Domus 1107 è in edicola

Il numero di dicembre di Domus è un racconto dell’architettura come gesto politico, culturale e strategico per preservare il patrimonio italiano: dal “restauro sartoriale” di una casa di Gio Ponti a Milano alla rigenerazione di una basilica romana. 

Editoriale / La memoria del futuro

Testo Walter Mariotti

Milano, archivio di possibilità Con Palazzo Missori e la Terrazza Biandrà, Park rilegge l’eredità costruita di Milano come materia attiva. Due progetti, due scale e un’unica idea di città mostrano come reinterpretare l’esistente non sia solo un gesto sostenibile, ma anche un atto di immaginazione, un modo per dare continuità alle storie che abitano l’architettura

Testo Luisa Castiglioni
Foto Nicola Colella

Cambiare la strada Il giardino Pepe-Borsieri racconta un’idea di città virtuosa, che riqualifica frammenti urbani incompiuti.

Testo Alessandro Benetti
Foto Davide Galli

Portfolio / Lavorare con Ponti Un Ponti da interpretare, da restaurare, ma anche da portare un po’ più avanti rispetto a dove ci ha lasciati con il suo discorso sugli interni. È lo spazio che troviamo in Casa Sissa, uno tra gli ultimi lavori compiuti dal sodalizio con Emilio Lancia, opera poco nota di Gio Ponti che, all’occhio di chi passa in corso Italia, potrebbe rientrare nell’ordine dell’edilizia o di un’architettura ordinaria di quel 1934.

Testo Manolo De Giorgi
Foto Francesca Iovene

Frammenti nomadi La galleria GAMeC di Bergamo ci accoglie con Massi erratici. Risultato di una ricerca sui materiali e sulle potenzialità generate dal riuso, il progetto riconfigura gli spazi di accesso attraverso superfici e volumi modulari.

Testo Cecilia Fabiani Foto Riccardo De Vecchi

Rigenerazione partecipata Attraverso una serie di iniziative pubbliche, assembleari e conviviali, OSA – Osservatorio Sant’Anna costruisce un teatro-parlamento negli spazi in disuso di un ex monastero, il luogo giusto per dibattere e decidere sul destino del quartiere e della città.

Testo Lucia Tozzi
Foto Lemonot + Matteo Binci, Maria Eugenia Frizzele

Un innesto sensibile nella storia Il recupero di Villa Donà, improntato a un dialogo costante tra i diversi interventi succedutisi nei secoli, ha consentito di ospitare nuove attività di lavoro e di incontro, rinnovando il rapporto della villa con il territo

Testo Alessandro Benetti Foto Alberto Sinigaglia, Rory Gardiner

Specchi magici e mura parlanti Recuperare il patrimonio storico con leggerezza, unendo memoria, innovazione e sostenibilità, è alla base degli interventi ai Castelli di Cannero, sul Lago Maggiore, e al Castello di Thiene, nel vicentino. Lo studio milanese reinterpreta il passato con tecnologie immersive e un approccio inclusivo.

Testo Valentina Croci Foto DSL Studio, Andrea Martiradonna, Susy Mezzanotte

Meccanica del riuso Il recupero delle Officine Meccaniche Reggiane, sede dei dipartimenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia, punta a conferire un carattere più urbano e meno industriale al complesso.

Testo Manuel Orazi Foto Kai-Uwe Schulte-Buwert

Una rovina vivente Il nuovo percorso espositivo della Basilica di Massenzio, nel Parco Archeologico del Colosseo, stabilisce un dialogo con il sito millenario, rinnovandone l’identità e attribuendogli nuove funzioni, tra memoria storica ed esigenze attuali.

Testo Luca Galofaro
Foto Giuseppe Miotto – Marco Cappelletti Studio

Visita in studio / Corvino + Multari Un approccio realista e sperimentale allo stesso tempo caratterizza lo studio partenopeo, impegnato nell’arco di 30 anni in progetti di recupero e riuso di monumenti storici – come il Museo di Capodimonte – e moderni – come il grattacielo Pirelli. Il restauro, per loro, è uno snodo che genera un’architettura che ritorna a essere viva. Mentre resta fondamentale il dialogo continuo con la città, l’arte e il paesaggio.

Intervista Davide Vargas con Vincenzo Corvino, Giovanni Multari

Patrimonio, istruzioni per l’uso Come preservare e valorizzare l’identità culturale, architettonica e paesaggistica della Costiera Amalfitana? Il Vademecum è un progetto open source concepito per promuovere una profonda conoscenza del territorio, rafforzare i regolamenti e proporre modelli sostenibili.

Testo Annarita Aversa

Miniera culturale Laboratori operativi di rigenerazione partecipata con istituzioni, professionisti, volontari e comunità locali restituiscono valore sociale al territorio di un borgo minerario in Sardegna dando vita a MAR-Miniera Argentiera, luoghi pubblici aperti e accessibili.

Testo Isabella Inti
Foto Andrea Maspero, Ettore Cavalli

Collegare gli spazi interstiziali Valorizzando gli intervalli tra le microcittà, i laboratori di “Perugia in cross roads” avanzano una serie di proposte condivise per rafforzare l’identità urbana.

Testo Toshiko Mori  

Rome archipelago Arcipelago Roma propone una metropoli composta da sistemi urbani e ambientali interconnessi tra loro; una città che integra paesaggi, comunità e infrastrutture per costruire nuove relazioni ecologiche e sociali.

Testo Roma050

Ossimoro / Conservazione trasformativa Crediamo che l’architettura possa plasmare il vuoto a partire dalle relazioni intangibili che il progetto è capace di indurre, mettendo al centro i bisogni, le istanze, i valori della società e degli abitanti. Che possa dare una risposta tangibile a istanze intangibili, principi opposti e complementari che insieme trovano un equilibrio dinamico.

Testo Massimo Basile, Floriana Marotta – MAB Arquitectura

Storia di copertina / Le logiche del riuso

Testo Federico Babina Foto Coutesy of Federico Babina

Fatto del mese / Shanghai, dalle piazze del potere alle piazze per le persone Testo Antonio Armano

Human design / Un trattino per fare spazio

 Testo Paola Carimati

Archivio Domus / Casa per chi non ce l’ha

Testo Simona Bordone

Talenti / Trasformare il legno in racconto

Testo Silvana Annicchiarico

Territori urgenti / La speranza del pianeta

 Testo e foto Javier Arpa Fernández

Come da tradizione il numero di Dicembre di Domus porta il dibattito dal mondo all’Italia. Quest’anno, fuoco dell’attenzione è la cura del patrimonio, che nelle pagine del numero 1107 di Domus diventa una vera strategia, politica e culturale, in cui l'architettura diventa strumento indispensabile di rigenerazione e visione. Nel suo editoriale di presentazione, il direttore Walter Mariotti lo ribadisce: l'architettura è un vincolo di democrazia (ex Articolo 9 Costituzione) e la cura del patrimonio non è filologia ma la risorsa strategica per arginare la “necrosi del Belpaese”. 

L'architettura, insomma, come gesto politico, etico e culturale, che tesse i fili tra memoria e futuro. Come al solito a dicembre Domus fa il tour d’Italia selezionale alcuni progetti, in questo caso di cura, rispetto e restituzione che vanno dalla scala del dettaglio edilizio alle grandi visioni urbane. O meglio, più che progetti architettonici veri atti di intelligenza collettiva e d’immaginazione.

S’inizia da Milano con un’idea di Park Associati che, come racconta Luisa Castiglioni, dimostra come la città non sia un’entità da sostituire bensì un “archivio di possibilità” da rigenerare per stratificazione (Palazzo Missori e Terrazza Biandrà). Sempre nel capoluogo lombardo, Alessandro Benetti presenta invece il progetto di Andrea Angeli – Conarchitettura - che trasforma un frammento incompiuto nell'urbano, come un ex parcheggio, nel virtuoso Giardino Pepe-Borsieri. Ancora a Milano la cura si estende fino alla liturgia del dettaglio d'autore: Gregorio Pecorelli affronta il restauro sartoriale di un interno della Casa Sissa di Gio Ponti, lavorando in una sapiente ”micro-monumentalità” il testo a cura di Manolo De Giorgi. 

