Un villaggio operaio costruito quasi dal nulla di fronte a una fabbrica di cotone in provincia di Bergamo. Su Domus avevamo già parlato di Crespi d’Adda, il complesso edilizio voluto da Cristoforo Benigno Crespi, industriale tessile originario di Busto Arsizio, per i suoi operai nel 1878, e dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco nel 1995. Ormai alla sua settima edizione, “Produzioni Ininterrotte” continua a far parlare Crespi d’Adda di lavoro equo e diritti per tutti. Il festival, in programma dal 4 ottobre al 7 dicembre, è curato dall’Associazione Crespi d’Adda con il contributo della Provincia di Bergamo e porta sul palcoscenico del borgo artisti, architetti, attivisti, storici, educatori sociali, ma anche manager ed economisti. Gli eventi da non perdere? Sicuramente le visite guidate e i tour letterari attraverso questo borgo dall’incredibile storia.
Un festival nel villaggio operaio ideale di Crespi d’Adda: eventi e visite guidate
Il festival “Produzioni Ininterrotte” porta artisti, architetti, attivisti e storici contemporanei nel villaggio operaio di fine Ottocento oggi patrimonio Unesco, trasformandolo in un laboratorio critico sul lavoro. È anche l'occasione giusta per visitarlo per la prima volta.
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- La redazione di Domus
- 02 ottobre 2025
Ma anche l'intervento di Michelangelo Pistoletto, artista candidato al premio Nobel per la pace 2025, già protagonista della Biennale di Architettura di quest’anno con un’installazione alle Corderie dell'Arsenale. E poi Gianni Biondillo, che Domus aveva intervistato a proposito del libro Quello che noi non siamo (2023), un avvincente resoconto della Milano dinamica della fine della Grande Guerra, e dei suoi (grandi) architetti.
Crespi d’Adda può essere considerato un antecedente di altri esperimenti, come quello olivettiano a Ivrea, che cercavano di integrare città, fabbrica e comunità.
Il villaggio si estende su più di ottanta ettari, seguendo una pianta regolare e geometrica. Ci sono casette per operai, case per i capi reparto e ville per i dirigenti, tutte diverse nello stile per riflettere il ruolo dei residenti, ma ciascuna con un piccolo spazio verde, per garantire dignità abitativa. Al centro, un’area ricca di servizi per la vita quotidiana e il dopolavoro: chiesa, teatro, poste, ospedale, bagni pubblici e anche un albergo. A ovest, vicino alla fabbrica da cui tutto è iniziato, sorge la villa padronale.
A sud, un lungo viale alberato porta al cimitero: forse l’elemento più suggestivo del villaggio ma anche quello dove si legge il rapporto, non sempre equo e spesso controverso, tra la famiglia Crespi e i lavoratori. Gli operai avevano un “pacchetto standard” di sepoltura, semplici croci in pietra disposte in file ordinate, mentre alla famiglia Crespi era riservato un imponente mausoleo al centro del camposanto. Meraviglioso nel suo assetto e pionieristico nel conciliare lavoro e dignità architettonica, Crespi d’Adda, al trentesimo anniversario dal suo inserimento nella World Heritage List, resta un simbolo affascinante ma complesso e controverso di una certa idea di lavoro. Con “Produzioni Ininterrotte”, il villaggio si riappropria della propria storia, trasformando spazi e memoria in un laboratorio critico sul lavoro per com’è oggi, sui diritti e sulle possibilità di una convivenza più equa e condivisa.
- Produzioni Ininterrotte
- L'Associazione Crespi d’Adda, con il contributo della Provincia di Bergamo
- Crespi d’Adda, Villaggio operaio Unesco
- Dal 4 ottobre al 7 dicembre 2025
Immagine di apertura: Foto di Takashi Images da Adobe Stock