Il gioco che racconta l’epoca d’oro dell’auto e tutta la sua nostalgia

Keep Driving è una narrazione azzeccatissima dell'automobile come oggetto di potente innovazione, della sua gioventù e di quella di tutti noi.

La tua prima automobile. Pochi spicci in tasca. Il mondo che si apre davanti a te, ogni singola giornata che è una nuova scoperta. L’autoradio sempre accesa. Keep Driving, sviluppato dagli svedesi Ycjy Games, usa una formula inconsueta per un videogioco di automobili, quella del gioco di ruolo, e lo fa costruendo una storia che si sviluppa attorno a un grande mito della seconda metà del Novecento: quello del viaggio in auto.

Il road trip riporta subito alla mente pietre miliari della controcultura americana che poi sono diventati capisaldi mainstream di intere generazioni: il più noto è sicuramente Sulla strada di Jack Kerouac, pubblicato nel ’57, ma ci sono anche Paura e delirio a Las Vegas di Hunter Thompson e The Electric Kool-Aid Acid Test di Tom Wolfe. E poi ci sono i film, da Easy Rider a Thelma e Louise, e la musica, con Bob Dylan in testa. Highway 61 Revisited è l’album con Like a Rolling Stone, la canzone del No direction home, una frase-manifesto.

Y/CJ/Y, Keep Driving, 2025. Cover art

Ancora oggi il viaggio in auto resta qualcosa di mitologico, un’aspirazione alla libertà, ma l’overdose di tecnologia – mappe precisissime, tappe già prefissate con hotel prenotati su Booking e così via – ha tolto sicuramente qualcosa di quella magia. Complice anche il cambio di sentimento nei confronti dell’auto, da progetto di libertà individuale a oggetto che oggi ha perso tanta magia ai nostri occhi, per molteplici motivi.

L’automobile nel videogioco è protagonista da sempre. Fin dagli anni Settanta, quando per Atari esce Gran Trak 10, il primo videogame di corse d’auto. Da lì in poi, quella dell’automobile diventa una miniera d’oro per chi sviluppa e pubblica videogiochi. Alcune delle serie più durature della storia del gioco, come Gran Turismo, Need for Speed e Forza, sono proprio corse di automobili. Out Run, con la sua grafica semplice eppure indimenticabile, è un simbolo degli anni Ottanta in generale e non solo nel gaming. C’è anche GTA, Grand Theft Auto, probabilmente la più famosa intellectual property dell’intero mondo del videogioco: è vero che il furto d’auto è solo una parte minima, a dispetto del titolo, ma si guida tantissimo (e si chiacchiera parecchio in macchina).

Y/CJ/Y, Keep Driving, 2025

Negli ultimi anni molti sviluppatori indipendenti hanno saputo raccontare bene il rapporto agrodolce e un po’ nostalgico che abbiamo con l’oggetto-automobile. Spesso concentrando l’attenzione non sulla corsa, ma sul viaggio. Wheels of Aurelia (Santa Ragione, 2016) è un bel gioco ambientato in Italia e con una interessante componente femminista; il più recente Open Roads usa la scusa del road trip per raccontare il rapporto madre-figlia. E arriviamo quindi a Keep Driving, appunto, una vera e propria celebrazione di un’epoca di avventure che forse non è più possibile.


Oltre alla trovata, peraltro azzeccatissima, di utilizzare le dinamiche di un gioco di ruolo per strutturare il racconto del viaggio, con le sue difficoltà, i suoi incontri e le sue avventure, ci sono almeno un paio di elementi che rendono Keep Driving uno dei titoli più interessanti usciti in questo inizio 2025. Il primo è, anche se oramai è quasi un cliché, la grafica in pixel art, che in questo caso non è solo un riferimento nostalgico ai videogiochi retrò, ma un modo per evocare un’epoca mitica e indefinita, una sorta di passato alternativo. Una mitologia “pre-alta definizione” che ha lo stesso profumo della strada, della benzina, delle notti a dormire sul sedile posteriore con le stelle che brillano attraverso il vetro del parabrezza.

Y/CJ/Y, Keep Driving, 2025

E poi c’è l’uso della generazione procedurale. La storia di Keep Driving è semplice: il protagonista deve attraversare un paese di fantasia per raggiungere un festival di musica. Il gioco cambia completamente a ogni partita, perché tutto è ricreato da zero: le strade che attraversi, gli incontri che fai e anche gli autostoppisti a cui puoi dare un passaggio, che diventano risorse essenziali per superare le mille insidie che ti si pareranno davanti durante il viaggio.

“Non sono gli anni, sono i chilometri”, recita una delle più celebri citazioni da I predatori dell’arca perduta. Indiana Jones la dice per far capire che più dell’età, conta l’esperienza. E l’esperienza si calcola in chilometri. Una frase che prendiamo a prestito, perché è perfetta per raccontare quel gioiellino di storytelling che è Keep Driving.

Immagine di apertura: Y/CJ/Y, Keep Driving, 2025

Ultime News

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram