Open House Napoli: 7 architetture da vedere assolutamente questo weekend

Riscoprire Luigi Cosenza, ammirare Kenzō Tange e Gio Ponti: tra il 3 e il 5 ottobre 2025 la città di Napoli apre le porte del suo ricco patrimonio architettonico spesso inaccessibile, tra opere iconiche e “gemme” meno note.

Adolfo Avena, Villa Frenna-Scognamiglio (Villa Castello-Piccoli), 1918 Il Vomero, divenuto negli inizi del '900 un quartiere borghese amato dai napoletani per la panoramicità e la salubrità dei luoghi, raccoglie alcune delle testimonianze più prestigiose di architettura liberty napoletana: tra queste, il villino Frenna-Scognamiglio (villa Castello-Piccoli), un limpido esempio di tardo-liberty che sembra un piccolo fortilizio con basamento in bugnato rustico, stucchi e sbalzi.

Foto Giuseppe Albano da Wikipedia

Luigi Cosenza e Bernard Rudofsky, Casa Oro, 1937 Situata in un lotto stretto e allungato, la villa si adagia sull'orografia articolata del sito sviluppandosi su tre livelli e abbracciando con la sua conformazione planimetrica il panorama del golfo. La costruzione presenta un basamento tufaceo con i servizi, un livello intermedio per gli ambienti di rappresentanza e un livello superiore per la zona notte, costituito da volumi bianchi concatenati che traducono il lessico di geometrie stereometriche e anti-retoriche proprio di Cosenza. Lo spazio interno è stato ampiamente trasformato dalla suddivisione in appartamenti durante gli Sessanta del Novecento. 

Foto Pinotto 992 da Wikipedia

Camillo Guerra, Casa del Mutilato, 1942 La Casa del Mutilato, ultimo intervento del “centro direzionale fascista” del Rione Carità, è un'opera imponente e monumentale, nonostante il progetto non sia stato pienamente completato. L’edificio con impianto parallelepipedo si sviluppa su sette livelli e presenta un geometria rigorosa, marcata da una scansione serrata di pilastri e aperture e ritmata dalla bicromia dei fronti. Mentre i piani superiori hanno subito diffuse trasformazioni, il primo livello mantiene l’originaria identità, leggibile negli arredi, corpi illuminanti e finiture d'epoca.

Foto Argo Navis da Wikipedia

Gio Ponti, Hotel Royal Continental, 1953 Il capitolo napoletano di Gio Ponti è legato all'imprenditore Roberto Fernandes, che lo coinvolse negli alberghi Parco dei Principi di Sorrento e Royal di Napoli. Oggi, gli interni dell'hotel con piscina conservano ancora l'eredità pontiana, visibile nella hall, nelle camere e nell'area ristorazione, con una forte attenzione alla differenziazione delle essenze lignee, studiate per ogni ambiente. Dopo la ristrutturazione necessaria del luogo, durata dal 1999 al 2004, nel 2012 è stato avviato il “Piano Ponti”, che ha reso il Royal un hotel-museo, con arredi originali e una Junior Suite che racchiude il progetto anni ’50. 

Foto courtesy Open House Napoli

Luigi Cosenza, comprensorio Olivetti, 1955 Opera di un'imprenditoria "illuminata" che intrecciava produttività e welfare aziendale, lo stabilimento industriale Olivetti nei pressi di Pozzuoli è composto da diversi corpi di fabbrica, a cui nel corso degli anni si sono aggiunte nuove costruzioni ma nel rispetto dell'impianto originario. Il complesso venne progettato rispettando l’orografia del luogo e in stretto rapporto con l’ambiente circostante, in modo da facilitare la connessione degli edifici con la natura e favorire ampio ingresso di luce naturale negli spazi di lavoro. Parte essenziale dell'intervento è il progetto degli spazi verdi sistemati con prati, giardini e laghetti da Pietro Porcinai. Uscita di scena la Olivetti, il comprensorio oggi ospita uffici privati e sedi di enti di ricerca.

