Gli Architecture Photography Awards sono un concorso internazionale che celebra le interpretazioni visive dell’architettura in tutto il mondo. Il premio per la foto dell’anno per il 2025 l’ha vinta Michael Luetge, che ha immortalato in chiaroscuro un’ex stazione di servizio nel quartiere Grindelviertel di Harvestehude, ad Amburgo. Il distretto, nato tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento e noto per le sue ville Art Nouveau e i vasti parchi in stile inglese, custodisce anche questo gioiello architettonico degli anni ’50, riconosciuto monumento storico dal 1999 e oggi riconvertito in un piccolo negozio di fiori, che di notte si illumina come un pit-stop un po’ rétro.
L’idea dietro gli Architecture Photography Awards è quella di dare visibilità non solo a fotografi professionisti, ma anche ad artisti emergenti, coprendo un ampio spettro di generi fotografici, che costituiscono le 20 categorie del premio: Light&Shadow, Interior Architecture, Modern Architecture, Historic Architecture, Urban Landscapes e Cityscapes, Minimalist, Vertical Perspectives, Human&Architecture Interaction, Fine Art, Reflection, Symmetry, Abstract&Geometric Forms, Drone&Aerial, Black and White, Night&Low-Light, Long Exposure, Open Theme, Bridges, Stairs e per finire Windows.
Il risultato è che le architetture immortalate dai partecipanti sono tutto tranne che ovvi e riconosciuti capolavori.
A vincere tutto nella categoria dell’urbano è stato un fotografo di Hong Kong, Chi Ho Gary Ng, con due scatti: il primo sembra uscito da un fumetto di fantascienza e ritrae la stazione brutalista di Uji nella periferia di Kyoto; il secondo è una vista dello skyline di Hong Kong sospeso sulle nuvole. Un po’ anime, un po’ generative ai, questa foto racchiude tutto l’immaginario che il mondo ha costruito intorno alla Cina.
Un’altra foto che fa venire voglia, a vacanze finite, di prendere un aereo è uno scatto dell’Ice Cave Presale Office di Tehran, uno showroom che oggi funge da ufficio vendite per il complesso commerciale Tehran Eye, ma che è stato progettato per diventare una sala eventi. Banalissimo nella destinazione, ma curioso nella progettazione: si tratta infatti di 329 pannelli curvi di polistirolo fresato. Nella foto di Parham Taghioff sembra una grande cava di marmo… scavata nella foresta.
Non mancano poi, curiose partecipazioni come quelle che hanno come tema scale, finestre e architetture antiche, fotografate soprattutto da italiani. Nella sezione Fine Art, spicca lo scatto in bianco e nero di Javier Perez alla Ciutat de les Arts i les Ciències di Valencia, firmata da Santiago Calatrava e Félix Candela: un intreccio di geometrie rarefatte, sospese in un’atmosfera alla De Chirico, quasi metafisica. Accanto a questa, nella categoria Drone&Aerial, il bivacco futuristico sul Monte Rosa fotografato da Paulo Sousa sembra un avamposto di un altro pianeta.
È però forse la fotografia vincitrice del tema aperto che ci regala una delle architetture più strane di questo concorso: una chiesa luterana sperduta a ovest dell’Islanda, progettata nel 1990 da Jón Haraldsson. L’idea dietro il progetto? Replicare la forma delle ossa di balena.
Immagine di apertura: “Architectural Minimalism” di Michael Luetge. Tutte le immagini: Courtesy l’artista e Architecture Photography Awards 2025
