Juli Capella

Voglio che il design salvi il mondo!

“Voglio Domus. E che contribuisca a cambiare il pianeta.”

Voglio che il design salvi la Terra.
Perché per il momento la sta rovinando con tutta la sua stupidità. Voglio un nuovo design di automobili, che smetta di ammazzare più di 1,3 milioni di persone all'anno per incidenti stradali. Voglio che Raymond Loewy resusciti e, guardando l'oltraggioso panorama consumistico di un supermercato, rettifichi e dica: "Sì, il brutto sì che si vende".

Voglio che mi affidino urgentemente la progettazione di un manicomio. Voglio che le riviste di design la smettano di pubblicare sempre gli stessi servizi, degli stessi autori, con le stesse foto (senz'anima!) con gli stessi disegni e con testi ugualmente incomprensibili e intercambiabili. Voglio ricoprire d'edera tutti i sobborghi del mondo globale. Ma senza persone dentro. Voglio che gli architetti ricomincino a disegnare con la matita e abbiano sempre con sé la gomma per cancellare. Voglio che l'aria condizionata non mi schiaffeggi mai più sulla nuca.

Voglio che la Fiera di Milano diventi ufficialmente il Museo degli Orrori, che quest'anno sia congelato così com'è, con tutto il suo contenuto, per futuro dileggio del settore e come monito per le generazioni a venire. Voglio che Starck la smetta di dire tante ingegnose bugie e, come ha promesso anni fa, si metta davvero "al servizio della società" con tutto il suo talento. Voglio che domani mattina stessa crollino i prezzi delle cose care e si triplichino i prezzi delle cose economiche, vediamo un po' che succede. Ogni molletta, 20 euro. Voglio vivere tra sedie affettuose, lampade affabili, scarpe ridanciane e tavoli saltimbanchi. Propongo che per un anno intero facciamo uno sciopero verbale e non scriviamo la parola "design" invano. Nemmeno per cose serie. E nemmeno per scherzo. Per niente.

Voglio che gli edifici smettano di inclinarsi, voltarsi e rivoltarsi senza una manifesta causa o giustificazione e che ciò sia autorizzato solo con il consenso di un eminente psichiatra. Voglio che i politici, principi arroganti, non si lascino più infatuare dagli architetti star. E che questi non si prostituiscano. Voglio che tutti gli edifici con più di tre piani paghino una multa per usurpazione visuale aerea, altrimenti che li taglino della metà. Voglio che i concorsi di architettura si vincano per rigoroso sorteggio notarile. E che il titolo ufficiale di architetto si vinca a sorte in una tombola.

Voglio che quando Mendini compirà cento anni, ricominci a dirigere Domus. Voglio che tutti mangino prosciutto crudo di Jabugo a iosa e gratis tutto l'anno. Voglio che tutte le statue scendano a terra, si mettano a ballare e poi risalgano su un piedistallo diverso. Voglio dormire placidamente senza la coscienza sporca perché ho fatto cose così brutte. Perché ho copiato tanto. Perché non sono un genio. Perché ho deluso mio padre, non essendo riuscito a essere il migliore in tutto.

Voglio che tutti i critici e teorici dell'architettura abbiano un cliente, lo incantino, creino un progetto, lo discutano con la moglie del cliente che fa la decoratrice e con loro figlia che studia architettura. Che elaborino i progetti, rispettino le normative, preparino l'esecutivo, per un anno si rechino una volta alla settimana in cantiere, discutano con il project manager, con il costruttore, gli ingegneri, il perito e il burocrate del Comune che deve dare i permessi finali per i lavori. E poi che scrivano un articolo criticando la loro stessa opera. Su queste stesse pagine, su Domus.
Voglio Domus. E che contribuisca a cambiare il mondo.

Juli Capella
Architetto e designer

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