David Kohn

Brexit: in che modo influenzerà l’architettura?

Cosa significa la Brexit per gli studi di architettura: vantaggi e incertezze di un momento storico raccontati dal direttore dello studio londinese David Kohn Architects.

Gli elettori britannici hanno dato al partito conservatore una netta maggioranza alle elezioni generali del 12 dicembre, che sono state ampiamente pubblicizzate come le più significative per una generazione. La questione della Brexit ha dominato il dibattito, con le tre scelte cruciali offerte dai principali partiti politici: il progetto di Boris Johnson "Get Brexit Done", il piano Labour per un secondo referendum e l'obiettivo dichiarato dei liberaldemocratici di revocare l'articolo 50 e annullare effettivamente la Brexit.

Il fatto che la maggioranza del Partito conservatore sia stata così grande, riflette in parte il desiderio della popolazione di vedere la fine del recente stallo parlamentare e di far avanzare il dibattito nazionale. Se l'entità del mandato conferito a Boris Johnson gli permetterà di assumere un tono più conciliante con l'Europa e di realizzare una Brexit più indulgente è una domanda che molti europeisti si stanno facendo.

Per gli studi d’architettura britannici, come per gran parte della comunità imprenditoriale nazionale, la Brexit è stata causa di gravi incertezze che appaiono impossibili da superare nell’immediato futuro

Per gli studi d’architettura britannici, come per gran parte della comunità imprenditoriale nazionale, la Brexit è stata causa di gravi incertezze che appaiono impossibili da superare nell’immediato futuro. Prima di tutto un rallentamento degli investimenti edilizi in Gran Bretagna ha causato un calo degli incarichi nazionali in certi settori. In secondo luogo permane l’incertezza riguardo agli effetti sugli studi britannici che lavorano sul continente, a causa dei potenziali cambiamenti del quadro legislativo che hanno bloccato gli investimenti interni. Terzo, e forse più preoccupante, la retorica ostile sull’immigrazione ha dissuaso i talenti europei dal cercare lavoro in Gran Bretagna, il che ha inciso sulle assunzioni e sta creando una carenza di competenze.

Ciò nonostante gli studi britannici hanno continuato ad aggiudicarsi progetti significativi sul continente, come per esempio Sergison Bates e Carmody Groake, che hanno ottenuto nelle ultime settimane incarichi in Belgio, Francia e Germania. Il mio studio negli ultimi due anni ha lavorato in Germania e in Belgio e si è assicurato ulteriori lavori dai suoi committenti anche mentre il parlamento stava votando se puntare o meno a una Brexit senza accordi. Ciò sembra cambiare parecchio la prospettiva, con committenti e collaboratori locali che continuano a vedere i vantaggi di lavorare con studi britannici nonostante il clima politico. Il che a sua volta pone la questione delle motivazioni degli architetti britannici a lavorare in Europa e del patrimonio culturale che intendiamo coltivare.

La prima occasione che ho avuto di parlare in pubblico della Brexit è stata alla scuola di progettazione ELISAVA di Barcellona nel luglio 2016, un mese dopo il referendum. Ricordo di aver provato la forte necessità di esprimere a chi mi ospitava la mia gratitudine di ospite. Iniziai il mio intervento proiettando un’immagine del logo della campagna per la permanenza nell’Unione Europea. Il progetto che presentai poi era un appartamento nel Barrio Gotico di Barcellona, a pochi passi dalla sala della conferenza. Parte importante del nostro progetto era una pavimentazione a piastrelle triangolari che riprendeva la geometria dello spazio pubblico adiacente: Plaça George Orwell. Quando nel 2013 avevamo progettato lo schema avevano indubbiamente apprezzato il fatto di essere tanto vicini a un luogo della memoria di Orwell e la possibilità di collegare al progetto una storia di collaborazione anglo-catalana. Ma nel 2016 il significato dell’epoca in cui Orwell lottava contro il fascismo lungo le Ramblas sembrava decisamente più incisivo.

L’appartamento ci fece notare da un costruttore tedesco, Stefan Höglmaier di Euroboden, che ci invitò a partecipare a un concorso di edilizia residenziale del 2018. Il nostro progetto vincitore, elaborato in collaborazione con lo studio locale Nord Studio, si ispirava alla Englische Haus di Hermann Muthesius, forse il più importante saggio sull’architettura residenziale britannica premoderna, scritto da un tedesco. Proponemmo un esempio di isolato residenziale berlinese che era comunque filtrato da gesti di architettura domestica britannica. Analogamente i nostri successivi uffici berlinesi di Euroboden si ispiravano al Sir John Soane’s Museum e mostravano un po’ della qualità ludica, ambigua degli interni di Soane per una grandiosa residenza Belle Epoque di Kreuzberg.

Appartamento in Carrer Avinyó, David Kohn Architects, 2013. Foto José Hevia

A Hasselt, in Belgio, dove abbiamo collaborato con lo studio locale BovenBouw alla ristrutturazione di un ex beghinaggio, il nostro lavoro precedente sulla creazione di un cortile interno per il New College di Oxford ci ha aiutato a persuadere una giuria che una rivalutazione radicale del sito fosse possibile. Dirk Somers, dello studio Bovenbouw, ha sintetizzato l’attrattiva degli architetti inglesi nei confronti dei committenti locali come “l’apprezzamento dell’insieme di avventura e disciplina necessario alla costruzione di una città”.

A dispetto del danno che la Brexit sta causando alle aziende britanniche, le collaborazioni in atto con studi del continente e il patrocinio di committenti servono solo a rafforzare il senso della coesione culturale di un’architettura europea in cui gli architetti britannici continuano ad avere una parte importante. Affari a parte, questi contatti sono profondamente significativi in termini di conservazione del rispetto per gli altri e di riconoscimento e scambio dell’ospitalità. Le storie da cui nascono queste occasioni sono un salutare promemoria di come la Gran Bretagna debba restare un paese accogliente, in grado di far sentire gli altri come i benvenuti e di permettere loro di prosperare. Quali che siano le conseguenze della situazione politica contingente, queste qualità devono rimanere non negoziabili e saranno sempre un valido obiettivo per cui combattere.

David Kohn è direttore dello studio londinese Kohn Architects e coordinatore del corso di laurea dell’Architectural Association.

Immagine di anteprima: Dr. D, Things Can Only Get Better, da Moniker International Art Fair 2019 “George the UNion is Cross ” curata da Yasha Young di Urban Nation Museum, courtesy Moniker Art Fair e l’artista.

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