Agli inizi degli anni ‘90, la Kowloon Walled City (la Città Murata di Kowloon) era l’insediamento più densamente popolato del mondo. Decine di migliaia di persone vivevano stipate in una sorta di città-stato sviluppata in verticale senza alcun regolamento edilizio e caratterizzata da condizioni igienico-sanitarie altamente precarie; uno spazio labirintico di 0,026 km quadrati immerso in un’oscurità semi-perenne che accoglieva traffici illeciti, prostituzione, fumerie d’oppio e una comunità autosufficiente fatta anche di piccole fabbriche, negozi, scuole e strutture mediche.
Originariamente un avamposto militare durante la dinastia Song, Kowloon divenne prima un’enclave cinese nel territorio britannico di Hong Kong, poi rifugio per i profughi dalla Cina continentale che vi si riversarono per beneficiare della protezione britannica. Nel 1947, già 2.000 squatters occupavano gli stretti vicoli di una baraccopoli in costante crescita. Questa “città” priva di un governo formale, demolita nel 1994, è diventata negli anni un’icona culturale dal fascino ruvido e post-apocalittico, la cui storia al tempo stesso disturbante e magnetica è stata costante fonte d’ispirazione cinematografica, come per il film di arti marziali uscito nel 2024 Twilight of the Warriors: Walled In.

“Kowloon Walled City: A Cinematic Journey” è infatti la terza fase della mostra immersiva promossa dall'Hong Kong Tourism Board in collaborazione con il governo e i creatori di Twilight of the Warriors per raccontare, attraverso le scenografie del film, l’affascinante realtà della Kowloon Walled City. La mostra, presentata presso l'aeroporto internazionale di Hong Kong e il centro commerciale AIRSIDE a Kai Tak, sorge ora sul sito originale della ex Città murata – oggi sede del Kowloon Walled City Park - e rimarrà aperta e gratuita per i prossimi tre anni.
L'esposizione è articolata in sei zone tematiche che hanno lo scopo di ricreare fedelmente la vita quotidiana all’interno della città, ricostruendone minuziosamente gli ambienti attraverso il riallestimento dei set cinematografici del film. La sala del barbiere con le piastrelle a mosaico e strumenti d’epoca, il chiosco di tè, il laboratorio di fiori di plastica, i vicoli tortuosi che conducono a botteghe di elettrodomestici e soffitti nascosti sono tutti meticolosamente realizzati con un’attenzione particolare ai dettagli, cui si sommano elementi interattivi e sonori capaci di conferire autenticità all’installazione.