Foto Paolo Monti, da Fondo Paolo Monti, di proprietà BEIC e collocato presso il Civico Archivio Fotografico di Milano. Da Wikipedia

Stefania Filo Speziale, Carlo Chiurazzi, Giorgio di Simone, Nh Napoli Panorama (ex sede Società Cattolica Assicurazione di Verona), 1957 Nh Napoli Panorama è ubicato nel primo grattacielo di Napoli, realizzato nel 1957 per ospitare la sede della Società Cattolica Assicurazione di Verona e a firma della prima donna architetto a laurearsi in città. A seguito dei vistosi cambiamenti che il progetto subì in fase di realizzazione, molte delle soluzioni furono compromese ma l'opera rimane un’icona di modernità nello skyline urbano e un belvedere mozzafiato sul golfo.

Foto DimiTalen da Wikipedia

Kenzō Tange, Centro Direzionale, 1982 Il progetto per il centro amministrativo, di affari e residenziale che rappresenta uno dei primi e più grandi agglomerati di grattacieli dell'Europa meridionale fu avviato nel 1982 su masterplan di Kenzō Tange e completato nel 1995 con i grattacieli ed edifici disposti ai lati del grande asse viario centrale, e progettati da firme prestigiose (da Renzo Piano per la sede dell’Olivetti, a Massimo Pica Ciamarra per le Torri Enel).

Foto Baku da Wikipedia

Dal 3 al 5 ottobre torna, alla sua settima edizione, Open House Napoli 2025. L'iniziativa, parte del network internazionale Open House Worldwide (presente in 4 continenti e oltre 50 città, di cui in Italia Roma, Torino, Milano, appunto, Napoli), apre eccezionalmente al pubblico edifici e luoghi iconici della città normalmente inaccessibili: residenze private, architetture storiche e contemporanee, infrastrutture e studi professionali invitano i visitatori ad immergersi nella stratificazione di linguaggi che hanno costruito l’identità urbana partenopea nel corso del tempo. L'edizione corrente propone un allargamento dello sguardo oltre il centro storico, coinvolgendo sia le trasformazioni urbane in corso sia spazi normalmente esclusi dal racconto architettonico ufficiale.
Circoscrivendo necessariamente l'ambito narrativo, tra le tante locations ne abbiamo selezionate 6 imperdibili realizzate nel corso del Novecento: dalle abitazioni private, tra gemme "liberty" e sperimentazioni moderniste, alle architetture istituzionali figlie di un razionalismo monumentale, alle opere che dalla seconda metà del secolo hanno tentato di proiettare Napoli in una dimensione metropolitana globale, tra imprenditoria illuminata e città verticale.

Immagine di apertura: Foto Paolo Monti, da Fondo Paolo Monti, di proprietà BEIC e collocato presso il Civico Archivio Fotografico di Milano. Da Wikipedia

Adolfo Avena, Villa Frenna-Scognamiglio (Villa Castello-Piccoli), 1918 Foto Giuseppe Albano da Wikipedia

Il Vomero, divenuto negli inizi del '900 un quartiere borghese amato dai napoletani per la panoramicità e la salubrità dei luoghi, raccoglie alcune delle testimonianze più prestigiose di architettura liberty napoletana: tra queste, il villino Frenna-Scognamiglio (villa Castello-Piccoli), un limpido esempio di tardo-liberty che sembra un piccolo fortilizio con basamento in bugnato rustico, stucchi e sbalzi.

Luigi Cosenza e Bernard Rudofsky, Casa Oro, 1937 Foto Pinotto 992 da Wikipedia

Situata in un lotto stretto e allungato, la villa si adagia sull'orografia articolata del sito sviluppandosi su tre livelli e abbracciando con la sua conformazione planimetrica il panorama del golfo. La costruzione presenta un basamento tufaceo con i servizi, un livello intermedio per gli ambienti di rappresentanza e un livello superiore per la zona notte, costituito da volumi bianchi concatenati che traducono il lessico di geometrie stereometriche e anti-retoriche proprio di Cosenza. Lo spazio interno è stato ampiamente trasformato dalla suddivisione in appartamenti durante gli Sessanta del Novecento. 

