Con un’organizzazione da tempi record, complice la crisi globale, il confinamento sociale e quindi la voglia di ritrovarsi in nuovi spazi di confronto, il curatore del festival Luke O’Donovan ha coinvolto e riunito in una riflessione collettiva sulla fotografia di architettura, un ventaglio ricchissimo di fotografi, architetti, critici e creativi del calibro di Hélène Binet, Laurian Ghinițoiu, Dr Sue Barr, Alastair Philip Wiper e Alex de Rijke (dRMM) tra i tanti altri. Nei quattro giorni di festival, in una serie di conferenze, tavole rotonde e proiezioni, si parlerà dei poteri socioeconomici che governano l’ambiente costruito e quindi le libertà e le restrizioni nel rappresentarlo, delle differenze sulla cultura dell’immagine oltreoceano, dei modi di sperimentare virtualmente le architetture e di tanto altro ancora. Zoomed In diventa anche occasione per avviare una raccolta fondi legata alla crisi pandemica. Il ricavato della vendita di stampe footgrafiche sulla piattaforma del festival verrà donato a The Trussell Trust, un’associazione che fornisce cibo d’emergenza alle fasce più povere della popolazione nel Regno Unito.