L’ottobre del 2025 segna il completamento di un progetto a cui Jean Nouvel, architetto premio Pritzker e Guest Editor Domus nel 2022, ha lavorato per anni: la nuova sede della Fondation Cartier pour l’art contemporain a Parigi, che ha aperto nell’edificio haussmanniano dell’ex Louvre des Antiquaires, dopo 30 anni dentro l’iconico edificio in acciaio e vetro del boulevard Raspail, sempre firmato Nouvel. “Nella vita di un architetto ci sono due momenti unici: vincere un concorso, e consegnare un’architettura completata: e questo è il caso di oggi” ha detto la direttrice dello studio, Dominique Alba. Ma è stato impossibile per l’architetto partecipare alla presentazione di questo lavoro, fondamentale in quella visione di Parigi che ci aveva raccontato nel 2024, in tempo di Olimpiadi. Per questo Nouvel ha affidato ad Alba il discorso che dà la chiave interpretativa di un luogo così denso di storie diverse.
La Fondation Cartier, il rifugio dell’imprevedibile
Entrando nel Louvre des Antiquaires, pensavo soprattutto al modo in cui poter trasformare l’architettura haussmanniana dall’interno.
Come far dialogare questo spazio con Parigi, come far entrare la storia nel cuore della Fondation Cartier e la creazione nel cuore della città?
Creando all’interno di questa architettura uno spazio libero, attraversabile, trasformabile; una spina dorsale aperta che articola tutti gli usi lungo una prospettiva di 150 metri dalla Place du Palais Royal.
Rispondendo alla città con la porosità, collegando due facciate, due piazze, due flussi.
Fare in modo che il museo diventi un passaggio urbano.
Produrre un’architettura in tensione tra memoria e invenzione.
Cambiare i sentimenti e le abitudini di chi vive nel quartiere e di chi viene da fuori.
Riflettere sulle differenze che vogliamo creare rispetto a ciò che abbiamo vissuto finora.
L’arte si insedia nella vita dei parigini e si inscrive nel flusso della città, passanti, automobili, biciclette, innamorati…
Non cerco di costruire “uno” spazio, ma di costruire “nello” spazio.
Questo progetto condensa diversi decenni delle mie riflessioni sullo spazio, la luce, il movimento. Non è una ‘messa in forma’, ma una ‘messa a disposizione’.
Come i Greci, ho sempre pensato che il museo sia il luogo ideale per esprimere idee, per parlarne, per essere dentro, per essere fuori…
Attraverso l’architettura si testimonia un’epoca.
L’importante diventa lo scarto, e per questo bisogna essere all’interno dell’arte del proprio tempo.
Ciò è possibile solo se questo rifugio dà agli artisti piena libertà di esprimere le loro opere…
Ogni spazio vuoto è un’occasione di espressione. Tutte le superfici – i pavimenti, i muri, i pilastri, le vetrate – sono lì per sollevare questioni.
Ogni apertura è lì per inquadrare.
Ogni materia, ogni colore, ogni anomalia è lì per motivare l’artista, per provocarlo. Perché possa cambiare tutto, se lo desidera.
Tutto è stato concepito per accogliere e provocare queste invenzioni, per cercare l’emozione.
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The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
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© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
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© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
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© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
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© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
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© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
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© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
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© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
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© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
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© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
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© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris
© Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
La Fondation Cartier sarà il luogo delle intenzioni imprevedibili che ci faranno percepire il magnetismo parigino del XXI secolo.
Un luogo che cercherà di disorientarci, rivelatore di un nuovo posto per l’arte della vita nella città, nelle sue strade, nelle sue piazze… Un’arte viva e in buona salute. Nel cuore stesso di Parigi.
Questo progetto condensa diversi decenni delle mie riflessioni sullo spazio, la luce, il movimento.
Non è una ‘messa in forma’, ma una ‘messa a disposizione’.
È una forma di radicalità silenziosa, esigente, in cui l’architettura si fa da parte in quanto autorità, per diventare strumento di sperimentazione.
Jean Nouvel
20 ottobre 2025
Immagine di apertura: The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris. © Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo
