Cosa resterà delle pompe di benzina?

Per Domus, il grande stilista britannico Paul Smith si interroga sulla fine imminente di un luogo mitologico del ventesimo secolo.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1090, maggio 2024

Non molto più di un secolo fa, le città erano piene di stalle e fucine di maniscalchi, dove i cavalli che tiravano carretti e carrozze, private o a nolo, trovavano biada e venivano ferrati. Gradualmente, sono state sostituite da luoghi dove le auto fanno rifornimento. Oggi, forse, anche questi stanno per diventare obsoleti.

Arne Jacobsen, Klampenborg, Danimarca, 1937 Foto di Madeira78 da wikimedia commons

Giuseppe Pettazzi, Fiat Tagliero, Asmara Eritrea, 1938 Foto di David Stanley su Flickr

Angelo Bianchetti, punto ristoro Pavesi sulla Milano - Laghi, Italia, 1958 Courtesy Archivio Arch. Jan Jacopo Bianchetti

R. W. Lindholm Service Station Frank Lloyd Wright, Cloquet Minnesota USA, 1958 Foto di McGhiever on wikimedia commons

Melchiorre Bega, Il Mottagrill di Cantagallo, Autostrada del sole, Italia, 1960 Foto di Albertomos su wikimedia commons

Albert Frey e Robson Chambers, Tramway Gas Station, Palm Springs, California 1965 Foto di Kansas Sebastian su Flickr

William Pereira, 76 Station a Beverly Hills, Los Angeles USA, 1965 Foto di Chris Lott su Flickr

Jean Prouvé, Total, Francia, 1967-69 Foto di Jsmaur su wikimedia commons

Mies van der Rohe, ex Stazione di servizio dell'Île des Sœurs, Montréal, Canada, 1969 Foto di Kate McDonnell su wikimedia commons

Venturi, Scott Brown and Associates, Exxon Gas Station per Disney World, Orlando, Florida USA, 1995 Da Domus 787, novembre 1996

Norman Foster, Repsol service stations, Spagna, 1998 Foto di Chesgv su wikimedia commons

Atelier Sad, Gas Galanta, Slovacchia, 2011 Courtesy Atelier Sad

Khmaladze Architects, Fuel Station + McDonalds, Batumi (Georgia), 2013 Courtesy Khmaladze Architects

Le stazioni di servizio, per la maggior parte, non sono esempi di bellezza, ma in una cittadina inglese delle Midlands – Birstall, nel Leicestershire – c’è l’ultima superstite delle stazioni di servizio Pegasus, progettate negli anni Sessanta da Eliot Noyes. Ognuna delle sei pompe è all’ombra di una tettoia circolare sostenuta da un singolo stelo, come un parasole. È un’idea da èra spaziale, la profonda evocazione di un’epoca, ma pare ancora futuristica come quando il progetto nacque.

Fu l’artista americano Ed Ruscha a convincerci a guardare in modo diverso alle stazioni di rifornimento. Nel 1963, quando la benzina negli Stati Uniti costava 30 centesimi al gallone (circa 7,5 centesimi di euro al litro), tutte le auto avevano un motore a otto cilindri a V e la provvista di petrolio sembrava inesauribile, Ruscha creò un libro fotografico intitolato Twentysix Gasoline Stations (“Ventisei stazioni di rifornimento”).

Ed Ruscha, Twentysix Gasoline Stations, 1963

 Le immagini, in bianco e nero, erano impaginate a leporello, un foglio piegato che si apre a fisarmonica. L’unico testo erano le didascalie che collocavano le stazioni in Texas, Arizona, New Mexico e Oklahoma. La prima edizione di 400 copie aveva un prezzo di copertina di tre dollari. Ho appena visto una copia di quella prima edizione, autografata dall’artista ma con la copertina in pessime condizioni, in vendita a 4mila dollari.

Domus 787, novembre 1996

Quando qualcosa arriverà a sostituire le pompe di benzina, sia per ricaricare le auto elettriche, sia per i veicoli a idrogeno, o per alimentare una forma di produzione dell’energia a cui non abbiamo ancora pensato, forse ci saranno artisti con la fantasia di un Eliot Noyes e lo sguardo di un Ed Ruscha per metterci sotto gli occhi la bellezza che può stare dietro una funzione quotidiana.