Domus 1107, dicembre 2025

Ancora Benetti ci porta a Costabissara, dove RigonSimonetti innestano nuove funzioni di lavoro e ospitalità nella seicentesca Villa Donà. A Roma invece è Luca Galofaro a raccontare come Alvisi Kirimoto abbia restituito alla Basilica di Massenzio la sua funzione di spazio pubblico con gesti misurati, trasformandola in una solenne “rovina vivente”. Persino la tecnologia diviene narrazione: Dotdotdot utilizza specchi magici e realtà aumentata per animare i Castelli di Cannero e il Castello di Thiene. 

La cultura si fa motore di coesione sociale: l'associazione Architetti Artigiani Anonimi, un testo a cura di Annarita Aversa, produce il Vademecum open source per la cura del paesaggio della Costiera Amalfitana, mentre in Sardegna ci accompagna Isabella Inti, dove LandWorks rigenera il borgo minerario di Argentiera. Davide Vargas espone la lezione di Corvino + Multari. I due architetti lavorano sull'adeguato e il possibile, e la città è il loro vero cliente.

La cura del patrimonio italiano diventa una vera strategia culturale e politica: l’architettura si mostra come strumento indispensabile per la rigenerazione e la visione del Paese.

Il numero culmina con le grandi visioni strategiche per l'Italia. Toshiko Mori, professore ad Harvard e Guest Editori di Domus nel 2023, affronta la sfida di collegare gli spazi interstiziali tra le oltre 60 microcittà di Perugia. A Roma invece, il Lab050 Roma050 di Stefano Boeri disegna la metropoli del 2050 come ArcipelagoRoma, un sistema integrato che prevede l'atto politico di liberare 2 milioni di m² di immobili governativi per il ripopolamento del centro storico. L'ultima pagina del giornale, definita ossimoro. È dedicata a un progetto di MAB Arquitectura che definisce la conservazione trasformativa. Nella tradizione di Domus la copertina è un progetto a sé e questa volta l’autore è Federico Babina, artista architetto che visualizza le logiche del riuso ribadendo come l'architettura sia l'atto iniziale e finale per garantire una Memoria del Futuro.

Come ogni numero di Domus, anche Dicembre – che fa da spartiacque tra un Guest Editor e l’altro – contiene pagine dedicate all’attualità più stretta. Sono quelle della sezione d’apertura, Diario, che si apre con l’articolo di Antonio Armano che ci porta a Shanghai per il festival “Shanghai Picnic” del RAM: qui l'architettura deve cedere il passo alla convivialità, un gesto che si pone agli antipodi delle monumentali “piazze del potere” orientali. 

Domus 1107, dicembre 2025

Questo imperativo si ritrova nell'analisi di Francesco Franchi sulla nuova estetica politica della campagna del neosindaco newyorkese Zohran Mamdani e nella riflessione di Paola Carimati su human design e inclusione. La visione del futuro però come si diceva non può prescindere dalla memoria del passato. Ce lo ricorda Simona Bordone riaprendo l'Archivio con l'editoriale di Ernesto Nathan Rogers del 1946 sulla crisi abitativa postbellica che poneva già il problema della morale. 

Da parte sua, la direttrice di Artek, Marianne Goebl, in un’intervista con Elena Sommariva sposta l'asse della sostenibilità sulla qualità, chiedendo una nuova estetica che accetti l'irregolarità. Questa ricerca trova riscontro nel lavoro di Domenico Orefice e Fornace Curti sul cotto lombardo. Marco Pierini, storico dell’arte, ci invita a considerare la cultura come un imperativo per il benessere psicofisico, e Carla Morogallo, direttrice generale di Triennale Milano, testimonia un turning point con l'istituzione che è diventata una vera “impresa creativa”. Infine, il fisico Roberto Battiston ci ricorda che il calore è la “tassa” che paghiamo per il lavoro, e Javier Arpa Fernández la necessità di dare un nome ai Territori urgenti del pianeta per non rassegnarsi a un'emergenza inevitabile.

L'architettura non è solo progetto, ma un gesto politico, etico e culturale: una pratica che intreccia memoria e futuro.

Per quanto lo sguardo di Domus Dicembre sia centrato sull'Italia, il palcoscenico globale dell'architettura si rinnova e la ricerca della frontiera dell’architettura porta a Pechino attraverso la monografia allegata al numero del nuovo Guest Editor. Infatti, dopo otto anni di fecondi dialoghi con le più brillanti menti dell’architettura, (Michele De Lucchi, Winy Maas, David Chipperfield, Tadao Ando, Jean Nouvel, Steven Holl e Toshiko Mori, Norman Foster e Bjarke Ingels) Domus inaugura il suo nono ciclo accogliendo Ma Yansong come nuovo Guest Editor. Cinese, visionario, instancabile tessitore di sogni in calcestruzzo e vetro, Ma Yansong incarna una cifra stilistica che è insieme audacia concettuale e profonda reverenza per il paesaggio.

L'opera di Ma non è un semplice costruire, ma un vasto programma di rigenerazione poetica che si estende, come nota il critico Aaron Betsky, dall’urbanistica utopica alla creazione di curve. Pur attendendo il suo capolavoro più visibile, il Lucas Museum of Narrative Art a Los Angeles, Betsky ha già intravisto una bellezza ancor più esplosiva nel Fenix Museum of Migration a Rotterdam. A gettare un fascio di luce sulla vocazione narrativa di Ma è proprio il regista e produttore George Lucas, suo committente e amico: Lucas voleva un edificio inconfondibile, che non si concentrasse su funzione o tecnologia, ma su come luce e spazio potessero suscitare la curiosità del pubblico, una questione profondamente emozionale. 

Non ci resta che augurarvi una buona lettura, con la consapevolezza che le domande sono state poste e i cantieri concettuali sono aperti. Vi diamo appuntamento a gennaio 2026, quando la visione di Ma Yansong – espressa nel suo Manifesto allegato al numero di dicembre – si distenderà nel numero di gennaio, chiamandoci a misurarci con la prossima, ineludibile, trasformazione di Domus.

Editoriale / La memoria del futuro Testo Walter Mariotti

Milano, archivio di possibilità Testo Luisa Castiglioni
Foto Nicola Colella

Con Palazzo Missori e la Terrazza Biandrà, Park rilegge l’eredità costruita di Milano come materia attiva. Due progetti, due scale e un’unica idea di città mostrano come reinterpretare l’esistente non sia solo un gesto sostenibile, ma anche un atto di immaginazione, un modo per dare continuità alle storie che abitano l’architettura

Cambiare la strada Testo Alessandro Benetti
Foto Davide Galli

Il giardino Pepe-Borsieri racconta un’idea di città virtuosa, che riqualifica frammenti urbani incompiuti.

Portfolio / Lavorare con Ponti Testo Manolo De Giorgi
Foto Francesca Iovene

Un Ponti da interpretare, da restaurare, ma anche da portare un po’ più avanti rispetto a dove ci ha lasciati con il suo discorso sugli interni. È lo spazio che troviamo in Casa Sissa, uno tra gli ultimi lavori compiuti dal sodalizio con Emilio Lancia, opera poco nota di Gio Ponti che, all’occhio di chi passa in corso Italia, potrebbe rientrare nell’ordine dell’edilizia o di un’architettura ordinaria di quel 1934.

Frammenti nomadi Testo Cecilia Fabiani Foto Riccardo De Vecchi

La galleria GAMeC di Bergamo ci accoglie con Massi erratici. Risultato di una ricerca sui materiali e sulle potenzialità generate dal riuso, il progetto riconfigura gli spazi di accesso attraverso superfici e volumi modulari.

Rigenerazione partecipata Testo Lucia Tozzi
Foto Lemonot + Matteo Binci, Maria Eugenia Frizzele

Attraverso una serie di iniziative pubbliche, assembleari e conviviali, OSA – Osservatorio Sant’Anna costruisce un teatro-parlamento negli spazi in disuso di un ex monastero, il luogo giusto per dibattere e decidere sul destino del quartiere e della città.

Un innesto sensibile nella storia Testo Alessandro Benetti Foto Alberto Sinigaglia, Rory Gardiner

Il recupero di Villa Donà, improntato a un dialogo costante tra i diversi interventi succedutisi nei secoli, ha consentito di ospitare nuove attività di lavoro e di incontro, rinnovando il rapporto della villa con il territo

Specchi magici e mura parlanti Testo Valentina Croci Foto DSL Studio, Andrea Martiradonna, Susy Mezzanotte

Recuperare il patrimonio storico con leggerezza, unendo memoria, innovazione e sostenibilità, è alla base degli interventi ai Castelli di Cannero, sul Lago Maggiore, e al Castello di Thiene, nel vicentino. Lo studio milanese reinterpreta il passato con tecnologie immersive e un approccio inclusivo.

Meccanica del riuso Testo Manuel Orazi Foto Kai-Uwe Schulte-Buwert

Il recupero delle Officine Meccaniche Reggiane, sede dei dipartimenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia, punta a conferire un carattere più urbano e meno industriale al complesso.

Una rovina vivente Testo Luca Galofaro
Foto Giuseppe Miotto – Marco Cappelletti Studio

Il nuovo percorso espositivo della Basilica di Massenzio, nel Parco Archeologico del Colosseo, stabilisce un dialogo con il sito millenario, rinnovandone l’identità e attribuendogli nuove funzioni, tra memoria storica ed esigenze attuali.

Visita in studio / Corvino + Multari Intervista Davide Vargas con Vincenzo Corvino, Giovanni Multari

Un approccio realista e sperimentale allo stesso tempo caratterizza lo studio partenopeo, impegnato nell’arco di 30 anni in progetti di recupero e riuso di monumenti storici – come il Museo di Capodimonte – e moderni – come il grattacielo Pirelli. Il restauro, per loro, è uno snodo che genera un’architettura che ritorna a essere viva. Mentre resta fondamentale il dialogo continuo con la città, l’arte e il paesaggio.

Patrimonio, istruzioni per l’uso Testo Annarita Aversa

Come preservare e valorizzare l’identità culturale, architettonica e paesaggistica della Costiera Amalfitana? Il Vademecum è un progetto open source concepito per promuovere una profonda conoscenza del territorio, rafforzare i regolamenti e proporre modelli sostenibili.

Miniera culturale Testo Isabella Inti
Foto Andrea Maspero, Ettore Cavalli

Laboratori operativi di rigenerazione partecipata con istituzioni, professionisti, volontari e comunità locali restituiscono valore sociale al territorio di un borgo minerario in Sardegna dando vita a MAR-Miniera Argentiera, luoghi pubblici aperti e accessibili.

Collegare gli spazi interstiziali Testo Toshiko Mori  

Valorizzando gli intervalli tra le microcittà, i laboratori di “Perugia in cross roads” avanzano una serie di proposte condivise per rafforzare l’identità urbana.

Rome archipelago Testo Roma050

Arcipelago Roma propone una metropoli composta da sistemi urbani e ambientali interconnessi tra loro; una città che integra paesaggi, comunità e infrastrutture per costruire nuove relazioni ecologiche e sociali.

Ossimoro / Conservazione trasformativa Testo Massimo Basile, Floriana Marotta – MAB Arquitectura

Crediamo che l’architettura possa plasmare il vuoto a partire dalle relazioni intangibili che il progetto è capace di indurre, mettendo al centro i bisogni, le istanze, i valori della società e degli abitanti. Che possa dare una risposta tangibile a istanze intangibili, principi opposti e complementari che insieme trovano un equilibrio dinamico.

Storia di copertina / Le logiche del riuso Testo Federico Babina Foto Coutesy of Federico Babina

Fatto del mese / Shanghai, dalle piazze del potere alle piazze per le persone

Testo Antonio Armano

Human design / Un trattino per fare spazio  Testo Paola Carimati

Archivio Domus / Casa per chi non ce l’ha Testo Simona Bordone

Talenti / Trasformare il legno in racconto Testo Silvana Annicchiarico

Territori urgenti / La speranza del pianeta  Testo e foto Javier Arpa Fernández