Domus 1052 è in edicola: “Programma Italia”

Sul numero di dicembre: Nina Bassoli ci parla dei progetti dedicati allo scenario post COvid-19; Cristian Colli celebra i 150 anni dalla nascita di Maria Montessori; Pippo Ciorra scrive delle architettura di Lina Malfona. Sfoglia la gallery e scopri i contenuti del numero di questo mese.

Recovering Italy è la terza tappa del viaggio in Italia con cui Domus ha deciso di chiudere simbolicamente l’anno. Il numero 1052 si apre con una Prefazione del direttore editoriale Walter Mariotti, secondo il quale lo scopo del progetto è quello di tratteggiare “un ‘luogo’ dove l’iniziativa privata legata al progetto, all’arte e alla bellezza risulta ancora la chiave per capire la propria intima natura e per guardare al futuro”.

Prosegue per la sezione Album una serie di scatti fotografici raccolti in In The Light Of (You), progetto collettivo ideato e coordinato dal fotografo e artista Giorgio Barrera. Le foto ritraggono due persone che con la mascherina si incontrano in piccoli e grandi spazi pubblici, si fermano a qualche metro di distanza, e poi si separano.

Nelle pagine dedicate allo Spazio pubblico Matteo Agnoletto riflette su come le misure anti contagio, che appaiono antitetiche alla consueta frequentazione dello spazio, in realtà ne hanno fatto riemergere il loro autentico valore. Per Nina Bassoli i progetti dedicati ad uno scenario post Covid-19 possono muoversi in due direzioni: lavorare sulla lunga distanza, oppure operare su quella breve, con un atteggiamento tentativo incerto. Giulia Ricci ci parla della nuova opera di Edoardo Tresoldi sul lungomare di Reggio Calabria, Opera, mentre Cristian Colli celebra i 150 anni dalla nascita di Maria Montessori. La storica Sara Marini affronta l’urgenza dell’architettura a riaprisi, di costruire nuove alleanze con l’esterno. Descriviamo poi due progetti dedicati al Patrimonio: il Museo Archeologico di Castellammare di Stabia e Vittoria Alata, scultura che con un allestimento di Juan Navarro Baldeweg torna finalmente a Brescia.

Continuiamo con la sezione Industria, e Riccardo Gallo per ragionare su come e quando l’industria italiana recupererà gli effetti negativi di questa crisi pandemica, analizza l’impatto sulla struttura produttiva di due crisi mondiali: quella del petrolio del 1973-1974 e quella finanziaria del 2008-2009. Francesca Molteni analizza le fabbriche, luoghi della produzione, archeologia del Novecento in un mondo in trasformazione, e il design delle emergenze, prima destinato a esperienze marginali e remote si è messo in moto per inventare nuove strategie di convivenza e coesione sociale.

In Aree interne Franco Arminio, scrivendo della necessità di investire sui paesi, afferma che “un paese dove qualcosa si muove deve essere connesso con quello dove non si muove niente”. L’urgenza è quella di aprire da subito un grande cantiere per passare “dalla comunità-pozzanghera alla comunità-ruscello”. Attraverso delle mappe, le quali evidenziano i piccoli comuni in via di spopolamento su territorio italiano, Matteo Agnoletto e Leo Piraccini tracciano itinerari, i quali rappresentano un’occasione di promozione soprattutto per questi territori. Per Antonio De Rossi e Laura Mascino, affinché le aree interne non diventino l’ennesima riproposizione della sviluppo incentrato sull’edilizia, serve un radicale cambiamento culturale, e qui c’è ben poco da costruire. Pippo Ciorra scrive delle architettura della periferia romana di Lina Malfona, progettate in collaborazione con Petrini Architetti. Giulia Ricci racconta di come una chiesa paleocristiana, nel borgo storico di Mammola, sia diventato per Nik Spatari e Hiske Maas un museo a cielo aperto. Ugo la Pietra ci racconta la copertina di questo numero, e di come, durante la prima quarantena ha immaginato attraverso i suoi disegni una società capace di ritrovare equilibrio tra architettura e natura, tra globalizzazione e genius loci.

Con il numero di questo mese troverete in allegato una monografia dedicata a Tadao Ando, nuovo Guest Editor 2021 di Domus, aperta con la sezione Dicono di lui, in cui il Pritzker Prize viene celebrato dalle parole di importanti architetti e non, tra cui Kenneth Frampton, David Chipperfield, Masao Furuyama, Giorgio Armani e Bono degli U2. Segue una conversazione tra l’architetto giapponese e Walter Mariotti, e la descrizione di alcuni dei progetti più importanti realizzati dallo studio: Bourse de Commerce, Parigi; He Art Museum, Foshan; Penthouse in Manhattan III, New York City; Wrightwood 659, Chicago; Nakanoshima Children’s Book Forest, Osaka. Manolo de Giorgi propone una rassegna degli oggetti di design disegnati dal maestro. Tadao Ando ci racconta il suo approccio al disegno del verde, convinto che non ci sia differenza tra progettare un edificio o una foresta, perché possono entrambi influenzare positivamente l’ambiente. Per concludere, Salvator-John A. Liotta traccia una geografia emozionale dei luoghi che hanno formato il nuovo Guest Editor.

Ultime News

Ultimi articoli su Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram