Milano salva il Marchiondi: il primo edificio brutalista italiano non sarà demolito

Dopo decenni di lotte e petizioni, l’Istituto Marchiondi Spagliardi progettato da Vittoriano Viganò negli anni ’50 tornerà ad essere utilizzato per i giovani come residenza universitaria. I lavori dovrebbero iniziare nella primavera del 2026.

Mentre lo stadio San Siro sembra ormai destinato alla demolizione, un altro simbolo della Milano del dopoguerra si prepara invece a una nuova vita. L’ex Istituto Marchiondi-Spagliardi, capolavoro brutalista di Vittoriano Viganò, diventerà una residenza universitaria per oltre 160 studenti. La giunta comunale ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica per il restauro e il risanamento del complesso di via Noale, a Baggio. Dopo decenni di abbandono, il Marchiondi avrà una seconda vita grazie alla Fondazione Collegio delle Università Milanesi, che lo gestirà in comodato gratuito per quarant’anni. La storia e l’importanza architettonica del primo edificio brutalista italiano, come lo aveva definito Reyner Banham, ve le avevamo già raccontato qui.

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1957 Foto Francesca Fagnano, 2015

Progettato da Vittoriano Viganò negli anni Cinquanta, il complesso nasceva per accogliere ragazzi in difficoltà, rappresentando una delle più radicali espressioni dell’architettura brutalista italiana. Calcestruzzo a vista, spazi aperti, strutture modulari e una forte valenza sociale. Un modellino del Marchiondi è da anni parte della collezione permanente del Moma.

Il Marchiondi è stato al tempo stesso un laboratorio di pedagogia e architettura integrata, poi progressivamente abbandonato fino alla chiusura definitiva negli anni ’80. Dal 2008 è vincolato dalla Soprintendenza come bene di interesse storico-artistico, ma nonostante gli sforzi di un gruppo di ricerca del Politecnico di Milano – e i tentativi di riuso temporaneo, come la mostra “Reforming Future” durante la Design Week 2023 – il “salvataggio” non ha mai avuto un esito concreto, fino ad oggi.

Foto Alberto Trentanni, 2020

Il piano di recupero, approvato dalla Soprintendenza, prevede una spesa complessiva di 45 milioni di euro, finanziata per 36,7 milioni dal Ministero dell’Università e per 6 milioni dal Comune di Milano, destinati alle opere di bonifica. Il progetto “Life from Arts” darà nuova vita ai 22mila metri quadri del complesso con spazi abitativi, formativi e culturali destinati a studenti e giovani artisti. “Stiamo lavorando a un progetto ambizioso, nato per risanare una ferita e restituire alla città un luogo vivo e vitale”, ha dichiarato la vicesindaca Anna Scavuzzo, sottolineando l’importanza sociale dell’intervento. Il Marchiondi è un pezzo di storia dell’architettura milanese, un edificio che ha segnato la ricerca progettuale del dopoguerra per la sua forza espressiva e la visione educativa che incarnava. Dopo anni di incuria e proposte di recupero mai concretizzate, soprattutto a causa dei costi elevatissimi, l’apertura del cantiere è prevista per la prossima primavera, rappresentando un passo decisivo. Resta ora da vedere se, dopo decenni di abbandono e di battaglie per renderlo di nuovo attivo, questo monumento di Viganò saprà davvero adattarsi alle esigenze contemporanee, senza perdere la sua identità.

Immagine di apertura: Foto Alberto Trentanni, 2020