Camillo Guerra, Casa del Mutilato, 1942 Foto Argo Navis da Wikipedia

La Casa del Mutilato, ultimo intervento del “centro direzionale fascista” del Rione Carità, è un'opera imponente e monumentale, nonostante il progetto non sia stato pienamente completato. L’edificio con impianto parallelepipedo si sviluppa su sette livelli e presenta un geometria rigorosa, marcata da una scansione serrata di pilastri e aperture e ritmata dalla bicromia dei fronti. Mentre i piani superiori hanno subito diffuse trasformazioni, il primo livello mantiene l’originaria identità, leggibile negli arredi, corpi illuminanti e finiture d'epoca.

Gio Ponti, Hotel Royal Continental, 1953 Foto courtesy Open House Napoli

Il capitolo napoletano di Gio Ponti è legato all'imprenditore Roberto Fernandes, che lo coinvolse negli alberghi Parco dei Principi di Sorrento e Royal di Napoli. Oggi, gli interni dell'hotel con piscina conservano ancora l'eredità pontiana, visibile nella hall, nelle camere e nell'area ristorazione, con una forte attenzione alla differenziazione delle essenze lignee, studiate per ogni ambiente. Dopo la ristrutturazione necessaria del luogo, durata dal 1999 al 2004, nel 2012 è stato avviato il “Piano Ponti”, che ha reso il Royal un hotel-museo, con arredi originali e una Junior Suite che racchiude il progetto anni ’50. 

Luigi Cosenza, comprensorio Olivetti, 1955 Foto Paolo Monti, da Fondo Paolo Monti, di proprietà BEIC e collocato presso il Civico Archivio Fotografico di Milano. Da Wikipedia

Opera di un'imprenditoria "illuminata" che intrecciava produttività e welfare aziendale, lo stabilimento industriale Olivetti nei pressi di Pozzuoli è composto da diversi corpi di fabbrica, a cui nel corso degli anni si sono aggiunte nuove costruzioni ma nel rispetto dell'impianto originario. Il complesso venne progettato rispettando l’orografia del luogo e in stretto rapporto con l’ambiente circostante, in modo da facilitare la connessione degli edifici con la natura e favorire ampio ingresso di luce naturale negli spazi di lavoro. Parte essenziale dell'intervento è il progetto degli spazi verdi sistemati con prati, giardini e laghetti da Pietro Porcinai. Uscita di scena la Olivetti, il comprensorio oggi ospita uffici privati e sedi di enti di ricerca.

Stefania Filo Speziale, Carlo Chiurazzi, Giorgio di Simone, Nh Napoli Panorama (ex sede Società Cattolica Assicurazione di Verona), 1957 Foto DimiTalen da Wikipedia

Nh Napoli Panorama è ubicato nel primo grattacielo di Napoli, realizzato nel 1957 per ospitare la sede della Società Cattolica Assicurazione di Verona e a firma della prima donna architetto a laurearsi in città. A seguito dei vistosi cambiamenti che il progetto subì in fase di realizzazione, molte delle soluzioni furono compromese ma l'opera rimane un’icona di modernità nello skyline urbano e un belvedere mozzafiato sul golfo.

Kenzō Tange, Centro Direzionale, 1982 Foto Baku da Wikipedia

Il progetto per il centro amministrativo, di affari e residenziale che rappresenta uno dei primi e più grandi agglomerati di grattacieli dell'Europa meridionale fu avviato nel 1982 su masterplan di Kenzō Tange e completato nel 1995 con i grattacieli ed edifici disposti ai lati del grande asse viario centrale, e progettati da firme prestigiose (da Renzo Piano per la sede dell’Olivetti, a Massimo Pica Ciamarra per le Torri Enel).