa da Musica di Rem Koolhaas sembra piombare dal cielo sulla città, rappresenta una tappa intermedia del viaggio di Ma nelle curvature della forma. Rispetto alle Marilyn compaiono nuove variazioni formali nelle tre dimensioni che sembrano anticipare la definitiva rottura con la geometria euclidea che si manifesterà compiutamente ad Harbin. Nel 2015 vede la luce uno degli edifici più iconici di Mad: l’Harbin Opera House. Immersa nelle zone umide, l’architettura diventa un’astrazione del suo ambiente naturale. Come un suolo artificiale che viene compresso, piegato, scolpito dal vento e dall’acqua, il volume cerca un’integrazione con la topografia del luogo. Questo progetto segna la graduale chiusura di una stagione dedicata all’esplorazione dei confini della forma architettonica e apre un nuovo interesse che l’architetto pechinese rivolge alle morfologie presenti in natura.

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto Parrish Ruiz de Velasco

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto Vic Ryan 

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto © Iwan Baan

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto Parrish Ruiz de Velasco

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto © Iwan Baan

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto Parrish Ruiz de Velasco

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto © Iwan Baan

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto © Iwan Baan

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto © Iwan Baan

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto Parrish Ruiz de Velasco

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto © Iwan Baan

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto © Iwan Baan

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto Parrish Ruiz de Velasco

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto © Iwan Baan

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto Vic Ryan 

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto Parrish Ruiz de Velasco

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024

Foto © Iwan Baan

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024 Masterplan

Courtesy Mad Architects

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024 Pianta piano 7

Courtesy Mad Architects

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024 Pianta piano 14

Courtesy Mad Architects

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024 Pianta piano 16

Courtesy Mad Architects

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024 Prospetto 

Courtesy Mad Architects

Ma Yansong/Mad Architects, One River North, Denver, Colorado, Stati Uniti, 2024 Sezione 

Courtesy Mad Architects

Il momento in cui Ma Yansong decide di dotarsi di una filosofia di progetto, che diventa strumento sia processuale sia narrativo, è un passaggio chiave nella sua carriera. Shanshui City non è solo un libro pubblicato nel 2015, è il manifesto del pensiero di Ma Yansong o, per i più cinici, il tentativo di sostenere le forme curve degli edifici firmati Mad con una riflessione teorica che la leghi, e forse la giustifichi, alla tradizione del genere pittorico di paesaggio. Il punto di partenza è il rifiuto di pensare l’ambiente antropico per rettangoli, condizione che esprime il pragmatismo di un sistema socioculturale che per Ma ha deciso di sacrificare la propria anima, che Ma associa alla tradizione, sull’altare di un pragmatismo economico e funzionale.

Crescendo a Pechino, sono stato influenzato dalla parte antica della città, dalle montagne e dai laghi. Immagino un futuro che non rinneghi le memorie del passato.

Ma Yansong

La risposta che Ma propone passa attraverso un’associazione fortissima tra anima e forma che poggia le sue basi sul potere evocativo dei simboli e sulla loro possibilità di riappacificare anime “inquiete”. Shanshui letteralmente significa montagne-e-acque ma è un concetto molto più complesso e articolato di un semplice accostamento ossimorico nel pensiero tradizionale cinese, che risente degli influssi di pratiche folkloristiche, geomantiche e animistiche. La città Shanshui è una città che distilla i concetti filosofici insiti nella nozione classica di paesaggio cinese, riprende alcuni temi dell’architettura dei giardini, che spesso emulano paesaggi in miniatura, per renderli fruibili al pubblico nella nuova scala urbana in cui sono riprodotti, nasconde le infrastrutture sottosuoli artificiali o dietro schermature verdi, e disegna forme morbide che imitano quelle vegetali e animali. Ambisce a produrre spazi a scala umana, ovvero dentro i quali le persone possono misurarsi con dimensioni controllate e che mitigano le sensazioni di smarrimento o alienazione che talvolta emergono negli spazi prodotti da processi tecnocratici o orchestrati da logiche esclusivamente speculative.

Il progetto della nuova stazione di Jiaxing Tutte le foto courtesy Mad Architects

Il progetto della nuova stazione di Jiaxing Tutte le foto courtesy Mad Architects

Il progetto della nuova stazione di Jiaxing Tutte le foto courtesy Mad Architects

Il progetto della nuova stazione di Jiaxing Tutte le foto courtesy Mad Architects

Il progetto della nuova stazione di Jiaxing Tutte le foto courtesy Mad Architects

Il progetto della nuova stazione di Jiaxing Tutte le foto courtesy Mad Architects

Il progetto della nuova stazione di Jiaxing Tutte le foto courtesy Mad Architects

Il progetto della nuova stazione di Jiaxing Tutte le foto courtesy Mad Architects

Il progetto della nuova stazione di Jiaxing Tutte le foto courtesy Mad Architects


Scala umana che Ma mantiene nelle sue architetture, come identifica anche il critico Li Xiangning quando descrive la Jiaxing Train Station, la prima stazione ferroviaria progettata da Mad nel 2024, un progetto che affronta con originalità i temi dell’infrastruttura, del patrimonio storico e della vita pubblica nella città cinese ridefinendo un possibile nuovo canone per l’architettura della mobilità (Domus 1090, maggio 2024).

