Cosa sono i browser AI, che rendono i “vecchi” browser inutili

È in atto una transizione: un nuovo tipo di browser con agente AI che esaudisce incarichi di ogni tipo, anche la ricerca online. Vi raccontiamo i due esempi più eclatanti: Comet e Operator.

Perplexity Comet e Operator di OpenAI sono la massima espressione del browser AI, o meglio agenti AI che si occupano di esaudire ogni richiesta: una nuova generazione di strumenti di navigazione online con abilità “cognitive”. Sebbene il browser si sia evoluto nel tempo, andando oltre la semplice funzione di veicolo per navigare su Internet, oggi si sta compiendo una svolta epocale. Appunto il passaggio alla navigazione cognitiva, dove l’interazione con i contenuti di interesse diventa colloquiale (chatbot), si può godere di riassunti informativi, si possono automatizzare attività e in pratica l’AI diventa l’agente intermedio e semplificatore tra l’utente e il dato, l’informazione, il contenuto e il compito. La conseguenza diretta – anche se solo il tempo potrà confermarlo – è che anche il potere di Google potrebbe essere ridimensionato. Ma non tanto perché Chrome sia rimasto al palo sul fronte dell’interazione AI, ma solo perché si stanno concretizzando potenziali valide alternative.

Da rilevare però che esiste una differenza sostanziale tra i browser tradizionali a cui è stata abbinata un’interfaccia AI, come ad esempio Edge con Copilot o Chrome con Gemini, e agenti AI che usano non solo i browser ma anche altre applicazioni.

Perplexity Comet. Courtesy Perplexity

Perplexity Comet, l’outsider che sta facendo parlare

Comet è un browser AI rilasciato dalla californiana Perplexity il 9 luglio 2025. L’azienda è poco nota al grande pubblico perché di fatto è nata solo nel 2022, ma fra i finanziatori spiccano Jeff Bezos di Amazon, Nvidia e SoftBank. Attualmente il browser è in Beta e si può accedere su invito oppure abbonandosi al piano Perplexity Max da 200 dollari/mese. Per ora è disponibile per Windows e macOS, ma arriveranno anche le versioni Linux, iOS e Android. Chi l’ha provato ha riconosciuto qualità ed efficienza: da ricordare poi che la meccanica è di Chromium, la stessa condivisa da Chrome ed Edge. Ad esempio ricevendo una mail di richiesta per un meeting, si può domandare all’assistente AI di Comet di individuare il momento ideale a calendario e preparare una bozza di risposta. 


Al quel punto si ottiene una proposta a cui si può dare l’ok oppure decidere di pianificare in altro modo. Un altro scenario è quello in cui scoprendo un utente X degno di interesse si può domandare se abbiamo connessioni in comune su Linkedin e quindi giocarle di conseguenza. Sempre tramite prompt, quindi domanda elaborata, si possono chiedere quali siano le criticità di uno specifico articolo con fonti annesse. Comet di fatto azzera i confini tra mail, navigazione, social, mappe e ogni altro fronte ponendo al centro la relazione tra l’utente e un assistente capace di interagire con tutto e fornire non solo risposte ma agire con tutti gli strumenti a disposizione.

OpenAI Operator e ChatGPT Agent

OpenAI Operator. Courtesy OpenAI

Operator è un agente AI sperimentale di OpenAI, che è stato rilasciato in anteprima nel gennaio 2025 e che è attualmente disponibile esclusivamente per gli abbonati ChatGPT Pro statunitensi. A differenza di SearchGPT che agisce come un motore di ricerca dotato di interfaccia AI (chatbot), Operator sulla falsariga di Comet può svolgere più compiti e si comporta da agente intermedio. Quindi sempre tramite prompt si possono effettuare ricerche online elaborate, far eseguire vocalmente procedure passo-dopo-passo, prenotare viaggi, farlo interagire con le interfacce di moltissimi software. Recentemente è stato rilasciato anche ChatGPT Agent che di fatto è una versione evoluta di Operator con abbinata la “ricerca approfondita”, ovvero la capacità di sintetizzare una maggiore quantità di informazioni raccolte dal web. Dovrebbe insomma brillare nell’analisi finanziaria.

Un nuovo paradigma di navigazione?

Con strumenti come Comet, Operator e ChatGPT Agent, l’accesso al web non è più un’esplorazione autonoma ma un dialogo mediato da agenti intelligenti che anticipano bisogni, automatizzano compiti e riorganizzano la nostra relazione con l’informazione. Una trasformazione che potrebbe non solo ridisegnare la gerarchia dei colossi della tecnologia, ma anche ridefinire il nostro modo di “stare” su Internet: più delega, meno controllo diretto, forse più efficienza — ma anche nuove incognite su trasparenza e affidabilità dei processi decisionali delle AI.

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