Il concetto della Shanshui City trova l’applicazione più diretta nello Huangshan Mountain Village, un complesso dove gli edifici riproducono profili ondulati e pinnacoli verticali di una piccola catena montuosa inventata (Domus 1027, settembre 2018) e nelle torri scure della Chaoyang Park Plaza di Pechino (2017). Nel frattempo, lo studio torna sul tema degli hutong, questa volta non con microstrutture riflettenti ma con un intervento di ampio respiro che sovverte il modo canonico di stare nelle case tradizionali della capitale. Nello Yucheng Kindergarten (Domus 2021, Febbraio 2021), intervento che definisce spazi intergenerazionali grazie alla presenza di una struttura per i più anziani, i bambini possono fare un’esperienza protetta e educativa dello spazio degli hutong direttamente dall’altezza dei loro tetti, enfatizzando nuove relazioni e connessioni tra terra e cielo, interno ed esterno, città e edificio.

Usava i muscoli delle manifatture cinesi per presentare visioni di un futuro che talvolta sembrava più tangibile, più credibile, perché lui riusciva a materializzarlo con tanta fedeltà.

Bjarke Ingels a proposito di Ma Yansong 

Nel 2021, vede la luce anche il primo progetto di social housing, il Baiziwan. Come nella sopra menzionata stazione di Jiaxing, anche qui Mad affronta la sfida progettuale reimmaginandone la tipologia architettonica. L’elemento comune è il tema della connessione nelle diverse sfumature in cui può essere intesa, da quella immateriale, con il tentativo di ridefinire paesaggi urbani, a quella fisica, legata all’effettiva possibilità di raggiungere a piedi parti di città diverse mitigando le rigide compartimentazioni per isolati tipiche dell’urbanistica cinese. Nel Baiziwan sono la prefabbricazione creativa, le connessioni aeree e la cura del verde a dare un nuovo volto all’abitare collettivo.

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto Arch Exist

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto Arch Exist

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto Arch Exist

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto Zhu Yumeng

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto Arch Exist

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto Arch Exist

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto Arch Exist

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto Arch Exist

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto Arch Exist

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto ChillShine

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto Zhu Yumeng

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto CreatAR Images

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Foto Arch Exist

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Masterplan

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Diagramma tecnico

Mad Architects, Centro Internazionale per l’Innovazione di Zhongguancun, Pechino, Cina 2024 Diagramma esploso


La stagione post Shanshui City manifesto vede progetti più letteralmente legati alle forme del paesaggio e a volumi biomorfici, come il roofscape del progetto per lo Zgc International Innovation Center a Pechino (Domus 1094, Ottobre 2024), l’architettura land-art del Quzhou Sports Parks, un edificio che nasce dalle ondulazioni del suolo, il Fenix Museum di Rotterdam (2025) e i gusci del Lucas Museum of Narrative Arts, del quale si prevede il completamento nel 2026 e diventerà il primo edificio di Mad negli Stati Uniti – uno dei progetti più attesi su scala globale.

La reinterpretazione del concetto Shanshui ha indotto alcuni osservatori a leggere nell’elaborazione teorica la volontà di accreditare a una tradizione filosofica l’estro gestuale di Mad, senza spingersi a un livello di interpretazione più profondo. Piuttosto di volontà di riprodurre elementi della natura, il formalismo di alcune architetture di Mad mira all’esemplificazione di un processo e all’allusione simbolica per evocare sentimenti di sintonia con l’ambiente che l’uomo abita, in modo non così diverso, in fondo, da quanto accade nei giardini storici cinesi. 
“Prima di essere un architetto, volevo fare il regista. Sono sempre stato attratto da narrative immaginifiche. L’aspetto concettuale e la visione sono la chiave per me, anche più importanti della mera costruzione”, conclude. 

Mad e il suo fondatore Ma Yansong da oltre 15 anni hanno introdotto in Cina la plasticità barocca di architetture che ambiscono a diventare potenti frammenti del nuovo paesaggio artificiale contemporaneo asiatico, mescolando in modo perturbante linee curve tra l’organico e il neoparametrico.

Luca Molinari, Domus 1026, luglio 2018

Tra i molti premi e riconoscimenti ricevuti, spiccano l’inserimento di Ma Yansong nelle liste delle cento persone più creative nel business e delle cento persone più influenti del 2025 secondo il Time. Nel 2023 viene esposta una retrospettiva di Mad intitolata "Landscapes in Motion" allo Shenzhen Museum of Contemporary Art and Urban Planning, mostra in cui appare la costante esplorazione di forme per integrare la natura agli spazi urbani. Nel 2025 è la volta di “Ma Yansong: Architecture and Emotion” esposta al Nieuwe Instituut di Rotterdam. Oltre alle monografie Mad Works Mad Architects (2016) e Mad Rhapsody (2021) Ma Yansong ha curato importanti mostre in tutto il mondo, tra cui la partecipazione cinese alla Biennale di Architettura di Venezia del 2025 dal titolo Co-exist. Ma Yansong è stato più volte indicato come uno degli architetti più influenti del suo tempo, ispirando con le sue forme fantastiche moltissime persone che hanno abitato, anche se per breve tempo o occasionalmente, le sue architetture. 

Insieme a Dang Qun e Yosuke Hayano, Ma Yansong guida lo studio Mad dagli uffici di Pechino, Roma e Los Angeles portando avanti un discorso sull’architettura riconoscibile nelle sue forme ma tutt’altro che esaurito nell’esplorare le possibili relazioni tra uomo, città e natura.

Immagine di apertura: Credits Li Yingwu. Archivio Domus ©Editoriale Domus S.p.A.